da: War on Society
“La lotta contro il governo diventa, al finale dei conti, la lotta fisica e materiale…
il governo fa le leggi…
E’ dunque necessario prepararsi moralmente e materialmente cosicché, sull’esplosione della rivolta violenta, la vittoria sarà del popolo…”
– Errico Malatesta, Programma Anarchico (Bologna, luglio 1920)
in Umanità Nova, 12 agosto 1920
La preparazione fisica e morale è una necessità latente che dovrebbe essere presente nel nostro quotidiano e nelle nostre azioni. Quando l’anarchico/a ha, ad un livello individuale, deciso di fare il salto dal parlare all’azione quotidiana, quest’azione acquisisce nella sua vita un forte senso, una forte importanza, una potenza che fa andare avanti e non guardarsi indietro per bramare la comodità della sua codardia ed ignoranza. Quando è posto sul tavolo un progetto individuale o collettivo, l’anarchico/a si sente già nell’umile necessità di dare tutto per questa lotta che ha iniziato, poiché per lui/lei non è una moda. L’anarchia è la vita stessa, ed in lei lascia da parte il feticismo rivoluzionario che a volte riesce a mercantilizzare la rivolta, non le importa di vestirsi di nero, verde, azzurro o giallo, o almeno questi folklori-gusti personali-non si allacciano alla forza della sua lotta, non si identifica in e con essi. Non è importante per essa feticizzare le armi e le strategie di guerriglia poiché sa bene che questa è solo un’inevitabile conseguenza nella lotta contro il potere; né tantomeno è importante per essa feticizzare la violenza. Matura nelle sue posizioni e stabilisce un obiettivo, mettendo da parte le piccole e quotidiane sottomissioni al potere e focalizzando i suoi pensieri su un irriducibile guerra contro lo Stato/Capitale. Si prepara fisicamente e psicologicamente. Interroga in ogni momento questa esistenza mondana e la confronta con le sue teorie di libertà e conflitto. Allora l’anarchico/a non può più voltarsi indietro, non perché l’anarchismo sia un insieme di linee-guida incarnate nei libri che sono intoccabili come una bibbia, ma piuttosto perché a livello individuale e senza l’obbligo di alcuno, ha deciso quale sia il suo compromesso con una lotta che crede chiara. Allora è -almeno individualmente- irriducibile al potere, portando la sua lotta sotto le proprie premesse e combattendo questa battaglia insieme a coloro che focalizzano la loro azione contro il sistema di dominio nella sua interezza.
Trovandoci complici delle azioni per le quali i compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco e di Lotta RIvoluzionaria si sono imprigionati in Grecia, così come gli altri anarchici prigionieri in quel paese mediterraneo, rivendichiamo la responsabilità per queste due azioni, na delle quali è stata riportata mentre dell’altra non si sa ancora nulla.
1.- Tra il 20 ed il 25 aprile 2012 abbiamo spedito un pacco esplosivo composto da un tubo di metallo galvanizzato riempito con dinamite, schegge, cavi, fatto per attivarsi all’apertura tramite un circuito elettrico artigianale. Il pacco è stato trovato l’1 maggio ed era indirizzato all’ambasciatore della Grecia in Messico. I reportage giornalistici hanno detto che il pacco proveniva a nome dell’ex procuratore di giustizia di Città del Messico, Miguel Mancera; confermiamo quest’informazione.
2.- Nei primi giorni di maggio di quest’anno, abbiamo spedito un altro pacco esplosivo di simile composizione, allo stesso modo all’ambasciatore greco in Messico. Fino ad ora non si sa nulla riguardo al destino di questo pacco.
“Noi siamo per principio contro la violenza e perciò vorremmo che la lotta sociale, finché lotta vi sarà, si umanizzasse il più che sia possibile. Ma ciò non significa punto che noi vorremmo che essa lotta sia meno energica e meno radicale, ché anzi noi riteniamo che le mezze misure riescono in conclusione a prolungare indefinitamente la lotta, a renderla sterile ed a produrre insomma una più grande quantità di quella violenza che si vorrebbe evitare. Né significa che noi limitiamo il diritto di difesa alla resistenza contro l’attentato materiale ed imminente. Per noi l’oppresso si trova sempre in istato di legittima difesa ed ha sempre il pieno diritto di ribellarsi senza aspettare che lo si prenda a fucilate; e sappiamo benissimo che spesso l’attacco è il più valido mezzo dì difesa. Ma qui vi è di mezzo una questione di sentimento – e per me il sentimento conta più di tutti i ragionamenti.”
– Errico Malatesta
28 ottobre 1923
Lotte violente, lotte non violente, morti, violenza, armi, legalismo, illegalismo, civile, pacifista… queste uscite para-statali -e borghesi allo stesso tempo- nell’anarchismo dovrebbero già esser state superate e dovremmo aver focalizzato il nostro discorso su punti oggettivi riguardo a come raggiungere i nostri fini. L’attacco perpetrato dai servizi dello Stato italiano contro le studentesse [l’attentato di Brindisi, che ha seguito dopo breve tempo il ferimento di Adinolfi da parte del Nucleo Olga della FAI ed è stato velocemente ed erroneamente attribuito agli anarchici – ndt] quel ben coperto l’evento avvenuto un mese fa, è un atto che non possiamo approvare, non perché sentiamo un qualche tipo di compassione -dal momento che l’etica dello Stato/Capitale non è la nostra- ma più che altro perché non è ciò su cui la nostra morale INDIVIDUALE ci detta di focalizzarci. In primo luogo perché -logicamente- non supportiamo azioni che quelli nel governo, o i fascisti o i gruppi autoritari effettuano. La nostra violenza è diretta contro i potenti, le loro istituzioni ed i loro corpi repressivi, contro quelli del governo, i fascisti ed i gruppi autoritari, perché è necessario e perché è l’unico modo per toccare il potere, toccarlo anche quando l’intero mondo non insorge. Perché non vogliamo riformare il mondo e l’atto violento è l’unico modo per cambiare al di fuori di ciò che il sistema può assimilare. Perciò siamo totalmente d’accordo con l’azione del Nucleo Olga della FAI nell’aver sparato alle gambe del bastardo dell’energia nucleare in Italia. Ciò che non ci piace è semplicemente il feticizzare questo tipo di azione. Gli anarchici sono lontani dall’essere guerriglieri urbani e gruppi armati, noi siamo prima di tutto gruppi di azione anarchica, che agiscono di conseguenz al loro pensiero, perché vediamo che sebbene possa essere una contraddizione in sé, la violenza è necessaria.
Mentre i mass media che si progettano più o meno alternativi, democratici, imparziali, critici, ecc. da una parte stanno glorificando questo movimento chiamato “Yo Soy 123 / Io sono 123”, precisamente perché è il tipo di protesta che “piace” allo Stato/Capitale e al suo presente sistema democratico, perché sono persone che, sostenuta dai propri studi, criticano, propongono, dichiarano, non rompono, non creano alcun problema in realtà, promulgano la legalità e l’agire al suo interno -tutto questo è l’immagine che progettano-; dall’altra parte tacciano come “vandali, ladri e delinquenti” gli studenti di Morelia, che si “incappucciano e non mostrano i propri volti”, che bruciano veicoli del governo, ostruiscono le principali vie di comunicazione, prendono camion ed innalzano barricate, che in qualche modo rompono quel cristallo polarizzato della cosiddetta “pace sociale”.
Anche questi stessi comunicatori dello Stato come Pedro Ferriz del CON che loda e progetta in 123 ciò che ha sempre voluto essere e fare, mentre il portavoce del magistero di Oaxaca pubblicamente dichiara come “questo signore [Ferriz] sia il sovversivo, il provocatore, colui che vuole il conflitto,” ecc.
Ciò di cui abbiamo bisogno è più conflitto e meno riformatori della realtà. Questo tipo di protesta democratica, proveniente da quelli che non vogliono in realtà un cambiamento radicale in tutto ciò che implica quella parola, così come il movimento 123 e le sue richieste, contribuiscono solo a continuare a costruire quella mentalità democratica nelle istituzioni dello Stato. Il più grande inganno è quella democrazia sociale, che con le sue mille e una offerte di aiuto, con la nuova mentalità poliziesca, con il castigo alla tortura, con l’illusorio benestare, rendono ogni volta più difficile che una persona “comune” identifichi il nemico. E’ meglio dire “una parte del nemico” poiché l’altra parte vive nelle nostre teste, ed è quella mentalità di “uomo” nuovo, che pensa prima di agire contro il potere, che ragiona prima di attaccare la polizia per legittima difesa, che dialoga prima di entrare in conflitto con le istituzioni dello Stato, è questa mentalità che sta sostentando il nuovo Stato democratico. Il cittadino sostenta il proprio sfruttamento. La mentalità della tolleranza e della mediazione sono e saranno sempre benefiche per lo Stato, poiché sostentano le basi della repressione democratizzata. Il cercare una soluzione a domande parziali, perché sono quelle che identificano problemi parziali è semplicemente una richiesta al potere di rigenerare il suo sistema, cosa per la quale come anarchici non possiamo discutere. Noi discutiamo sulla distruzione dello Stato/Capitale perché solo da questa distruzione si sprigiona l’unica creazione. Discutiamo sugli atti di attacco individuali e collettivi al potere, discutiamo sulla cospirazione per l’insurrezione.
Per gli anarchici la lotta è e dovrebbe essere al di fuori della legge. Il nostro pensiero, i nostri editoriali, le nostre azioni e le nostre proposte, sebbene molte di esse possano essere pubbliche, sono e saranno al di fuori dei canoni legali del potere. Perciò rifiutiamo l’etichetta di “illegalisti o legalisti”.
“Gli anarchici non hanno ipocrisia. La forza bisogna respingerla colla forza: oggi contro le oppressioni di oggi; domani contro le oppressioni che potrebbero tentare di sostituirsi a quelle di oggi”
– Errico Malatesta
“Pensiero e Volontà”
1 settembre 1924
Non claudicheremo, fino a quando un(a) compagno/a sarà incarcerato/a esprimeremo la nostra solidarietà rivoluzionaria, attaccando violentemente le Strutture del potere, e con lui chi fisicamente lo sostenta.
Non possiamo essere ipocriti convocando le persone verso il proprio macello, dando l’impressione che un movimento di masse civili farà retrocedere il Governo, questo tipo di illusioni non sono la realtà.
La forza va combattuta con la forza.
Solidarietà con i/le compagni/e della CCF, Lotta Rivoluzionaria e gli/le altri/e compagni/e anarchici/e prigionieri/e in Grecia!
Solidarietà con la compagna anarchica Stella Antoniou!
Solidarietà con Braulio Duran!
Che si moltiplichino i nuclei di affinità!
Morte allo Stato… Viva l’anarchia!
Núcleo de acción revolucionaria por la destrucción del Estado – Células autónomas de revolución inmediata / Praxedis G. Guerrero.