Sebbene l’azione portata a compimento dai Comportamenti Devianti per la Diffusione del Terrorismo Rivoluzionario/FRI sia stata indubbiamente distruttiva per coloro che vorrebbero governare le vite altrui ed efficace contro questi, provocando un danno ingente alla sede Microsoft colpita e lasciando un segno indelebile della lotta anarchica e del combattimento contro le proprie paure (ricordo infatti che gli attentatori hanno fatto irruzione nell’edificio facendo detonare un furgoncino carico con 150 litri di benzina e 14 bombole), bisogna fare alcune considerazioni, che saranno affrontate più ampiamente più avanti con un testo riguardante proprio alcuni punti di questa rivendicazione.
Innanzi tutto, si muove una critica contro l’egoismo.
“Non sono forse manette gli egoismi particolari di ognuno, il narcisismo e l’egocentrismo?”
Io dico no, non lo sono. In un mondo che schiaccia e sacrifica l’individuo per alimentarsi e drogare il popolo cieco e sordo, così tanto osannato da alcuni, che non esita a colpire i coraggiosi anarchici d’azione o chi agisce per la propagazione del dibattito insurrezionale-rivoluzionario anarchico, l’ego(t)ismo è una delle fiamme nere che fonde e spezza le catene ostracizzanti dell’attacco contro l’Io, perpetrato dalla società e dalla sua etica, e quelle di un attendismo esasperato ed esasperante per “tempi più maturi”, in cui la gente dovrebbe ipoteticamente cominciare a muoversi in maniera radicale contro il potere. Perché io dovrei morire per qualcosa o qualcuno all’infuori di me? Dovrei forse io sacrificarmi per il popolo, che non esita a sputarmi addosso, chiamando più sicurezza, più controlli, più polizia? E’ infatti sotto gli occhi di tutti la considerazione che ha di chi agisce in prima persona e senza deleghe.
Dovrei forse io morire combattendo per un futuro mondo migliore, che non vivrò? Perché dovrei lottare per qualcosa di cui non potrò usufruire?
Io lotto solo per me stesso, e chi sentirà la mia lotta affine alla propria potrà unirsi a me, ma non annienterò mai il mio essere “Io” per una causa “superiore” o esterna a me stesso.
Infine, credo che la critica al sistema tecno-industriale sia una critica parziale e limitata. Non intacca, infatti, ogni aspetto dell’esistente, ma solo una sua parte. Sono dell’idea che la critica distruttiva debba essere ampliata al “tutto”, e non che venga limitata ad un suo apparato.
Tomo
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Nelle prime ore della mattina di mercoledì 27 giugno, abbiamo attaccato con un’auto-bomba la sede Microsoft. Ci siamo messi all’entrata principale ed abbiamo fatto detonare il furgoncino-bomba all’interno dell’edificio, regalando 150 litri di benzina. Mentre ci assicuravamo che nessuno avrebbe corso rischi, al contrario di ciò di cui ci accusa la stampa, non abbiamo usato armi da fuoco per immobilizzare gli impiegati. E’ stato un atto di guerra contro il silenzio insidioso e la prigionia estesa, che genera questo mondo moderno.
“Catturati nella società-prigione…”
Crescendo e sprecando il tempo ed ogni minuto della nostra vita nella grande prigione, nella cittànella quale annegano milioni di persone, incastrate tra l’ansia e lo stress. E’ folle e contraddittorio che tante persone si siano riunite come zombi nelle enormi città; nelle fabbriche, i loro posti di lavoro, i parchi artificiali, di fronte ai televisori, nelle code degli uffici di disoccupazione; nella necessità e l’estorsione.
I ritmi qui sono depredatori, i dilemmi più asfissianti che mai, droghe psico-attive ed antidepressivi sui ripiani per ogni tipo di paziente di questo moderno stile di vita.
Istituzioni mentali, psichiatri e psicologi, prigioni; così non sono anche i disgustosi uffici -gabbie negli edifici- cannibali, che nella loro maniera incarcerano l’emozione umana, la vitalità ed il vigore?
Non sono forse le rumorose vie, il costante ronzio delle trombe di quelli che corrono per guadagnare un minuto in più ed arrivare più in fretta a lavoro, a scuola, o alle loro importanti riunioni?
Non è forse un carcere tutto questo intorno a te?
Non sono forse sbarre, le nostre inibizioni e timori, non è una cella bianca e fredda l’esecrabile individualismo che chiude i propri occhi e non ascolta?
Non è forse un carceriere il maledetto tempo che ci hanno imposto nella vita con il modo più violento? Il programma, gli orari, i riposi che sezionano ed addomesticano tutto ciò che sperimentiamo?
Non sono forse manette gli egoismi particolari di ognuno, il narcisismo e l’egocentrismo? Tutti quelli che appaiono solo per coprire le proprie debolezze, per coprire anche solo temporaneamente il baratto della propria esistenza oppressa.
Qui nessuno è libero. Le illusioni di libertà fanno addormentare tutti. Per quelli che chiudono un occhio, uno sguardo intorno è sufficiente per arrivare a percepire le manete visibili ed invisibili.
E’ certo che il mondo moderno in una gran misura è riuscito a stabilirsi nelle menti dei sudditi, nei cuori di tutti gli schiavi. Fatto che ci fa pensare alla metafora di questo stabilimento come una barca che, senza capiano o equipaggio di testa, continua la sua rotta, senza problemi, grazie ai buoni marinai alienati.
Dentro e fuori le mura, ci sono società parallele, mondi tanto simili che ad occhio si vedono molto lontani.
“…Prigionieri nelle carceri della società, demolendo i muri”
Il colpo è stato organizzato come un’azione urgente di solidarietà con la ribelle Olga Ikonomidou. Il giorno dell’attacco compiuto alla Microsoft, Olga trascorreva il 54esimo giorno di isolamento per il fatto di non accettare l’umiliante perquisizione con denudamento integrale alla quale la volevano sottoporre.
Sfrotunatamente non abbiamo potuto agire nelle situazioni critiche che sono successe nel periodo anteriore:
– Lo sciopero della fame trionfante dell’anarchico rivoluzionario Rami Syrianos, punito anch’esso con l’isolamento per la stessa attitudine di fronte alla perquisizione.
– Lo sciopero della fame dei compagni anarchici Kostas Sakkas, Alexandros Mitrousias e Giorgos Karagiannidis, esigendo la liberazione immedata della compagna Stella Antoniou per problemi di salute e l’assoluzione dalle accuse mosse.
– Il vittorioso sciopero della fame a turno dei membri dell’Organizzazione Rivoluzionaria CCF e dell’anarchico Theofilos Mavropoulos per i due membri dell’Organizzazione, Panagiotis Argyrou e Gerasimos Tsakalos che hanno negato di essere trasferiti alla prigione di Domokos, dove il codardo sergente Kliaris e i suoi seguaci hanno attaccato e colpito i compagni perché non accettavano nemmeno loro l’umiliante perquisizione.
La scelta del nostro obiettivo sembra irrilevante alle istituzioni giuridiche e repressive, ma sappiamo che la lotta è comune e mira ovunque, poiché il suo sistema è unificato e trema interamente per i colpi piccoli e grandi della nostra azione. Crediamo che l’attacco repressivo che costantemente ricevono i ribelli attivi, non debba orientare la nostra azione solo verso la repressione ma anche approfittare dell’occasione ed ampliare il nostro scenario di attacchi ed il discorso rivoluzionario.
Da entrambi i lati della parete si trovano individui che vanno contro il carcere, che non abbassano la testa. Nonostante l’altezza della parete che ci separa, da un lato o dall’altro, comunicheremo sempre coi nostri fratelli/sorelle dall’altra parte.
MAI SOLI – UN PUGNO CONTRO IL CEMENTO
La nostra forza a tutti i combattenti incarcerati negli inferni.
Forza a tutti i ribelli catturati.
“Le ceneri di una multinazionale”
L’edificio è stato scelto perché la Microsoft è una delle compagnie informatiche più podersoe, che per noi questo settore incorpora queste tremende e terribili macchine che all’inizio cercavano di sostituire la mente umana, ed ora portano il capitalismo sopra la loro schiena. Il software sviluppato si usa principalmente o per intontire i bambini con videogiochi o per dar un impulso ai computer degli Stati, uffici delle imposte, esercito ed imprese capitaliste. Obiettivi sono per noi ogni compagnia coinvolta nel sistema tecno-industriale, indipendentemente dal suo contributo.
E per non dimenticarci, i fondi accumulati dal fondatore di Microsoft, Bill Gates, ora sono investiti in progetti nucleari, come per esempio finanziare la costruzione di un reattore nuovo e promettente, anche dopo i fatti di Fukushima; oltre ad investire nei prodotti geneticametne modificati, una minacchia moderna per la salute umana e la natura che continua a vendere e regalare morte -un esempio tra i tanti: migliai di agricoltori si sono suicidati a causa dell’inefficienza dei prodotti della Monsanto, in alcuni casi, anche consumandoli; anche nelle medicine, vaccini ed “interventi” sul codice genetico col fine di appoggiere le proprie idee malate di ridurre la popolazione tramite l’aumento della tassa ti bassa natività e la debilitazione del sistema immunitario degli esseri umani. Tutto questo ovviamente, con la vetrina della lotta contro la fame, la carità, una salute migliore, migliore qualità di vità, protezione dell’ambiente e la lotta contro il cambiamento climatico.
Ad ogni modo, la sua proprietà gli permette di comprare e vendere qualsiasi tipo di potere voglia; un esempio semplice? Il vasto finanziamento delle agenzie di notizie più grandi del mondo dall aFondazione Bill e Melinda Gates, per la promozione dei propri investimenti, schiacciando qualsiasi argomento sulla differenziazione tra la tecnologia innocente e colpevole nel mondo borghese.
“Morte al cumulo tecno-industriale”
“Non c’è niente di male nella violenza come tale. In ogni caso specifico, se la violenza è qualcosa di buono o meno dipende da come si utilizza ed i fini ai quali serve. Allora perchéle persone al giorno d’oggi vedono la violenzia come qualcosa di per lo più sbagliato? Perché hanno subito un enorme lavaggio del cervello. Le società moderne utilizzano differenti metodi di propaganda per educare la gente perché si terrorizzi e rabbrividisca di fronte alla violenza perché il sistema tecno-industriale necessita una popolazione sottomessa, timorata, docile, codarda; una popolazione che non dia problemi e non molesti il buon funzionamento del sistema. Questo potere dipende direttamente dall’applicazione della forza fisica. Educando la gente che la violenza è sbagliata (eccetto la violenza impiegata dal sistema attraverso la polizia o l’esercito), il sistema mantiene il monopolio del potere fisico e peranto mantiene la gente come ostaggi. (Ted Kaczynski)
La Tecnologia oggigiorno esprime il potere della pseudo esperienza, con una ricerca continua e simultanea di raggiungere l’impossibile; son la sua sorella gemella, la Scienza, le due consegnando la ricerca della conoscenza al servizio del dominio, sono le più care prostitute del Potere -l’Arte le invidia definitivamente per questo. Tutte queste imprese del cumulo tecno-industriale sono inestricabilmente vincolate col sistema economico e politico. Recitando il ruolo del creatore ed amministratore del mondo moderno, concedono al Potere la disponibilità e l’uso dei suoi prodotti, con un proposito comune; l’imposizione di un controllo totalitario, il mantenimento dell’equilibrio così come delle contraddizioni, e naturalmente il beneficio. Cosicché non sappiamo se il prodotto sia inoffensivo, utile o benefico, la sua disponibilità senza dubbio ha un orientamento chiaro e preciso; e mira con grande precisione. Dalle vite fradice di tortura che aspetta gli animali nei laboratori, fino alle prove e agli attacchi nucleari, dall'”intercettazione” delle preferenze degli umani -consumatori e la loro vendita alle imprese, fino a quella dei dati personali per delinare le condizioni sociopolitiche e venderli ai servizi segreti, dalla sottomissione permanente della persona nel cercere tecnologico fino alla distruzione del pianeta…
Il computer, l’applicazione pratica delle matematiche, ha ora la capacità di simulazione della realtà in un ambiente virtuale. La mancanza di emozioni e piaceri, l’estraniamento e l’alienazione, il vuoto e la futilità dell’esistenza già sono cancellate dalle illusioni che producono le macchine. Ora stesso che batto questo testo al computer, decine di persone di tutte le età stanno al mio fianco intrappolati in uno schermo, adattando il proprio comportamento ad un gioco, alcuni vivono addirittura attraverso esso. Cercano il contatto personale, l’amicizia e l’amore in un sito di reti sociali. E tutto questo succede in un angolo del pianeta, e continuiamo a moltiplicare gli angoli noi stessi esponenzialmente giorno per giorno. Se ora controllano le nostre emozioni e la nostra socialità, e ora dirigono il nostro animo e pensiero, quanto è lontano il momento in cui controlleranno completamente anche i nostri sensi? Quando pensiamo di guardare un bel paesaggio, annusando un fiore, ascoltando le onde del mare o toccando il/la nostro/a ragazzo/a, anche dietro a tutto ciò si nasconderà un dispositivo digitale ed il codice di un programma perfetto…?
Non c’è tempo da perdere aspttando una risposta…
… Cominciando dagli strumenti dalle macchine, lo sviluppo dell’edificazione, la biotecnologia, la nanotecnologia e le tecniche sociologiche come la propaganda ed il controllo della psicologia…
Medicinali che alterano lo stato d’animo, compere e vendite di articoli virtuali, dispositivi impiantati dentro di noi che controllano la nostra salute e forniscono il trattamento adeguato ed i robot militari che si allenano in tattiche di combattimento. Macchine-lettrici di mente, impianti di chip nei cervelli degli animali e degli esseri umani, il controllo delle emozioni attraverso onde elettromagnetiche, sono le linee guida delle indagini, non negli oscuri sottosuoli dei servizi d’intelligence, ma dei laboratori soleggiati dei centri d’investigazione, università e delle grandi multinazionali tecnologiche. Un’emozionanto ed allo stesso tempo spaventoso futuro si avvicina così rapidamente al nostro presente.
Migliaia di menti corrotte che pensano al Potere. Per fortificare di più l’ordine stabilito. Col pretesto dei benefici della medicina, il miglioramento dello stile di vita, la protezione dell’ambiente e sfruttando l’ impulso naturale dell’uomo a generare conoscenza, stabiliscono la tecnologia della subordinazione tramite il controllo del pensiero, le armi intelligenti di grande portata, tanto per la crescita della propria economia attraverso massacri come anche per attaccare quelli che resistono, rendendo la visione rivoluzionaria ancor più distante. Ci fa tanto arrabbiare come quanto ci intristisce, il sacrificio di questo impulso umano verso la creazione e l’evoluzione nell’altare della sovranità e dell’imposizione. Non immaginiamo un mondo dove tutti debbano afferrare una zappa per lavorare la terra, né pretendiamo di tornare a migliaia di anni fa, che è impossibile in tutti i modi. Vogliamo sviluppare al massimo la capacità dell’umano in un mondo dove la conoscenza e l’esperienza siano libere e non il privilegio di una cricca autoritaria, né lo strumento di una strategia economica. In un mondo senza padroni e schiavi, senza specialisti e non-qualificati. Crediamo fermamente nella grandezza dei risultati dell’intelletto umano, ma la nostra meraviglia si tramuta in frustrazione e rabbia a vedere quanto facilmente quest’ultimo lo abbia ingannato.
Tutto ciò che porta il moderno stile di vita collasserà completamente senza l’infrastruttura fisica come l’elettricità o il petrolio che nutrono e sostengono la mostruosità ogni volta più ampia. Il filo della propria vita può arrivare ad essere tanto poderoso fino a sembrare la morte con il solo premere un bottone -come le testate nucleari-, e al tempo stesso tanto impotente fino a collassare totalmente con conseguenze caotiche se s’interrompesse la sua alimentazione. Il regno del terrore e la felicità artificiale dipendono dalla posizione che assumiamo contro le sfide della guerra di questo nuovo impero; la ribellione o la sottomissione, umani o subumani, la guerra o il suicidio.
La cultura mortale identificandosi con la mostruosità della tecnologia moderna, sicuramente non dovrà avere una morte civilizzata. Respirazione profonda fino alla fine e qui andiamo…
“La rivoluzione prima e sempre”
“Quasi indipendentemente, per qualche ora comunque, darò voce al detonatore, scoprirò i miei nemici, che per voi si trovano lontani ed una volta che mi sarò liberato di loro, mi perseguiranno, ma ora stesso che li cerco io, loro sono i perseguitati.”
Rivoluzione, movimenti, prospettiva, parole che vengono da lontano per ricordare CIO’ CHE E’ STATO O SARA’. Parole i cui significati vaghiespellono la propria essenza ad una sfera lontana del passato o del futuro. Ciò che importa è come si vive qui ed ora. Ciò che importa è lo sforzo di ogni individualità per sconfiggere quanto possibile il potere, all’interno di lui, al suo fianco e intorno a sé.
Ma come è stato scritto molte volte, la teoria semplicemente conferma l’azione. Parole vuote, giochi di prestigio teorici, proclamazioni illustrate. Con le parole vinciamo tutti. Ma quando arriva il momento di agire per suggellare le nostre azioni teoriche, è quando le inibizioni impediscono, i ritardi deviano, le paure dominano.
Azione significa rottura. Rompere col tuo essere timorato, rompere col valore predominante, rompere con l’inerzia. Toglierti dalla realtà, così com’è data. L’azione non è solo un incendio, un assassinio, un corteo. L’azione si definisce come lo sforzo di mettere in pratica tutte le credenze con te stesso o con gli altri NELLE RELAZIONI QUOTIDIANE.
Per noi l’anarchia è uno stile di vita. Non comincia quando il lavoro salariato finisce né quando lo studente termina il suo percorso di studi, nemmeno con la fine del corteo, di affiggere manifesti, anche alla fine di un attacco quando già “s’è fatto il lavoro”.
Chi lotta non necessità nessun auto-segnalamento, nessun profilo per “vendere la sua faccia”. La lotta anarchica è di per sé “disinteressata”, non nel senso cristiano di umiltà vittimizzata, MA COME UN’ATTITUDINE CHE “PARLA POCO E FA MOLTO”. La lotta non è tema di discussione per gli sbruffoni nei caffè, né per gli intervalli lavorative o studenteschi degli anarco-sbruffoni di Exarchia.
Lontani dall’elitismo.
Lontani dallo stile di vita di fumo che ha plagiato i circoli rivoluzionari.
Lontani dallo pseudo-dilemma “sociale-guerriglia”, dal feticismo dei mezzi di comunicazione, la rottura senza senso, vicino alla diversità della lotta e l’unione.
Contro le opinioni che giustificano i mezzi e perciò debilitano le alleanze o le amicizie cercando benefici rivoluzionari.
Contro le percezioni travolgenti che sottovalutano la gente, impedendo la sua evoluzione, applicando norme universali per interpretare il comportamento sottomesso della società nella sua interezza, non gettiamo le persone in sacchi della spazzatura.
Inoltre “colui che è senza peccato scagli la prima pietra”. Chi si pensa e si crede incontaminato/puro si è ammalato senza rendersene conto…
La nostra lotta “sta lottando” tutti i giorni attraverso le menti di coloro che stanno ancora pensando. Fermentata da/con le infinite caratteristiche personali di ogni individuo. Arricchita dal panorama dei concetti nell’ambito sociale. Arriva ad un vicolo cieco e si suicida di fronte ai muri della paura e della rassegnazione che si innalzano! Fino a che un altro compagno continui la lotta…
All’avanguardia della lotta si trovano, sia anche mentalmente, persone di tutto il mondo che lottano ferocemente per l’impossibile. Sia quale sia la loro indentità politica, rispettiamo tutt* quell* che danno la propria vita, perché la amano e sanno che una vita libera e pericolosa vale più che una schiavizzata, affogata nel compromesso con l’autorità…
… Si tratta dei ribelli del delta del Niger, che lottano contro la multinazionale “Shell” che contamina e distrugge vaste aree, i movimenti militanti sovversivi che si sviluppano negli Stati Uniti reclamando lo spazio ed il tempo fuori dai dettami statali della dittatura economica, la resistenza armata palestinese, i combattenti armati delle FARC in Colombia, le ocupazioni di terre in Brasile che sono sgomberate con la forza in vista dei Giochi Olimpici, i ribelli in Inghilterra, i Vaghi dei ghetti in Francia, gli scontri dello sciopero dei minatori in Spagna e gli insorti d’Egitto e Siria, che nonostante i migliaia di morti e la repressione riempiono le strade e le piazze delle città, affrontano i maiali in uniforme e si armano contro il regime…
… Si tratta della propagazione della lotta anarchica ed il suo stabilimento a tutti i livelli dalle molotov a Santiago fino agli incendi ad Atene e all’attacco armato in Italia, è la diffusione del discorso rivoluzionario anarchico da decine di compagni sconosciuti…
I punti che ci differenziano sono tanti; come la gerarchia partitica degli attori armati. A parte le opinioni parziali riconosciamo qualcosa di molto profondo in comune coi ribelli di base: la lotta e la resistenza contro coloro che dominano – passione per la vita e la libertà.
Anche coi nostri compagni anarchici ci saranno sempre punti di controversia e scontro, perché nel nostro mondo senza autorità non c’è una linea comunq eed ognuno si colloca diversamente la linea divisoria tra i compromessi e la ribellione. La sfida è continuiare ad essere un colpo contro il nostro nemico comune.
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La vita è lotta e rivoluzione. La rivoluzione e la lotta sono la vita. La vita qui mentre viviamo, mentre lottiamo, mentre possiamo guardare il cielo… Quando tutto ciò termina tutto si spegne; assieme alle bandiere rosse e nere, i simboli del martello e la falce e le ideologie.
La nostra lotta è difficile, dolorosa e allo stesso tempo illimitata ed entusiasta. Fonte della ribellione è e sarà il vissuto.
La nostra lotta è polimorfa. Esplode come le nostre bombe, odora di piombo puro come le nostre pallottole, si estende come i nostri fuochi, parla al cuore così come i nostri testi, contamina la a città marcia come i nostri manifesti, sorride ai nostri nemici, si innamora appassionatamente, molte volte si chiude in se stessa come gli inadattati ed i timidi.
La nostra lotta è il nostro “contributo” alla guerra mondiale sotterranea che si manifesta quotidianamente dentro e contro la macchina sociale.
La nostra lotta non si auto-evidenzia, non si caratterizza per nessuna PUREZZA RIVOLUZIONARIA.
La nostra lotta non è per servire alcuno. Solo riflette i nostri desideri e brame.
L’odio e la speranza. L’allegria ed il nostro dolore. I pensieri ed i sentimenti dentro di noi.
La nostra lotta rompe i muri delle carceri-bordelli che sono state costruite e ci fa comunicare coi nostri fratelli di tutto il mondo accompagnandoli nelle ore difficili della loro prigionia.
La nostra lotta è in primo luogo una lotta contro i NOSTRI compromesssi, i NOSTRI timori, le NOSTRE imperfezioni.
La nostra lotta è bella ed emozionante perché ci dà momenti che mai avremmo sentito se avessimo continuato il cammino subordinato di uno studente o di un lavoratore.
La nostra lotta è illegale, nonostante i mezzi che utilizziamo, perché supera i limiti della legalità borghese. Perché si oppone completamente al Potere e alla sua cultura, era, è e sarà fuori dai limiti della legge.
La nostra lotta è orgogliosa e non la negozieremo in nessuna sala politica o giudiziaria.
La nostra lotta è rigata dal sangue di tanti compagni morti. Li ricordiamo giorno per giorno continuando la lotta dove l’hanno lasciata, tenendo a mente che presto o tardi vendicheremo la loro morte.
Infine, la nostra lotta è il nosro tentativo di vivere l’anarchia ORA, laciare indietro i nostri compromessi, per creare relazioni sincere coi nostri compagni, pugnalare l’immagine perfetta del loro mondo.
E’ perché la nostra visione è di un mondo differente a quello loro, un mondo basato sulla solidarietà e l’essere compagni dove la conoscenza cresce liberamente, in contrasto con la scienza dipendente dagli investimenti statali, militari e capitalisti.
Un mondo dove gli esseri umani vivano in armonia col mondo naturale in relazione di convivenza con gli esseri vivi della terra. In contrasto con le persone drogate dalle carceri che produce la prigione tecno-industriale che attacca costantemente tutto ciò che vive e respira.
Un mondo di cui tramite la lotta delle comunità anarchiche stiamo costruendo le basi, un mondo che è illegale pensare e sognare, ed ancor più che qualcuno cerchi di viverlo qui ed ora.
Che i modelli obsoleti lascino il loro posto all’immaginazione radicale. Che ognuno modelli la propria vita lontano da modelli e forme.
Gettiamo la politica ed i suoi sostenitori nel bidone. Ma chi ha osato dare un senso politico al comportamento ed all’emozione umana?
“Intellettuali di oggi, stupidi di domani,
Ridatemi il cervello che basta alle mie mani
Profeti molto acrobati della rivoluzione
Oggi farò da me senza lezione”
“Sul carnevale elettorale”
Il colpo è arrivato subito dopo le elezioni. L’analisi degli incentivi dei votanti e quelli che non hanno partecipato, è senza dubbio impossibile. Sicuramente, non abbiamo l’illusione di un gran cambiamento verso la sinistra, alcuni semplicemente “hanno visto la luce e sono entrati”, in un tentativo di cambiare lo scenario politico. L’unico punto in cui si differenziano queste elezioni da tutte le precedenti è che una gran parte della società ha optato per una posizione politica che prima, cioè nell’epoca del voto indifferente (chiaramente insieme ad un ritardato “interesse per il pubblico” è entrato in scena anche la stupidità accumulata tramite dilemmi, tali come “Alba Dorata o Syriza”). E senza dubbio una gran percentuale di astensione non si traduce solo come noia dell’elettorato, ma anche come una reazione o diluizione del processo, in due parole parliamo di astensione “politica” se si può chiamare così.
Per quelli che hanno preso le strade, dando vita alla propria rabbia, per quelli che sentono la necessità della fuga più che mai, la nostra opinione è che i voti alla bolla della sinistra convenzionale non sono sufficienti, nemmeno la sterile ed inoffensiva “protesta” attraverso l’astensione, opzioni che servono soltanto come valvola di decompressione e sollievo. Proponiamo la radicalizzazione di tutti quelli che non hanno sostituito la mente con un televisore e sono alla ricerca di una reazione e resistenza in maniera significativa. La radicalizzazione dell’azione nella lotta di strada e le barricate. In questo campo che consideriamo più fertile per la diffusione della teoria e la pratica anarchica.
In quanto ai votanti di Alba Dorata hanno avuto l’opportunità di vedere chi rendono più forti. Scuse come “li ho votati per sentirmi sicuro” o “perché puniscano il Congresso” non saranno sufficienti per calmare le nostre intenzioni ostili verso di loro. La crescita continua dei fascisti in nessun modo deve lasciarci indifferenti pensando che non siano un rischio apparentemente serio, perché verremo colti di sorpresa e non sarà qualcosa di piacevole. Cosicché i membri assassini di questo partito, che non si tranquillizzano perché pensano che ora la polizia li protegga. Come si dice bene: due piccioni con una fava.
“Ingoiando fuoco… vomitando incomprensibili desideri”
Il sistema non solo è riuscito a mantenere il suo potere con la forza ma attraverso le decine di linguaggi che parla, è riuscito a diffondersi ed a riprodursi nell’insieme delle relazioni sociali, per cui noi anarchici stiamo arrivando all’inizio di una guerra rivoluzionaria, che per poter triunfare non solo bisogna distruggere le strutture del potere, istituzionali ed informali, ma anche costruire RELAZIONI UMANE LIBERE chi ed ora, relazioni che costruiremo e difenderemo con la barricata del nostro corpo a qualunque costo, perché rifletta tutto il nostro essere, con sangue e dolore, felicità e tristezza, con sorrisi e lacrime, amore ed odio. Relazioni che riflettano mille “voglio e posso” in una volta. E tutto questo che stiamo descrivendo è il cemento delle emozioni umane che mai si romperà, poiché conosce la giustificazione e la necessità della lotta, perché già ha respirato l’aria della libertà anche se sepolto nella prigione, perché gli equilibri duri si incontrano con le speranze più ardenti, perché ieri, oggi, domani e sempre, queste relazioni sono state e saranno l’embrione di qualcosa di migliore che non sappiamo se o quando arriverà, ma lottiamo ferocemente per questo, perché crediamo profondamente negli umani liberi.
Perché anche se ci rompiamo la faccia nel cammino, la nostra vittoria individuale si è data alla costruzione di queste relazioni e la nostra lotta per il collettivo è nell’amplificazione di quelle, nella RIVOLUZIONE ANARCHICA. Perché se fossimo arrivat iin ritardo al nostro appuntamento, forse avremmo perso l’attacco al cielo. Il nostro obiettivo è costruire una base solida dei fondamenti della distruzione creativa. Col materiale disgusto e odio per tutto ciò che ci mantiene prigionieri nel mondo perverso di oggetti morti, anime inanimate, coscienze perdute, l’orrore geneticamente calcolato, l’accettazione fredda ed idoli sanguinolenti.
Permettiamo di lasciarci nel vortice dei sensi e dei desideri pericolosi.
VIVA LA PROPAGAZIONE DELLE RETI ANARCHICHE!
VIVA L’ANARCHIA!
P.S. 1: Dedichiamo ogni riga di questo testo ai ribelli prigionieri Mpampis Tsilianidis, Dimitris Dimtsiadis, Socrates Tzifkas. L’influenza dei loro pensieri attraverso le loro analisi innovatrici è stata cruciale. A presto…
P.S. 2: Il giorno dell’attacco alla Microsoft, i membri della CCF e l’anarchico Theofilos Mavropoulos venivano giudicati per la frase “NON UN MILLIMETRO INDIETRO, NOVE MILLIMETRI NELLA TESTA DEGLI SBIRRI”, quella che adottiamo, poiché ci esprime perfettamente. Nella campagna di repressione contro gli anarchici, li hanno accusati anche dell’incendio dello Studio ATA, che abbiamo rivendicato come azione nostra. Anche se per caso, eravamo presenti nel tribunale, a nostro particolare modo.
Per non dimenticarci: NON UN MILLIMETRO INDIETRO, NOVE MILLIMETRI NELLE TESTE DEI GIUDICI E DEI DIFENSORI.
P.S. 3: Inviamo tutta la nostra solidarietà all’anarchico Mario López in Messico che è rimasto ferito dall’artefatto esplosivo che trasportava, così come i prigionieri anarchici accusati di partecipare agli attacchi della FAI in Italia. Il nostro fuoco arde per tutti voi!
Comportamenti Deviati per la Diffusione del Terrorismo Rivoluzionario – Fronte Rivoluzionario Internazionale
please is not men the same thing…. do you no what i meen??
we are not agains the nichilist indyvidouls……
yes????
please you must under…..
AND WE RESPECT TOMO! PLEASE YOU MUST UNDERSTAND US!
WE ARE WITH YOU! we love you!!
AND WE RESPECT TOMO! PLEASE YOU MUST UNDERSTAND US!
WE ARE WITH YOU! YOU GETING RONG….
hola compas,
thank you for the corrections. but even if something is changed (like what I thought about the term “individualism” in this case or what I understood (wrongly) about vanguard, other things (like the fact they had guns or about egoism) don’t change my speech that much, but I corrected it after the important corrections you told me.
thank you again and please, if you see some errors, do like you just do, tell me! eheh
a flaming hug
Hello, there :-)
We’ve seen that you were based on the initial Spanish version, which was translated by comrades and posted by our compas of VLA. We have also uploaded the translation on ES.contrainfo—with significant revisions, though, according to the Greek original. So, in fact, the Italian translation requires “a second look”; however, we really don’t have the time to help out at the moment.
What we want to emphasize is few things for now:
You write down the organization’s name either as “Comportamenti Deviati per la Diffusione del Terrore/FRI”, or as “Comportamenti Deviati per la Propagazione del Terrore/FRI”. Neither one is accurate.
The name could clearly be disseminated as “Comportamenti Devianti per la Diffusione del Terrorismo Rivoluzionario/Fronte Rivoluzionario Internazionale”, thus transcribed with the words ‘Devianti’ (with an “n”) and ‘Terrorismo Rivoluzionario’.
In other words, they claim responsibility as:
*Deviant Behaviours for the Spreading of Revolutionary Terrorism/International Revolutionary Front
[Αποκλίνουσες Συμπεριφορές για τη Διάδοση του Επαναστατικού Τερορισμού/Διεθνές Επαναστατικό Μέτωπο]*
There is another mistake, in your introductory note (obviously based on mass media), namely “gli attentatori hanno fatto irruzione a pistole spianate”.
The organization clarifies that: “Throughout the entire operation, we made sure that nobody would run any risk while, contrary to the claims of various media reports, we did not use guns to immobilize the security staff.”
Another false remark refers to their alleged “critica contro l’individualismo e l’egoismo”. Τhe reference to «ατομισμός» can only be perceived in the sense of selfishness, and so forth. We haven’t yet been able to release an English translation, but let us give the relevant parts of the communiqué here, just to try to explain:
“Aren’t the inhibitions and fears prison bars in fact, isn’t the abominable atomistic kind of individualism a cold white cell in fact, which shuts its eyes and does not even listen?”
[Μήπως δεν είναι κάγκελα οι αναστολές και οι φόβοι, δεν είναι ένα ψυχρό λευκό κελί ο αποτρόπαιος ατομισμός που κλείνει τα μάτια και δεν ακούει;]
“Don’t personal egotisms, egopathy and self-prominence of every one of us consist also handcuffs in reality?”
[Μήπως χειροπέδες δεν αποτελούν κι προσωπικοί εγωισμοί του καθενός μας, η εγωπάθεια και η αυτο-ανάδειξη;]
Finally, let us try to point out some obvious misunderstanding regarding an alleged concept of ‘vanguard’ by translating a pretty much related phrase in the communiqué:
“At the forefront of the struggle, we meet (even noetically) people from every corner of the globe who fight for the unattainable with rage.”
[Στην πρώτη γραμμή του αγώνα συναντάμε –έστω και νοητά– ανθρώπους από κάθε γωνιά του πλανήτη που μάχονται με λύσσα για το ακατόρθωτο.]
It goes without saying that we wouldn’t mind if you didn’t publish this comment; we only care to help disseminate revolutionary discourse.
Our warmest greetings!
xxx