KERBERUS:LA DISTRUZIONE ISTINTUALE

 

pdf:KERBERUS:LA DISTRUZIONE ISTINTUALE

Premessa: Distruzione di ogni morale.La distruzione nichilista non lascia niente sul suo cammino, la morale da qualunque luogo essa provenga deve essere distrutta:questo è il fine.

Nella  mentalità comune ci sono luoghi ed organi preposti a “dispensare” morale, nella realtà dei fatti ogni luogo è diventato adatto a rivestire un ruolo moralizzante.

Riprendendo un termine usato nel testo che segue, attraverso la rottura dei limiti imposti e senza porre limite al limite si cerca di “determinare la <<morte>> dell’anarchismo-sociale nella forma gnomica anarchica”.

Troppi limiti morali sono stati posti nel tempo in quest “Comunità-ordine” che hanno influenzato l’individuo assoggettandolo mentalmente e moralmente ad una serie di norme non scritte, ma da tutti condivise. Allo stesso tempo L’individuo non è stato capace, o solo in parte, di porsi come distruttore assoluto di ogni regola morale anarchico-cristiana.

Non ci sono limiti! Nemmeno morali, quello che è importante distruggere è il ” moralizzatore” che è in noi, quell’anarchico che bacchetta le azioni di attacco e distruzione dell’esistente, etichettandole come amorali.Ma se io distruggo l’esistente allora tutto è compreso in esso, dove dovrò porre il mio limite?

Se mi sento affine ad un attacco in cui perdono la vita un poliziotto e suoi familiari, il mio appoggio a questo atto verrà forse meno perchè hanno perso la vita “persone innocenti”?NO! Quello è anche l’esistente!

Questo è il superamento della falsa morale buonista.Non esiste il bene ed il male assoluto, ma in quanto fatto individuale.L’azione è a-morale perchè atta a distruggere.

Assecondo e vivo la mia cattiva passione senza porre dei limiti al divenire. La morale é distrutta!

Sara Zappavigna

KERBERUS:LA DISTRUZIONE ISTINTUALE

Nel suo intimo, non solo a parole, ma nei fatti, egli ha spezzato ogni legame con l’ordinamento sociale e con l’intero mondo civile, con tutte le leggi, gli usi, le convenzioni sociali e le regole morali di esso. Il rivoluzionario è suo nemico implacabile e continua a viverci solo per distruggerlo con maggior sicurezza”.

“Il catechismo del rivoluzionario”

Leggendo le parole di Sergey Nyechayev ci introduciamo in un mondo dove il “filtro” etico-terminale ultimo della cedenza definitiva-viene de-composto dall’Immoralità che annienta e annette il cognitivo affiorare dell’atto a-determinato in una compulsività che estirpa un figurativo cogitare attraverso il flagello del mortale evento morale-comprensibile al co-societario assuntore in un astenia di desiderabilità.

 

Desiderio-soddisfacimento-proseguibilità.

 

Allocuzioni dell’evento in determinazione conseguente all’avanzato stato di decomposizione e del perspicuo decedere della singolatività.

 

La praticabilità nel diffondersi del pratico esigere in una semplificazione di un modello-analogia al metodo comune-in un consequenziale predisporsi dell’evento esplicabile.

 

Esplicazione e falsificazione nel definirsi del termine limite.

 

Un limite in definizione e risoluzione nel termine “finale”.

 

Il “fine” limitato in un punto e un confine nel completare dell’evento in analogia al prologo.

 

La proporzione-forma di pertinenza in affermazione corrispondente al limite nel definirsi dell’evento consequenziale.

 

In un evento determinato lo stato di decomposizione avanza all’incedere della determinazione composita al disporre del singolo e la sua singolarità.

 

Il condonabile e il comparabile-in un eventualità-sono l’universalità e la teoria generale nel limite affermato in un disposto regolare di un organico ordinativo nelle regole della società umana.

 

Il percorso in conduzione incanalato in una dipendenza ostatico-costituisce e ri-ordina ogni significato del comune disporre in un asserzione affermativa del valore conformativo:

Un valore è in questo modo de-amplificato.

 

L’ostatico percorso annette il non-ostentativo in sub-ordinazione del valore conformante.

 

In ambito Nichilista-Egoista-si è traslato-determinandone la “morte”-l’anarchismo morale-sociale-nella forma gnomica anarchica:

 

La diversificazione in un termine quantunque deducibile –è avanzato in uno specifico termine racchiudente la moralità adotta in e nei valori universali confacenti all’anarchismo e la sua chiesa redentiva.

 

Il testo qua presente esperisce la frammentazione e la negazione della funzione storica dell’anarchismo-e volge in un passione distruttiva al negare un limite limitabile.

 

Il raptus  intensivo Nichilista e amorale-devasta il susseguirsi della valutazione apparente in una codificazione in devozione della comunità-ordine.

La  comunità-ordine compone  la struttura identificativa nel rendere l’effetto producente in stabili regolamenti conformi nel relegare la sovranità dell’individuo-in un organico pre-cludere di norme costitutive in procedimento di un ostatico-gnomico.

 

L’accadere in un Rigor mortis ostativo è il coacervo di un aggregazione in una semplificazione oggettiva:

Il processo di norme consuetudinarie sono  la successione derivativa in una costituzione  nel disporre del prodromo processo di metodo:

 

Metodo-moto-disposizione in una collocazione composta di un limitrofo “filtro”.

Il “filtro” genera il coagulare in una concentricità dell’atto provocatorio ed eccentrico in un concatenarsi di “penna e pistola”.

 

Il “filtro” è il termine-limite in cui si ritrova ogni individuo che voglia appagare la sua sensibilità nel provocare-distruggere-a-moralizzare-l’evento vissuto in una preminente negazione del sintomo-deferenza in una comunità-ordine.

 

Per essere specifici:il testo qua presente affronta la moralità adotta in ambito dell’attacco-attentato e conseguente rivendicazione di un non percorso-in ambito anarchico.

 

Il testo affonda le complessità producenti moralizzazione nello scegliere un obiettivo e nel dare il limite a un limite-promulgato nel limite dell’anarchismo.

 

Addentrarsi in un percorso e in canali intercomunicativi nel disporre ogni evento come un concentrico persistere di invariabilità deduttiva –e squartare a piene mani-la valorizzazione della comunità-ordine-bruciandone il “cadavere”.

 

Oltrepassare la soglia automizzata nel logico criterio sub-ordinato al valore edotto-è annientare in un istante la conformazione in una intrinseca condizione del calcolabile condizionante del modello-prassi dell’agire.

 

Qual è il limite invalicabile di cui  fino ad ora in ambito anarchico si è dato un limite al limite?

 

Nella forma gnomica anarchica-l’incanalare ogni desiderio di rivolta individuale-è l’edotto valore di valutazione oggettiva dell’atto espresso in una pratica teorica-teorizzata nella pratica.

 

La pratica è teorizzata attraverso-e intraverso-un valutativo esporre di una dottrina e dei principi in un collante pratico  nel decedere della libera capacità di attacco distruttivo dell’individuo.

L’incanalamento avviene e diviene attraverso i precetti norma-regolamentativi in un cautelativo preventivare la stabilizzazione della temporaneità in un conforme aggregativo di un ordine a chiusura-valorizzato nella con-sociazione umana societaria.

 

L’analogia correlativa è la narco-sintesi in un angusto posizionarsi della comunità-ordine.

Simile e conforme desiderio di deducibilità dei segni-significati in una significazione  effettiva del limite commisurabile-in una sintesi narco-lettica nell’ordine in un comune posizionarsi.

 

Anestesia afflittiva dello spazio-tempo relegato al margine derivato in un ordinanza composto-nibile.

 

Decrescimento  del desiderio  libido-distruttivo  in una assuefazione di secondarietà rispetto all’obiettivo preposto.

 

Posto in un inedia passiva nel metodico accana lare dell’apostatico in un ipotesi stabile dell’essere presente e in un partecipativo pre-determinare l’evento.

 

Determinazione di conservazione del presente definito in un moto stabile e in un effetto precisabile attraverso una concatenazione  di atti de-limitativi nel “beneficio” effettuale.

 

Una dinamica di edificabilità della struttura normo-prassi  nello stabilire il “bene comune” in una dilazione  di raccordi di espressività.

 

A danno-detrimento di se stessi in un  profitto vantaggioso.

 

La circostanza in un “bene comune”è la preferibilità della forma gnomica anarchica-nel dirimere l’unicità e  la particolarità specifica di un individuo distruttore-come il nemico da arginare.

 

I precetti in dilazione negano il dilatare di un evento distruttivo:

La comunità-ordine e la forma gnomica anarchica pretendono la partecipazione corrispondente in formule di assunzione in un divulgabile manifestare di procedibilità.

 

L’attacco distruttivo di un libero individuo-deve essere canalizzato attraverso la regolarità uniforme:

 

L’agire viene pre-fissato nello stabilire la definizione di stabilità.

 

Lo statico determinare di un limite nell’agire pone un condizionato anteporre in un decremento defettivo.

 

La defezione procede sull’agire in una precisa e determinata formulazione del presente che stabilisce il “bene comune”.

 

“Il rivoluzionario disprezza ogni dottrinarismo e ha rinunciato alle scienze profane, che egli lascia alle generazioni future. Conosce un’unica scienza, la scienza della distruzione. Per questo, e soltanto per questo, egli studia attualmente la meccanica, la fisica, la chimica e perfino la medicina. Per questo egli studia giorno e notte la scienza viva – gli uomini, i caratteri, le situazioni e tutte le condizioni del regime sociale presente, in tutti gli strati possibili.Lo scopo è uno soltanto la distruzione rapida di questo immondo regime”.

“Il catechismo del rivoluzionario”

Ritorniamo a formulare-il non-limite  esperito in un approfondimento sull’anti-eticità-canalizzato attraverso la conformazione alle regole morali dell’anarchismo e in specifica della forma gnomica e la sua chiesa redentrice.

 

Il presupposto-in questo testo è chiedersi qual è il  limite dato a un “limite”?

 

Il limite convoglia il “filtro” etico in appositi canali di organicità de-limitativi.

 

La codificazione di un codice ordine calcola il disciplinare sistematico di un sanzonatorio diritto etico umano.

 

Il coercibile è sinonimo di comprensibile-in atto posto che sia un valore normativo-nell’esprimere la consuetudine di un sistema convenzionale.

 

La comunicazione ostensiva dispone elementi non-facoltativi e colloca l’oggettività istintuale in un tempo-modo e un modello di relazione-ordine.

 

Il comune regolare di norme conseguenti al corrispondere della forma di giudizio-colloca ogni elemento di peculiarità individuale-nel limite legittimato in un codice morale etico della chiesa redentrice anarchica.

 

L’atto ordinatorio è il porre ogni elemento o condotta morale-normalizzante attraverso il determinare “l’atto” come complemento di una disposizione oggettuale.

 

Ordine in un ordine a codice-collocato e disposizionato in un effettività funzionale al rispondente ruolo logico in un principio.

 

La peculiarità di un evento in a-determinazione diviene la genericità in uno stabilire l’ordine in una normo-condotta.

 

Il “filtro” etico invoca ad ogni azione la corrispondente de-amplificazione-funzionale in espressività  di causa valorizzata in un termine limite.

 

In un sintetico  prodromo precursore della “figura” configurata in un limitrofo confinante.

 

La di-sabilitazione in attenuante di un osservanza assolutoria.

 

Il non-sperimentabile in co-abitazione conseguente alla dicotomia del “bene e del male”.

 

La divisione logica della sperimentazione immorale e ego-centrica in due concetti ramificati in una canalizzazione determinata all’evento vissuto.

 

La retorica assolutista-elemento base della forma gnomica anarchica-istituisce in ogni azione un limite dirittuale.

 

Dove sta in questo modo l’affermare la “distruzione dell’esistente”?

 

Ogni testo anarchico che sia la “teoria nella pratica”-o la pratica teorica ha trattato e tratta l’affermazione della “distruzione dell’esistente” come la forma mentis di un agire.

 

Fino ad ora innumerevoli testi di “attacco” hanno espresso pienamente la distruzione dell’esistente-per poi porre dei limiti dirittuali:

 

La circoscrizione della singola passione-nel diritto umano nell’esistere.

 

La sperimentazione distruttiva dell’esistente-come ogni approfondimento esperito in ambito Nichilista-Egotista-non sintetizza nessuna facile conclusione sul tema dell’etica e della vita umana e societaria.

 

Ora-come può un individuo che esiste-in quanto diritto acquisito-distruggere un “esistente” in cui si vive nell’atto dell’esistere se è facente parte della società?

 

L’esegesi  critica interpreta “tutto” l’esistente  come un nemico da distruggere.

 

L’etica morale e assolutista ferma e impone un limite dirittuale nell’esistere.

 

L’esistenza di ogni essere umano in quanto diritto acquisito-attraverso la con-sociazione edifica un modello di comportamento in una quantificazione a-qualitativa.

 

Come poter affermare di “distruggere l’esistente” se la società a regole codificate è insita nel viverci stabilmente?

 

Se l’individuo esiste in con-società-il suo diritto esistentativo-è l’obbligatorietà nell’essere parte in causa-della causa in un esistente completivo in norme di consuetudine.

 

L’esistente deduce lo statico decedere della singolatività.

 

L’esteriore-in precetti di divulgazione che esprimono e comprimono la non-espansività passionale.

 

Il diritto all’esistenza non è distruttibile fino a quando non si annienta il diritto all’esistere.

 

Se si esiste-la quantificazione oggettiva de-penalizza ogni atto anti-etico.

 

L’etico in un modulo espressivo nella logica conformità dell’eventuale distruzione dell’esistente o di un esistere.

 

L’esistenza in un modello e in un composito di corrispondenza uniforme:

 

La formalità della non-eventualità in designazione di un confine relegato nella cosidetta “uguaglianza”:

 

Come poter distruggere l’esistente se si esiste in con-società dentro un concetto intrinseco di dipendenza morale?

 

L’uguaglianza è moralità nel deducibile anteporre la “vita umana” in una conseguenza della passione amorale e distruttiva:

 

Se si distrugge l’esistente-si distrugge la conformazione paritetica nell’esistere:

 

Se distruggo-anniento il concetto di “uguaglianza” e al diritto di esistere.

 

Esiste il diritto e il Potere Egoistico.

 

L’esigenza nell’esistere-è il valore di deducibilità fattiva nel rispetto della vita umana.

 

La speranza-fallacità di un esistere in base al “filtro” etico afferma l’illusione del genere umano.

 

L’illusione esprime il concetto per cui si ha un diritto dirittuale.

 

L’esistere dirittuale imprime la sua fallacità rispetto al libero arbitrio individuale.

 

Il diritto-dovuto-esercita e decaloga-le norme espressive in un codice a chiusura in un ordine.

 

La configurazione del diritto all’esistenza modella la conseguente edificazione della formalità-nel vivere in con-società.

 

Nel “ritornare”-ci si domanda:

 

Come poter in questo modo “distruggere l’esistente”?

 

Ogni epoca storica ha avuto individui che hanno ribaltato il quotidiano incedere in un normale esistere.

 

Ora-è il tempo  del Nichilismo  con le sue  forme di particolarità distruttive:

Egoismo-Misantropismo-Immoralismo.

 

Ora-è tempo di annientare la forma gnomica anarchica:

 

L’attacco alla chiesa redentrice anarchica-è  passione allo stato puro-in un esigere da se stessi l’annientamento di ogni regola limitante.

 

Il “bene e il male” è l’atto individuale che ogni singolo sceglie per sé-in sé-dentro il sé.

 

Per chi agisce e attenta-non c’è-o non ci deve essere-nessun limite-se non  quello che si sceglie debba essere.

 

L’intrinseco valore-estrinseca il valore individuale in cui l’individuo afferma se stesso-fino a quando sceglie di “affermarlo”.

 

L’individuo agisce in base al suo “scegliere” e agire e si ferma quando la scelta diviene il suo bene e il suo male.

 

Il Nichilismo distrugge le basi morali degli uomini di ogni fede.

 

Non è forse un carceriere il maledetto tempo che ci hanno imposto nella vita con il modo più violento? Il programma, gli orari, i riposi che sezionano ed addomesticano tutto ciò che sperimentiamo?Non sono forse manette gli egoismi particolari di ognuno, il narcisismo e l’egocentrismo? Tutti quelli che appaiono solo per coprire le proprie debolezze, per coprire anche solo temporaneamente il baratto della propria esistenza oppressa.

Qui nessuno è libero. Le illusioni di libertà fanno addormentare tutti. Per quelli che chiudono un occhio, uno sguardo intorno è sufficiente per arrivare a percepire le manete visibili ed invisibili”.

 

Rivendicazione dell’attacco all’edificio Microsoft dei Comportamenti Devianti per la Propagazione del Terrorismo Rivoluzionario/FRI

 

Andiamo ad approfondire-argomentare-provocare in una polemica in un continuo-sull’attacco e l’attentare da parte del gruppo terrorista “Comportamenti Devianti per la Propagazione del Terrorismo Rivoluzionario/FRI”.

Vivisezioniamo il testo per estrinsecare il valore “dato” in un dibattere:

Per chi non capisce o non percepisce-l’agire amorale-che si chiuda alle spalle le porte ed entri nella sala cerimoniale della chiesa redentrice anarchica-con i suoi precetti e il suo obolo per la cura.

Per chi-Individuo-ha interesse ad abbattere i “muri” consunti delle relazioni morali sociali-c’è il Cerbero della Cattiva Passione che dimora davanti ai cancelli dell’Ade-dove se si entra-non si esce.

L’Atto Terroristico:

Il diffondere il terrore in un evento a-determinato.

Distruggere il fittizio e organico relazionarsi in modalità paritetica.

Nel testo presente si tenta-esperendo amoralmente-di arrivare a un punto focale  a detrimento del sistema e delle dinamiche dell’etica e della vita umana-di ogni vita.

In Affinità Egotista verghiamo qua parole istantanee di godimento passionale nell’attentato distruttivo alla Microsoft-con la sua detonante esplosività:

Un orgasmo nel terrore.

La purezza dell’atto espelle la “verità” compromessa e annienta il substrato della coscienza umana.

“Non c’è niente di male nella violenza come tale. In ogni caso specifico, se la violenza è qualcosa di buono o meno dipende da come si utilizza ed i fini ai quali serve. Allora perchéle persone al giorno d’oggi vedono la violenzia come qualcosa di per lo più sbagliato?”.

Il riferimento alla “violenza” da parte del gruppo terroristico informale-contiene due elementi da vagliare a fondo nel diritto e nel rapporto dirittuale all’esistere in con-società.

Il “male e il bene” –concetti morali normalizzati-vengono edotti ogni qual volta un “fatto” comporta una reazione:

La relazione rispetto alla “reazione” è il fattore determinativo-nella prospettiva reciproca in un ottundimento del “fatto”relazionale.

La “verità”assoluta certifica l’armonia in corrispondenza di una conciliazione normo-uomo-norma.

Il “fatto” edotto è deducibile se la sicurezza espressa in un modulare la passione-traspone il nesso facoltativo in un reciproco e in relazione al valore datizzato.

Il valore societario dato al valore di ogni azione produce assuefazione al cognitivo consenso in un  assolutismo armonico.

L’armonia di base implica la de-amplificazione dell’atto eseguito:

L’atto è percepito in un  discrimine valutativo rispetto all’agire spontaneo.

L’agire parte da una base pre-ordinata con una struttura psichica in relazione al valore consensuale della con-società.

L’esecuzione-dell’atto in un agire ritorna e replica un codice a chiusura aprioristico.

Il reiterare di una “reazione” in un continuo creare di reazioni valutative-depongono in maniera continuativa il “riverbero” della coscienza umana.

Nel riverbero è inoculato il riflesso di un giudizio dell’agire in una concatenazione dell’evento agente in una manifestazione normo-ostensiva nella rilevazione dell’evento riverberato.

L’accrescimento nel riverbero della coscienza non estende l’attenuazione di una passione istintuale-nel ritorno di un effetto diminuente.

In diminuzione-nell’attendere la “voce” della coscienza in una replica armonizzabile e in una contrazione inclusiva dell’effetto “dato”.

La compensazione ri-considerativa ogni qual volta emerge lo specchio del riflesso:

Il riverbero dilata il “filtro” etico e comporta la conciliazione e il ripercuotersi del valore uniformizzato in un certificare l’agire in modulazione esprimibile:

In un corrispondente assertore di una disposizione e una formula in un codice armonico.

Emerge l’uso della comunicabilità in reazione-e immerge e de-penalizza una viva passione.

Converge il conoscibile accordo in esigibile riconsiderazione esistentiva in base all’uguaglianza.

Lo stabile e conforme in uno stabilire il convogliare di accordi di espressività nel relazionarsi sociale.

La “reazione” valorizzata in precetti dogma-dovere in una confacente attribuzione del consenso.

Azione significa rottura. Rompere col tuo essere timorato, rompere col valore predominante, rompere con l’inerzia. Toglierti dalla realtà, così com’è data. L’azione non è solo un incendio, un assassinio, un corteo. L’azione si definisce come lo sforzo di mettere in pratica tutte le credenze con te stesso o con gli altri nelle relazioni quotidiane”.

Agire significa rottura:

Le parole qua soprascritte entrano nel vivo dell’approfondimento esperito sull’anti-eticità in un agire-e nell’agire-in uno scavare a fondo nei nessi reconditi della coscienza umana.

Se io agisco-nel momento in cui  formo il mio moto volente-fratturo in un azione il quotidiano compromettere la propria coscienza.

Sto trasponendo il limite limitante-e tento di annientarlo in un agire attentatore.

L’esperenziabilità di un atto distruttivo frammenta in mille parti la coscienza che de-limita il margine e la soglia dell’esperibile inciso dentro il “fondo” del nostro agire.

La procedibilità della forma gnomica anarchica precetta ogni sintomo di esclusività in un azione:

Premette e procede l’anteporre in precedere.

Procede in un prediligere il consuntivo compromesso di evidenza normo-uomo-norma.

La norma afferma la consequenziale consuetudinaria della procedibilità-in un azione.

 

L’agire esperenziato muove intorno all’evidenza prediletta nell’anteporre alla consequenzialità.

Se io agisco affermo una rottura con l’esistente:

La consuetudine in questo modo è consumata in un annichilimento della forma morale del rispetto alla vita umana-ogni vita.

La “distruzione dell’esistente” letta sotto questa visione come può compromettersi nel momento-nientificando il modo valorizzato momentuale-che se si agisce avviene una rottura?

Le relazioni quotidiane nel momento della rottura data dall’agire-amplificano la viva passione-e il limite diviene il non-limite-limitante-dato dal  valore morale-normalizzato.

La regolarità nel rapporto umano-societario in una prassi di conformità al valore dato a un valore “datizzato” viene espulso e annientato dall’atto distruttivo.

Il modo-i tempi-determinati-divengono l’indeterminazione che consuma all’istante il principio del “filtro” etico.

Se agendo fratturo-de-tronizzo ogni valore di completamento del pensiero umano in un “fondo” di coscienza:

Ritornando alla domanda:come poter “distruggere l’esistente”-se non si distruggere ogni rapporto di compensazione di una viva passione?

Il consumare un atto in un esplosività che annienta il tempo conforme e statico-destabilizza questo esistente ricercato per distruggerlo:

Anniento il diritto consegnatomi dalla società-attaccando il fondo della coscienza-non limitandomi in nessun margine-che ritocca e ritratta-ogni purezza dell’atto attentato.

Attento in una cognizione del sé-di se stesso in un volente spezzare con ogni  termine in un valore regolato e unificato nella dottrina di parificazione oggettiva:

L’oggettivizzare il diritto nel rispetto dell’uguaglianza è rendere un diritto di preminenza singolare-nel diritto dirittuale del “tutto”:

Il “tutto” rende un individuo-un “simile”-in assonanza del riverbero impresso nella comunicabilità di un atto-ogni atto:

Il “simile” è l’analogo che dirime il particolare peculiare di ogni segno individuale.

Ogni segno  di distinzione viene definito e appianato rendendo sterile ogni attacco alla distruzione dell’esistente.

Il comporre ogni segno di distinzione pone l’elevazione di un atto distruttivo-in un compromesso all’attitudine di un spontaneo incedere.

La conciliazione mediatoria nel rispetto del con-societario-converge e ci coinvolge in uno sterile de-amplificare della purezza agente.

Se distruggo e frantumo l’esistente-decomprimo-fino a farlo esplodere-il limite e il margine dirittuale:

La comprensibilità composta in una conciliazione oggettiva vanifica il volente estrinsecare il “bene e il male” singolativo.

Il ritorno in un vanifico decedere delle proprie passioni-riconsidera l’oggettivizzazione contestualizzata in una coscienza del “ridiventare”:

Si esce definitivamente dalla con-società se non si annienta questo vanifico “ritorno”?

Contro le percezioni travolgenti che sottovalutano la gente, impedendo la sua evoluzione, applicando norme universali per interpretare il comportamento sottomesso della società nella sua interezza, non gettiamo le persone in sacchi della spazzatura”.

La successione di ogni evento in a-determinazione è passione-pura.

Leggendo le parole del gruppo terroristico informale-queste-si riallacciano al punto focale del testo qua presente:

Cosa significa in ambito di scelta-la conciliazione nel rispetto del dovere-diritto alla con-società?

Si è scritto-che se si vive in con-società-e l’applicazione in una “distruzione dell’esistente”-significa pre-determinare l’obiettivo che si ha nel colpire e nell’attentare.

L’attenersi nell’assecondare una viva passione è il  margine che viene dedotto in  reazione a un “fatto” accaduto.

 

L’accadere dell’evento è determinato dalla correlazione in rapporto all’effetto dato in un convergere del diritto in società:

Le norme universali sono l’assunto compensazionale di un invocazione quotidiana dei con-sociati in una società umana.

Non si esce dal diritto all’esistenza-in quanto diritto acquisito in uso e nei valori precettati.

L’atto dell’involgersi-il ripiegare verso il risultante evento determinato è il conservativo costruire formule di attenuazione  assolutoria.

Agire-pensando al con-societario cittadino in diritto di esistere-è assurgere al ruolo e al dovere di carità religiosa.

Se l’azione è rompere con l’esistente-non ci si deve essere la valutazione di un valore universale.

Un dipendere dal valore morale-è deprecare il proprio valore singolare.

Rompendo e frantumando espello il “ratificarsi” del significato equivalente al dato effettuale definito.

Cortocircuitare l’esistente-per poi distruggerlo fino alle fondamenta è nientificare la struttura di dipendenza a-qualitativa rispetto all’obiettivo scelto.

Se io attacco-e posiziono un artefatto esplosivo-colloco il “situarsi”  come un agire della mia posizione nell’agire.

Attaccare un obiettivo con un artefatto esplosivo-è la manifestazione di irruente espressività di me stesso:

Io sono il sé-annientativo del limite marginale nella deduzione precettiva-e auto libero ogni valore aggiunto nel me “me stesso”:

Sono il “me stesso” dell’agire nella forma a-morale del volitivo incedere.

Agisco ed eseguo in base al  mio instinto passionale-in un annientamento della pre-determinazione:

Attento in esecuzione di ogni limite limitante in un attenuazione dell’evento determinato.

Se io agisco con un pacco esplosivo-attacco in esecuzione  ogni diritto dovere nel rispetto della vita umana.

Come può essere pre-determinato un evento-se io libero la mia viva passione in un  me “me stesso”-con un pacco esplosivo?

Si può determinare l’obiettivo-in una formalizzazione dell’avvenimento-de-penalizzando a posteriori l’agire?

L’atto puro è il Nichilismo all’ennesima potenza-in un attacco ad ogni limite dirittuale per ogni vita umana-ogni vita.

L’esistenza basata sulla logica della speranza-vanifica ogni moto volente-arginando l’atto che preme e posiziona-spara e attenta!

 

“Per non dimenticarci: NON UN MILLIMETRO INDIETRO, NOVE MILLIMETRI NELLE TESTE DEI GIUDICI E DEI DIFENSORI”

Federico Buono “Compulsivo”

 

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