L’EGO-ANARCHISMO

Ricevo e pubblico.

 

L’Ego-Anarchismo è la negazione di ogni idea-fissa: di Patria, di Stato, di religione, di Morale, di Proprietà, di Appartenenza.

Spetta alla quotidianità di coloro per i quali il gruppo non esiste, che agiscono da sole per indole o per isolamento geografico, che non si riconoscono in marchi,  che seguono le loro spiccate attitudini, che riconoscono come talento l’Io individuale che hanno di fronte.  Quella incondizionata, piena, consapevole sperimentazione di se stessi, che spesso si interseca con l’esperienza di altri e dal cui incontro può nascere o meno una nuova sperimentazione anch’essa soggetta a riuscita o fallimento.  Le mille sfumature del divenire non abortite, al corrente d’essere espressione di una scelta, il tentativo della massima rivelazione a se stesso dell’individuo che, essendo, già realizza le condizioni dell’esserci.         

La necessità di individuare le nuove dinamiche di interrelazione determinate dalla nuova natura del legame relazionale, sia esso comunicativo che sociale, si riflettono nell’individuazione dei termini appropriati, anche essi soggetti a mutazioni, che ne svolgano al miglior modo la peculiare funzione rappresentativa da cui la scelta di Ego-anarchismo.                                                                                                                                      

L’ego anarchismo non vuole entrare in merito alla storica contrapposizione tra l’anarco-individualismo  e l’anarchismo socialista , né a in merito al metodo organizzatore ed antiorganizzatore, né, per ora, soffermarsi ad analizzare le miriadi di condizioni verificatesi che hanno permesso la nascita delle varie correnti, ma vuole invece approfittare di queste variegate distinzioni per ribadire l’estrema varietà delle situazioni possibili e sicuramente auspicabili.

L’ego anarchismo costituisce il superamento di queste distinzioni  in quanto superati ne sono i presupposti. L’individuazione del superamento dei presupposti consente, inoltre, l’appianamento di una qualsivoglia valenza di rivalsa delle dinamiche storiche che sono all’origine della nascita del movimento anarchico, quella socialista e quella individualista.

La nuova natura del legame relazionale ha riconfigurato l’approccio ai termini Rivolta e Rivoluzione rispecchiandone le dinamiche nei termini di Individuo e Massa

Rivolta che si contrappone alla Rivoluzione, in quanto quest’ultima è la “riforma” di un vecchio ordine che prospetta nella sostanza un nuovo ordine, lasciando immutata la condizione di dipendenza e subalternità dell’individuo.

Individuo che si contrappone a Massa in quanto la società è intesa come perdita dell’Individuo e la matrice socialista consiste nell’ esaltarne questa caratteristica.  La società non può essere un’alternativa allo Stato, perché è un ordine fondato su principi ed interessi collettivi, che stabiliscono per l’individuo una posizione sempre subordinata, funzionale, accessoria. Il tentativo di adsorbimento dell’Io individuale non avviene per ampliamento dei confini del  gruppo, ma per coercitivo cambio di configurazione che si richiede all’Io il quale, chiaramente, rifiuta la soppressione del proprio estro in favore di un’omologazione che comunque riconduce a necessità di  uniformità per garantire un controllo in senso lato. Tale atteggiamento che è di solito riconducibile alle sette, anche di stampo Bakuniano, ma che è estensibile  a tutti i gruppi e organizzazioni, sia strutturati che elementali, formali ed informali costituisce il favo dove risiede, come detto sopra, la fallacità dell’attuale situazione. Tale favo è costituito dalla base intrinseca e connaturata della cognizione socialista che oggi, dopo aver ampiamente nella storia dimostrato il suo fallimento, ancora stenta ad essere abbandonata. La massa appiana le divergenze per ridefinirsi come tale, ma ad una attenta osservazione essa risulta composta essenzialmente da individui in moto per inerzia, individui dall’autonomia atrofizzata, costretti ai riti e soggiogati ai simboli di appartenenza, frustrati dal perseguire un sogno comune ma non il proprio, isolati nella moltitudine, subordinati.

Lo sviluppo della coscienza di sè, maturazione, mutamento di coscienza, nel segno della libertà, dell’autonomia, dell’autodeterminazione individuale; la centralità dell’individuo tanto nel momento dell’opposizione al vecchio ordine, come nelle nuove forme associative, le quali si configurano come associazioni o unioni di singoli, non come nella realtà che hanno “vita propria”, “autonoma sussistenza”,
Un carattere eterogeneo quello dell’Ego-Anarchismo, frutto di una teoria e di una prassi politica che pongono come veramente essenziali la centralità e il valore dell’individuo, di un uomo non concepito come categoria, ma essenzialmente come singolo.
In tal modo la definizione di una teoria generale dell’individuo appare impossibile, perché mortificante l’originalità individuale.

L’anarchia è la scintilla creativa che nasce dal profondo Io individuale e che non può non portare a mille e mille visioni, a mille e mille interpretazioni della vita e della realtà di ognuno relativa a quell’istante. E non esiste modo per quantificare l’essere anarchico di un individuo in quanto tale quantità dipende di volta in volta dalle scelte di ognuno così come non può essere qualificata la sua azione sempre accumunata, comunque, dalla concezione anarchica della vita, cioè l’atteggiamento di assoluta ed indignata insofferenza e di rivolta verso tutti i portamenti che ci limitano, ci opprimono che cercano di soggiogarci

 

La conclusione vede nello sviluppo  delle dinamiche individualiste l’emergere dell’autonomia assoluta dell’individuo verso se stesso e verso le relazioni che intende quotidianamente tessere.

                                                                                                                              Due Malfattori 

                                                                                                                                    

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