Punto di polemica egoista-terrorismo e conformazione alla parola data

Risposta di Nechayevshchina ad “un sostenitore delle Parole Armate”

Ecco il mio contributo, breve e di certo parziale, al dibattito.

Chi scrive ha contribuito alla ripubblicazione del suddetto testo, credendolo una testimonianza interessante in merito ad un evento di cronaca vivisezionato da ogni fonte d’informazione.

Cari compagni di Parole Armate,il dibattito si sta sviluppando finalmente,ma per me rimane polemico ed egoista-in quanto estrinseca la parola data e conforme che diventa una derivazione-se come i leccesi compagni si usa la morale anarchica malacristiana. Se per interessante si intende il testo dei leccesi,io lo considero invece una forma morta di presa di parte a qualcosa che l’opinione pubblica ha-è il loro lavoro-reso pubblico. Voi pensate che invece un testo-solo perchè scritto da anarchici sia non vivisezionato? Dato che quello che emerge dai leccesi compagni è che mettono le mani avanti.. Il testo della pubblica informazione e quello dei leccesi si assimilano a vicenda in quanto l’uno prende dall’altro.-senza nessun approfondimento.

La sua diffusione, inoltre, mi è sembrata opportuna anche per informare i compagni esteri, i quali ci hanno chiesto del materiale riguardo a questa vicenda. Quindi, avendo voluto scartare i deliri di partiti, partitelli e solite solfe di sinistra che non mi riguardano, ho scelto questo testo come contributo sulla vicenda.

Ripeto-se la Parola è diventata armata diffondere non vuol dire-colpire a fondo nello scrivere. Si i compagni esteri l’hanno voluto leggere-per conoscere-ma voi avete mandato solo quello conforme dei leccesi? Pensate di mandare anche il mio e il vostro? Io delirio perchè è la mia essenza egoista,e perchè te usi “delirio” come se fosse una cosa negativa? Ripeto-pensi invece che le due righe di cronaca leccesi siano troppo differenti,e vorrei sapere in che punti,se hai voglia di scriverlo?
In merito al terrorismo, innanzitutto per me il termine non ha molto senso di per sè. Perché del terrore non voglio farne un’ideologia o una prassi unitaria, bensì esso rappresenta solo uno degli stati d’animo che dovrebbero provare tutti quelli che, in questo momento, gestiscono o collaborano con ogni forma di potere e dominio.

Ma sei quello che ha scritto che il terrore può essere usato nei mezzi e nel fine anarchico-o sei un altro? Te stai scrivendo(almeno che non abbia sbagliato)che chi crea terrore,è chi gestisce e collabora con il potere e dominio: Quindi anche per il precendente testo dai come sempre un assoluto,scrivendo che il terrore è usato da chi secondo te ha il potere. Il potere egoista invece per te non esiste,perchè scrivendo che il “potere” e il potere altro, come altri,vai sempre a pensare che il potere sia uno solo. Invece il potere del singolo è un aspetto che non deve mai emergere,perchè se no emergono le Cattive Passioni. Ma cosa sono le vostre parole armate se te scrivi che il potere e quello altro? MI piacerebbe sapere perchè il termine “terrorismo” non ha senso,ma lo prendi dai libri di scuola questo termine? Sarebbe interessante capire perchè mettete i testi della Cospirazione,che a me sembra scrivano anche di Terrorismo Anarchico? Poi scrivi di ideologia,ma non capisco-ma cosa vuol dire per te “ideologia”?

Il terrore lo si sperimenta quotidianamente, mediante ogni tipo di vessazione che si subisce nei diversi ambiti della vita, e di certo rinviarlo ai rispettivi mittenti è condivisibile. Però, non credo sia necessario che la prassi anarchica multiforme si riduca ad essere descritta da questo termine.

Scusa te della parola armata,prima hai scritto che il terrore non ha senso come termine, e adesso lo vuoi rispedire al mittente,perchè lo subisci? Di nuovo torni a un assoluto,perchè scrivi che questo terrore sia il terrore che si subisce quotidianamente: Emerge nelle tue righe che il potere è l’altro potere,e noi poveri anarchici(e c’è chi è più cittadino che anarchico)subiamo il terrore. Dai un assoluto,quando scrivi che la prassi(qualcuno disse “questa è la prassi”)multiforme(in che senso?)anarchica si “riduce”a questo termine: Ridurre un pratica con un fine e un mezzo senza morale adotta,a un termine riduttivo,è scrivere sempre in maniera superificiale,come hanno fatto i leccesi compagni. Lo scrivere che tutto è “ridotto”,è come scrivere che la parola è vuota e non armata.

In merito al testo, a me non sembra simile ad altre schifezze scritte in riferimento ad altri eventi, ma solo una testimonianza sincera e di certo non opportunista.

Che sia sincera su questo non c’è dubbio-nel senso che si vogliono sincerare di non essere repressi-i leccesi compagni. Poi ma perchè utilizzi un termine che diventa la normalità apparente,come “sincera”? Il loro opportunismo,caro uno delle parole armate,è mettere le mani avanti,per non farsele chiudere di dietro..

Se l’azione fosse di un anarchico non sarebbe di certo condivisibile a priori, visto che gli anarchici non fanno eccezione davanti alla critica.

Ma la condivisibilità te come la intendi? Quindi se io nego il diritto posso essere meno comunicabile,e come si può trasformare la parola in armata,se esiste una comunicabilità? L’eccezione è l’individuo che non si conforma alla massa senziente e la critica-ma scusa di che tipo?

Quindi, nel caso, saputo l’eventuale movente dell’azione, mi sforzerei di trarre le mie conclusioni.

Si,ma voi avete scritto che :  “dato che riteniamo che questo atto sia solamente una delle facce dello stato”. Questa è la vostra conclusione?

Questo perché, giusto per ritornare sull’etica, non c’è una concezione aprioristica di salvaguardia della vita umana, nè un biocentrismo di maniera che si elevi sopra ogni cosa. Questo discorso mi fa ricordare la morte degli impiegati di banca ad Atene, i quali, costretti a lavorare, rimasero uccisi nell’incendio della loro filiale bancaria. Ecco, lì l’assoggettamento al lavoro li ha portati alla morte, e di certo i responsabili della loro morte non sono gli autori dell’attacco incendiario ma un misto tra servitù volontaria e menefreghismo.

Si caro Individuo ma qua si tratta di capire l’etica a cosa può arrivare, se noi siamo eticamente cresciuti sotto il giogo del “giusto e sbagliato”: Continuo a scrivere,che di nuovo ti metti dalla parte di un opposto facendo delle labili differenze sul fatto che sono stati gli impiegati a voler la loro morte,ma io approfondisco e mi metto sulla non-linea nello scrivere,che cosa è la vita umana rispetto all’ego individuale che vuole la morte di un altra persona che sia una qualunque o che sia per una vendetta personale. Ripeto,se un anarchico inizia a uccidere perchè lo vuole fare perchè odia la società umana,allora te fai le differenze,dato che sembri che-come il testo da voi vergato-che la società sia il potere di uno stato,e non sia la società umana con le sue sfaccettature-che voi eliminate dicendo che è solo una faccia dello stato.

A mio parere, infatti, la responsabilità di sè stessi contribuisce a determinare il corso della propria vita, dunque anche la schiavitù (lavorativa o no), in molti casi, è una scelta, la quale può causare delle conseguenze.
Qui, a mio parere, la vittima mi sembra casuale e non risponde di certo al bersaglio di un omicidio politico. Ecco perché, non volendo scendere nella scrematura di giusto o sbagliato, o di colpevole e innocente, non faccio di certo morale sulla morte di chicchessia bensì mi interrogo sul fine dell’azione.

Come fai a sapere che sia casuale,che leggi le cronache cittadine nella sicurezza che siano dati certi? E anche se trovassero qualcuno come potremo sapere la verità,ma la verità esiste? Che significa omicidio politico per te? Nello scrivere che “ritenete” ci siete già scesi e mi sembra che l’etica che dite di voler(bada bene) superare non mi sembra sia per nulla manco scalfita,dato che date un assoluto. Ma il fine di cui scrivete voi,secondo i tuoi dati certi sono quelli di una delle delle faccie dello stato,e quindi scremate eccome,poi scrivendo che devi capire il fine dell’azione,ma se non ci fosse un fine sicuro e l’azione fosse stata per una voglia di ribaltare la quotidianità,per te cambierebbe penso dato che te dici che vuoi sapere il fine,ma il mezzo per arrivarci a te non interessa?
Si dice spesso che le azioni, di certo non tutte, non parlano da sole. Dunque, in tal caso, motivare quest’atto avrebbe potuto di certo portare a considerazioni diverse. Ma, al momento, non c’è nulla di tutto ciò.
Da ciò, si capisce che io di certo non intendo limitare la gamma d’azione di nessuno, che ognuno faccia le proprie azioni nel modo che più ritiene opportuno. In soldoni, se qualcuno trafugasse la salma di qualche personaggio noto per trarne del denaro non sarebbe certo una cosa che mi impedirebbe di dormire la notte.

Come detto scrivendo che è una delle faccie dello stato hai già limitato non solo chi ha fatto l’attentato,ma facendo una conclusione buona per tutti,compresi i compagni esteri,che cosa potranno leggere,se voi superficialmente dite che è lo stato e una delle sue faccie ad aver pensato l’attentato-nel senso che un atto terroristico,può essere solo l’essenza del potere statale.

Personalmente, la collusione Stato-Mafia non mi interessa perché il nemico è un Idra, e diverse sono le sue teste ma il corpo è sempre lo stesso.

Però ti interessa specificare che ritenete che sia una delle faccie dello stato.
Il nemico voi come sopra lo intendete come l’unico che ci può essere dando un opposto.
Assoluto e di nuovo assoluto-con la frase “il corpo è sempre lo stesso”,che rimarca quello scritto sopra.

Che ognuno si vendichi come vuole, e di qualunque cosa vuole. Di volta in volta, senza avere categorie predefinite, mi farò delle idee in base al mio sentire, condividendo o meno.

Quindi se scrivi che ognuno si vendichi(qua sei passato alla vendetta e prima scrivi che ci sono delle differenze)e senza categorie perchè voi l’avete dato?
Il tuo sentire che l’unico corpo menico è quello dello stato,mentre magari la studentessa voleva diventare
sbirra.

 Per concludere, per il momento l’evento di Brindisi non mi suscita alcun desiderio di condivisione né di interesse, se non per quanto potrebbe esserci alle sue spalle, e non per moralismi su vita o morte o per posizioni cosiddette prolife, visto che giornalmente militari d’ogni tipo uccidono giovani e studenti in giro per il mondo senza che ci sia alcun clamore, sottolineando l’ipocrisia di fondo che regge questa società.

Stai andando in collisione contradittiva dato che prima dai delle considerazioni riduttive e riducenti e poi scrivi che non interessa
nessuna condivisione-ma di nuovo collidi,volendo sapere cosa c’è alle spalle(che voi dite essere lo stato),ma scrivendo prima che a te non interessa e ancora
prima che non condividi dato che scrivi di un corpo unico con tante teste con tante faccie dello stato.

Un sostenitore delle parole armate

IO INDIVIDUO-ME STESSO E NESSUN ALTRO: DALLA MIA GROTTA-INFERNO PERSONALE NECHAYEVSHCHINA

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