Qui di seguito è riportato il comunicato di Stefano, anarchico editore di Culmine ed arrestato il 13 luglio nel contesto dell’operazione “Ardire” (che rimane sempre un nome del cazzo).
Dal momento che, sebbene la situazione al momento sia difficile, gli anarchici rifiutano ogni autorità e devono combattere la paura della prigionia, il dibattito continua ed il testo di Stefano offre spunti per un ampliamento del discorso e della sperimentazione dell’antigiuridismo.
Si sono scelte strade diverse ma per ragioni ed opinioni differenti riguardo alla pratica antigiuridica; invitiamo dunque chiunque voglia rendersi partecipe di ciò a trarre le proprie conclusioni su quello che può e non può essere un non-percorso antigiuridico, su ciò che offre, cosa comporta e via dicendo.
Più avanti, sicuramente torneremo su questo discorso.
Morte al mostro giudiziario!
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Un brigante in gabbia
Con il fraterno appoggio solidale dei compagni e delle compagne della “Cassa antirep. delle Alpi occidentali”, comunico quanto segue:
Il 13 giugno 2012 sono stato tratto in arresto a Pisa, assieme alla mia compagna Elisa, all’interno dell’“Operazione Ardire” della procura di Perugia. I carabinieri del ROS hanno sfondato la porta e mi hanno condotto in caserma, in cui sono stato schedato e sottoposto al prelievo del dna e dove ho subito una pesante provocazione. In seguito sono stato ristretto presso il carcere Don Bosco di Pisa.
Il 16 giugno sono stato interrogato dal gip, ma – ovviamente – mi sono avvalso della facoltà di non rispondere. Il passo successivo a livello legale sarà il tribunale del riesame.
Per ragioni che spiegherò a breve, sono stato impossibilitato ad accedere a qualsiasi canale informativo e pertanto ho una visione piuttosto ristretta di quel che è accaduto. Ad esempio, non conosco chi siano gli indagati, oltre a noi dieci tratti in arresto, e nemmeno conosco dove siano state effettuate le 40 perquisizioni.
L’ordinanza di custodia cautelare nei miei confronti è di oltre 200 pagine, e in essa le accuse che mi vengono imputate sono piuttosto pesanti: ideologo ed esecutore materiale di una serie infinita di azioni dirette, oltre a coordinamento e propaganda di campagne solidali con i prigionieri anarchici di tutto il mondo. Ma, nel merito delle accuse ritornerò in futuro dopo una attenta analisi delle carte processuali.
Anticipo solo che lo schema seguito dagli investigatori sembra ripercorrere in pieno i tanti teoremi accusatori degli anni Settanta e Ottanta. La differenza fondamentale è che stavolta al centro dell’attenzione c’è il blog anarchico “Culmine”. Su questo punto, ovvero sulla presunta libertà di contro-informare ai tempi di internet, sarà doverosa una riflessione all’interno del movimento anarchico internazionale.
Essendo imputato di 270 bis e 280 sono stato classificato in A.S.2, ovvero devo scontare la carcerazione preventiva in un regime di Alta sorveglianza. Ma il carcere di Pisa, in cui mi trovo, non ha sezioni per l’A.S. ed è così che non ho socialità e faccio l’aria da solo in una sorta di isolamento informale!
È molto probabile che mi trasferiranno in un carcere che abbia delle sezioni i A.S.
I tanti compagni che mi conoscono da decenni sanno quanto sia importante per me il contatto con gli anarchici e le anarchiche. Se in questi giorni non avete avuto mie notizie, nemmeno un saluto, è perché sono stato impossibilitato a farlo.
In pratica, dal giorno del mio arresto fino al 22 giugno, giorno in cui mi è stata notificata la censura della corrispondenza, non ho ricevuto nulla, ma proprio nulla da parte dei compagni, nonostante i siano stati spediti telegrammi, cartoline, lettere solidali. Nel frattempo avevo scritto 13 lettere, utilizzando i pochi indirizzi memorizzati, e non ho idea se tali missive siano mai state recapitate. Pertanto, in dieci giorni di prigionia ho subito il blocco e sequestro totale di tutta corrispondenza, in entrata e in uscita. Non ho idea di quanto legale sia tale trattamento e, da anarchico, non mi interessa impugnarlo. Ci tengo solo a far conoscere questo pericoloso precedente negativo con un anarchico. Tratto in arresto e “desaparecido” dallo Stato italiano per dieci giorni, senza neanche poter ricevere telegrammi solidali. Per carità, nessun vittimismo, solo una constatazione di quel che il sistema si prepara a fare contro noi anarchici.
Il giorno stesso dei nostri arresti è intervenuta anche il ministro degli interni, stesso copione già visto con l’arresto dei compas cileni coinvolti nel caso “Bombas”, dei compagni greci della “Cospirazione delle cellule di fuoco”, degli arrestati in Bolivia. Anche su questo, ovvero sulla internazionale della repressione anti-anarchica, bisognerà riflettere.
Oltre alla censura della corrispondenza, ho il divieto di incontro e di corrispondenza con la mia compagna Elisa, rinchiusa nel femminile del carcere di Pisa.
Fino ad oggi, per i motivi sopra esposti, non mi è stato possibile contattare i miei coimputati/e, dei quali non avevo nemmeno il recapito. Annuncio che, appena dopo il riesame, inizierò a preparare la mia difesa tecnica con la quale smentirò, punto per punto, le tante menzogne diffuse in questi giorni. I compagni anarchici che mi conoscono da decenni sanno bene che non sono così sprovveduto, come vorrebbero far credere. Questo è il mio quinto 270 bis, in precedenza sono stato assolto o archiviato prima del processo per analoghe associazioni sovversive da parte delle Procure di Genova, Lecce, Torino e Firenze.
Da individualista quale sono, ho sempre trovato affascinante il percorso dell’antigiuridismo anarchico, e sulle mie spalle di pregiudicato ho una condanna per “Oltraggio all’onore e al prestigio del corpo giudiziario”, ma credo che tale percorso abbia dei limiti, soprattutto quando ci si trova dinanzi a un teorema accusatorio pieno di menzogne, manipolazioni e clamorosi errori di traduzione.
Per preparare la mia difesa tecnica – si badi bene, senza accettare nessun interrogatorio da parte della giustizia – ho bisogno di un grande aiuto da parte del movimento anarchico, italiano e non solo. In pratica, devo ricostruire con documenti, comunicati, articoli e libri la storia dell’anarchismo d’azione degli ultimi decenni. Di volta in volta segnalerò i materiali dei quali avrò bisogno. Ovviamente mi auguro che qualche compagno smanettone salvi tutto il data-base di Culmine, con una particolare attenzione alla cronologia dei post pubblicati. Più copie saranno salvate e meglio sarà. (Occhio, quando consultate Culmine evitate di fare commenti a voce alta, potreste essere arrestati all’istante!)
Tutti noi anarchici sappiamo che un giorno o l’altro potremmo finire dietro le sbarre, ma quel che colpisce in questo caso è il feroce accanimento nei confronti di due carissimi amici e compagni: Marco e Gabriel che, per ragioni diverse, erano prossimi a una decisiva svolta della loro lunghissima situazione detentiva. Colpisce soprattutto quel che si dice contro Marco e penso sia urgente che il movimento anarchico internazionale si ponga l’obiettivo di valutare come sostenerlo in maniera efficace.
Non ho idea se mi verrà recapitata tutta la corrispondenza.
Io risponderò a tutte le lettere e cartoline che riceverò. Per via della censura, vi consiglio di inviarmi in maniera separata materiale scritto in italiano da quello scritto in altre lingue (spagnolo e inglese).
Invio un forte abbraccio ai compagni e alle compagne che mi/ci hanno espresso la propria solidarietà, come il corteo spontaneo di Trento, quello di Perugia o il manifesto di Pisa.
Un abbraccio carico di cariño al Tortuga!
Un caro saluto ribelle dal brigante in gabbia
Stefano Gabriele Fosco
C.c. di Pisa, via Don Bosco 43, 56127 Pisa
24 giugno 2012
* * * * *
Italy – Operation Ardire – A letter from Stefano Fosco, one of the comrades of culmine arrested on 13th June.
A bandit in a cage
Thanks to the warm support of the comrades of the Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali [Anti-repression Solidarity Fund of Western Alps], I communicate what follows:
On 13th June I was arrested in Pisa along with my comrade Elisa in the context of ‘Operation Ardire’ of the prosecutor from Perugia. The carabinieri ROS broke down our door and took me to the police barracks, where I was identified, subjected to DNA sample and heavily provoked. Later I was detained in the Don Bosco prison in Pisa. On 16th June I was questioned by the judge for preliminary investigation but – of course – I used the right not to answer. The next legal step will be the court of review.
For reasons I’m going to explain I was made unable to access any information channel and therefore I’ve got quite a narrow picture of what happened. For example, I don’t know about the people under investigation apart from the ten of us who were arrested, nor do I know where the 40 searches were carried out.
The order of remand issued against me is of more than 200 pages and contains quite heavy charges: I’m accused of being the mastermind and perpetrator of an endless list of direct actions and of coordinating and making propaganda on solidarity campaigns with anarchist prisoners all over the world. However, as concerns the charges pressed against me I will come back to them after carefully examining the trial papers.
I can anticipate that the scheme set up by the investigators looks exactly like the many accusatorial theorems of the 1970s and 1980s. The most important difference is that this time the anarchist blog ‘Culmine’ is the focus of the investigation. On this point, that is to say on the alleged freedom to counter-inform using the internet, a reflection within the international anarchist movement is imperative.
As I’m accused according to articles 270bis and 280 I was assigned the A.S. 2 regime, which means that I have to serve my preventive arrest in high surveillance regime. But the prison in Pisa, where I’m being held, doesn’t have A.S. sections, so here I can’t communicate with other prisoners and go to the yard alone in a sort of not declared isolation.
It is very likely that I’ll be moved to a prison where there are A.S. sections.
The many comrades who have known me for a long time know that to communicate with anarchists is very much important to me. If you haven’t heard from me in these days, not even a hello, is because I was made unable to do so.
In practice, since the day of my arrest to 22nd June, the day when I was notified censorship of my mail, I haven’t received anything, absolutely anything form the comrades, in spite of the fact that many solidarity telegrams, cards and letters were sent to me. In the meantime I had written 13 letters, as I had memorized some addresses, but I have no idea if these letters ever arrived at destination. In ten days of detention, therefore, I have been subjected to total censorship of my mail, concerning both the letters received and those sent out. I don’t know up to what point this treatment is legal and as I’m anarchist I’m not interested in contesting it. I just want to make people aware of this negative precedent against an anarchist: detained and made ‘desaparecido’ by the Italian State for ten days with no chance to receive solidarity telegrams. No victimisation, of course, this is just an acknowledgement of what is being prepared against us anarchists.
On the same day of our arrest, the home office intervened, following the same script seen with the Chilean comrades involved in the ‘Caso Bombas’, the Greek comrades of the Conspiracy of the Cells of Fire and the comrades arrested in Bolivia. We also need to reflect on this, on the international anti-anarchist repression.
Besides censorship on the mail, I’m not allowed to see or write to my comrade and partner Elisa, who is locked up in the female prison in Pisa.
Up to this day, for unknown reasons, I was made unable to get in touch with my co-defendants, of whom I didn’t even have the addresses. I let you know that soon after the judicial review I’ll prepare a technical defence in order to dismantle, point by point, all the lies that have been spread in these days. The anarchist comrades who have known me for a long time know I’m not that unprepared, as the investigators want people to believe. This is the fifth time I’m accused according to article 270bis. On other occasions I was acquitted or charges were dropped before the trial for similar conspiracy charges pressed by prosecutors in Genoa, Lecce, Turin and Florence.
As I’m individualist I’ve always been fascinated by the anarchist practice of anti-legalism, not by chance I was once charged with contempt of court. But I think that this practice has some limits, especially when you have to face a theorem of accusation full of lies, manipulations and blatant translation mistakes.
In order to prepare my technical defence – please note I’m not going to accept to be questioned by the justice – I need the help of the anarchist movement, not only the Italian one. In other words, I need to reconstruct the history of anarchism of action of the last decades through documents, communiqués, articles and history books. From time to time I’ll let you know which kind of material I need. Of course I hope that some ‘fussy’ comrades have saved all the database of Culmine, with particular attention to the chronology of the published posts. The more copies have been saved the better. (Be aware: when you surf Culmine avoid making comments aloud, you could be arrested immediately!).
We anarchists all know that sooner or later we may end up behind bars, but what strikes in this case is the ferocious attack on two dear comrades and friends: Marco and Gabriel, who were about to reach a turning point in their very long detention for a series of reasons. In particular it hurts what is being said against Marco and I think it is urgent that the anarchist movement consider how to support him in an effective way.
I don’t know if all letters will be delivered to me.
I’m going to answer all letters and cards that I receive. Due to censorship, I suggest you should send material written in Italian separated from that written in other languages (Spanish and English).
A big hug to the comrades who expressed their solidarity to us, like the spontaneous marches in Trento, Perugia and the poster made by the comrades from Pisa.
A hug full of cariño to Tortuga!
Rebel greetings form a bandit in a cage
Stefano Gabriele Fosco
C.C. Pisa
Via Don Bosco 43
56127 Pisa
Italy
24th June 2012
* * * * *
Da: Viva la Anarquía
Un bandido enjaulado
Con el fraterno apoyo solidario de lxs compas de la Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali, comunico lo siguiente:
El 13 de junio de 2012 fui arrestado en Pisa, junto a mi compañera Elisa, dentro de la Operazione Ardire (Valentía) de la fiscalía de Perugia. Los carabineros del ROS tiraron abajo la puerta y me condujeron a comisaría, donde fui fichado, me tomaron muestras de ADN y donde sufrí graves provocaciones. A continuación fui recluido en la cárcel Don Bosco de Pisa. El 16 de junio fui interrogado por la juez de instrucción, pero –obviamente- me acogí a mi facultad para no responder. El paso siguiente a nivel legal será el tribunal de re-examen.
Por razones que explicaré pronto, he estado imposibilitado para acceder a cualquier canal informativo y por tanto tengo una visión muy reducida de lo que ha sucedido. Por ejemplo, no sé quienes son lxs encausadxs, más allá de lxs diez detenidxs, y mucho menos conozco donde se han efectuado los 40 registros.
La orden de detención preventiva contra mí es de más de 200 páginas, y en ella las acusaciones que me son imputadas son muy graves: ideólogo y ejecutor de una serie infinita de acciones directas, además de coordinación y propaganda de campañas solidarias con lxs presxs anarquistas de todo el mundo. Pero, al tema de las acusaciones ya volveremos en un futuro tras un análisis atento de los documentos procesales. Sólo anticipo que el esquema seguido por lxs investigadorxs recuerda totalmente a la multitud de montajes acusatorios de los años setenta y ochenta. La diferencia fundamental es que esta vez el centro de atención es el blog anarquista “Culmine”. Sobre este punto, sobre la supuesta libertad de contrainformar en los tiempos de internet, es necesaria una reflexión en el interior del movimiento anarquista internacional.
Estando imputado de los artículos 270bis y 280 he sido clasificado en AS2, o sea que debo pasar la prisión preventiva en un régimen de alta vigilancia. Pero la cárcel de Pisa, en la que me encuentro, no tiene una sección para el AS2, así que no tengo contacto con nadie y salgo al patio sólo en una especie de aislamiento informal. Es muy probable que me trasladen a una cárcel que tenga una sección AS2.
Todxs lxs compas que me conocen desde hace tiempo saben lo importante que es para mí el contacto con lxs anarquistas. Si en este tiempo no han tenido noticias mías, ni siquiera un saludo, es porque me ha sido imposible hacerlo. En la práctica, desde el día de mi arresto hasta el 22 de junio, día en que me fue notificada la intervención del correo, no he recibido nada, nada de parte de lxs compas, a pesar de que me hayan enviado telegramas, postales, cartas solidarias. En ese tiempo he escrito 13 cartas, utilizando las pocas direcciones que tenía memorizadas, y no tengo ni idea de si han sido recibidas. Por tanto en diez días de prisión he sufrido un bloqueo y secuestro total de toda la correspondencia, de entrada y de salida. No tengo ni idea de lo legal que sea este tratamiento, y como anarquista, no me interesa impugnarlo. Sólo quiero dar a conocer este peligroso precedente negativo con un anarquista. Arrestado he “desaparecido” del Estado italiano durante diez días, sin tampoco poder recibir telegramas solidarios. Por favor, ningún victimismo, solo una constatación de lo que el sistema se prepara a hacer contra nosotrxs lxs anarquistas.
El mismo día de nuestro arresto intervino también el ministro de Interior, en una copia de lo visto en el arresto de lxs compas chilenxs encausadxs en el Caso Bombas, de lxs compas griegxs de la Conspiración de Células del Fuego, de lxs arrestadxs en Bolivia. También sobre esto, sobre la internacional de la represión antianarquista, debería reflexionarse.
Además de la intervención de la correspondencia, tengo la prohibición de encontrarme y escribirme con mi compañera Elisa, presa en la sección femenina de la Cárcel de Pisa.
Hasta hoy, por los motivos expuestos, no me ha sido posible contactar con mis co-imputadxs, de lxs que incluso carezco sus direcciones. Anuncio que, apenas pase por el tribunal, empezaré a preparar mi defensa técnica con la cual desmentiré, punto por punto, todas las falsedades difundidas estos días. Lxs compas anarquistas que me conocen desde hace tiempo saben bien que no soy inexperto, como quieren hacer creer. Este es mi quinto 270bis, anteriormente he sido absuelto o se han archivado antes de llegar a juicio acusaciones análogas por asociación subversiva provenientes de las fiscalías de Génova, Lecce, Turín y Florencia.
Como individualista que soy, siempre he encontrado fascinante el recorrido del anarquismo antijudicial, y sobre mis propias espaldas de prejuzgado llevo una condena por “ultraje al honor y al prestigio del cuerpo judicial”, pero creo que tal recorrido tiene unos límites, sobre todo cuando se topa frente a un montaje acusatorio lleno de falsedades, manipulaciones y clamorosos errores de traducción.
Para preparar mi defensa técnica –sin aceptar ningún interrogatorio por parte de la justicia- preciso de una gran ayuda por parte del movimiento anarquista, no solo italiano. En la práctica, debo reconstruir con documentos, comunicados, artículos y libros la historia del anarquismo de acción de las últimas décadas. De vez en cuando señalaré los materiales que iré necesitando. Obviamente espero que algun/a compa solidarix salve toda la base de datos de Culmine, con una especial atención a la cronología de los correos publicados. Cuantas más copias sean salvadas, mejor será. (ojo: cuando consulten Culmine, evitar hacer comentarios en voz alta, ¡pueden ser arrestadxs al instante!).
Todxs lxs anarquistas sabemos que un día u otro podemos acabar tras los barrotes, pero el que golpea en esta ocasión es el feroz encarnizamiento contra dos queridísimxs amigxs y compañerxs: Marco y Gabriel, que por razones diversas, estaban cerca de acontecimientos decisivos en su larguísima situación de detención. Golpea sobre todo lo que se dice contra Marco y pienso que es urgente que el movimiento anarquista internacional se ponga el objetivo de valorar como apoyarlo de manera eficaz.
No tengo ni idea de si me será devuelta toda la correspondencia. Yo responderé a todas las cartas y postales que reciba. Debido a la censura, os aconsejo enviarme de manera separada material escrito en italiano de aquel escrito en otras lenguas (español o inglés).
Envío un fuerte abrazo a lxs compas que me han expresado su solidaridad, como la manifestación espontánea de Trento, la de Perugia o el manifiesto de Pisa.
¡Un abrazo lleno de cariño al Tortuga!
¡Un cálido saludo rebelde del bandido enjaulado!
Stefano Gabriele Fosco
C.c. di Pisa
Via Don Bosco 43
56127 Pisa
ITALIA
24 de junio de 2012
* * * * *
da: ContraInfo
Un bandit en cage
Avec l’appui fraternel et solidaire des compagnons de la «Cassa antirep. delle Alpi occidentali», je communique ce qui suit :
Le 13 juin 2012 j’ai été arrêté à Pise, avec ma compagne Elisa, dans le cadre de l’ Opération Ardire lancée par le parquet de Pérouse. Les carabiniers du ROS (Regroupement Opérationnel Spécial) ont défoncé la porte et m’ont conduit au commissariat, où j’ai été fiché, ils m’ont pris mon ADN et j’ai subi une forte pression. À la suite j’ai été envoyé à la prison Don Bosco de Pise.
Le 16 juin j’ai été interrogé par la juge d’instruction, mais bien évidemment, j’ai eu recours à mon droit de garder le silence. Le pas suivant au niveau légal sera le tribunal de réexamen.
Pour des raisons que j’expliquerai bientôt, j’ai été dans l’impossibilité d’accéder à quelconque canal d’information, et ainsi j’ai une vision très réduite de ce qui s’est passé. Par exemple, je ne sais pas qui sont les personnes mises en cause, au delà des dix détenus, et je sais encore moins où ont été effectuées les 40 perquisitions.
L’ordre de détention préventive contre moi fait plus de 200 pages, et dedans les accusations qui me sont imputées sont plutôt graves : idéologue et acteur d’une série infinie d’actions directes, en plus de la coordination et de la propagande au travers de campagnes solidaires avec les prisonniers anarchistes du monde entier.
Mais en ce qui concerne les accusations j’y reviendrai après une analyse attentive des documents de procédures.
J’anticipe seulement que le schéma suivi par les enquêteurs semble reprendre complètement les nombreux théorèmes accusateurs des années soixante-dix et quatre-vingts. La différence fondamentale est que cette fois le centre de l’attention c’est le blog anarchiste « Culmine ». Sur ce point, c’est à dire la supposée liberté de contre-information à l’époque d’internet, ça serait bien d’avoir une réflexion au sein du mouvement anarchiste international.
Étant sous le coup de la loi 270 bis et 280, je suis classé en A.S.2 c’est à dire que je dois passer mon emprisonnement préventif sous un régime de Haute surveillance. Mais la prison de Pise, où je me trouve, n’a pas de section pour l’A.S. et donc je ne peux voir personne et je sors dans la cour seul dans une sorte d’isolement informel !
C’est très probable qu’ils me transfèrent dans une prison qui a une section A.S.
Et tous les compagnons qui me connaissent depuis longtemps savent combien c’est important pour moi le contact avec les anarchistes. Si ces jours-ci vous n’avez pas eu de mes nouvelles, pas même un salut, c’est parce que j’étais dans l’impossibilité de le faire.
En fait, depuis le jour de mon arrestation jusqu’au 22 juin, jour où on m’a informé de la censure de la correspondance, je n’ai rien reçu, rien de la part des compagnons, même si vous m’avez envoyé des télégrammes, des cartes postales, des lettres de solidarité. Entre temps j’ai écrit 13 lettres, utilisant le peu d’adresses que j’avais mémorisé, et je n’ai aucune idée si elles ont été reçues. Ainsi, en dix jours de prison j’ai subi le blocage et la confiscation totale de toute correspondance, entrante et sortante. Je n’ai aucune idée de la légalité d’un tel traitement et, en tant qu’anarchiste, ça ne m’intéresse pas de le dénoncer. Je veux ici seulement faire connaître ce dangereux précédent négatif envers un anarchiste. Arrêté et « disparu » de l’État italien durant dix jours, sans même pouvoir recevoir de télégrammes solidaires. S’il vous plaît n’y voyez aucune victimisation, seulement une constatation de ce que le système se prépare à faire contre nous les anarchistes.
Le jour même de nos arrestations le ministre de l’intérieur en personne a fait une intervention, dans une copie de ce que l’on a vu avec l’arrestation des compagnons chiliens accusés dans le « caso Bombas », des compagnons grecs de la « Conspiration des cellules de feu », des arrêtés en Bolivie. Aussi sur ça, au sujet de l’internationale de la répression anti-anarchiste, il faudrait réfléchir.
Au delà de la censure de la correspondance, j’ai l’interdiction de rencontrer et de communiquer avec ma compagne Elisa, emprisonnée dans la section des femmes de la prison de Pise.
Jusqu’à aujourd’hui, pour les motifs que j’ai cité, il ne m’a pas été possible de contacter mes co-accusés, desquels je n’ai même pas l’adresse. Je déclare que, à peine passé le réexamen, je commencerai à préparer ma défense technique avec laquelle je démentirai, point par point, tous les mensonges diffusés ces jours-ci. Les compagnons anarchistes qui me connaissent depuis longtemps savent bien que je ne suis pas aussi démuni qu’ils veulent le faire croire. C’est la cinquième fois que je tombe sous le coup de l’article 270 bis, les fois d’avant j’ai été acquitté ou ça a été classé avant d’arriver aux accusations analogues pour association subversive de la part des procureurs de Gênes, Lecce, Turin et Florence.
En tant qu’individualiste, j’ai toujours trouvé fascinant le parcours de l’anti-juridisme anarchiste, et sur mes épaules de repris de justice j’ai une condamnation pour « Outrage à l’honneur et au prestige du corps judiciaire », mais je crois qu’un tel parcours avait des limites, surtout lorsque l’on se trouve face à un théorème accusatoire plein de mensonge, manipulations et d’éclatantes erreurs de traduction.
Pour préparer ma défense technique – mais attention, sans accepter aucun interrogatoire de la part de la justice- j’ai besoin d’une grande aide de la part du mouvement anarchiste, italien et pas seulement. En clair, je dois reconstruire avec des documents, des communiqués, des articles et des livres l’histoire de l’anarchisme d’action des dernières décennies. De temps en temps je signalerai les matériaux dont j’aurai besoin. Évidemment j’espère que quelques compagnons mettent à l’abri la base de donnée de Culmine, avec une attention particulière à la chronologie des posts publiés. Le plus de copies seront sauvés le mieux ce sera (Attention, quand vous consultez Culmine évitez de faire des commentaires à voix haute, vous pourriez être arrêtés à l’instant!)
Nous tous, les anarchistes, nous savons qu’un jour ou l’autre nous pouvons finir derrière les barreaux, mais ce qui est frappant dans ce cas-ci c’est le féroce acharnement à l’égard des deux chers amis et compagnons : Marco et Gabriel qui, pour diverses raisons, étaient proches d’un tournant décisif dans leur très longue situation de détention. Ce qui est choquant c’est ce qui se dit contre Marco, et je pense qu’il est urgent que le mouvement anarchiste international se donne comme objectif d’évaluer comment le soutenir de façon efficace.
Je ne sais pas du tout si on va me rendre toute la correspondance.
Je répondrai à toutes les lettres et cartes que je recevrai. À cause de la censure, je vous conseille de m’envoyer de manière séparée le matériel écrit en italien de celui écrit dans d’autres langues ( espagnol et anglais).
J’envoie des bises aux compagnons qui m’ont exprimé leur solidarité, comme la manif spontanée de Trente, celle de Pérouse ou le manifeste de Pise.
Une bise chargée de « cariño » à Tortuga !
Amitiés rebelles du bandit en cage.
Stefano Gabriele Fosco
C.c. di Pisa, via Don Bosco 43, IT-56127 Pisa
24 juin 2012
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