Grecia – Recenti incendi e sabotaggi

da: Informa-azione

fonte: Occupied London

Rivendicazione dell’incendio di un’urna elettorale ad Exarchia, Atene, la sera delle elezioni del 17 giugno.

Tutto, intorno a noi, sembra svolgersi lungo alternative binarie coercitive: memorandum/anti-memorandum, dracma/euro, fascismo/antifascismo. Forse anche fra di noi é necessario prendere posizione, in queste circostanze estreme. Non dimentichiamo nemmeno per un attimo l’unica vera alternativa: Rivoluzione oppure compatibilità con l’esistente.

Rifiutiamo il consenso, i loro dilemmi, la pace sociale. La sicurezza riguarda i profitti del capitale, locale ed internazionale; la libertà riguarda tutti gli altri. Lo stato ed il capitale, i fascisti ed i banchieri non sono sono forze invisibili. Hanno nomi ed indirizzi. Farebbero meglio a cominciare a contare quanti giorni di vacche grasse gli restano.

Guardiamo indietro, alle dure lotte degli anni appena passati. Come potrebbero entrare in un’urna le barricate ed i fuochi del 12 febbraio? Come potrebbero entrare in quell’urna le voci che gridavano “Basta”, voci che salivano dai pochi proletari che mantenevano la dignità, in periodi di timore per i salari e di subordinazione? Come potrebbero le lotte entrare in quell’urna, le lotte combattute città per città, quartiere per quartiere, contro le merde di Alba Dorata [i nazi, NdT]? Come potrebbero entrarci i nostri fratelli e le nostre sorelle, quelli che non sono più al nostro fianco, ma pure ci restano vicin*, anche dalle celle del regime?

In questi tempi estremi, in cui non c’è spazio per le esitazioni, noi cerchiamo di realizzare l’impensabile e facciamo entrare tutto ció nell’urna. Il litro di benzina che abbiamo versato nell’urna del dicittesimo seggio elettorale di Exarchia, alle elezioni del 17 giugno, sono i nostri mille voti, sono le nostre mille scommesse per una guerra indomabile.

Prima di tutto e sempre, la rivoluzione.

P.S. un saluto a pugno chiuso per la compagna Olga Oikonomidou


fonte: Actforfreedomnow!
Rivendicazione dell’incendio all’ufficio dell’avvocato Tzouganatos.

Lo sviluppo fa scorrere il sangue… “Cambiamenti strutturali, grandi riforme strutturali, investimenti e sviluppo, sviluppo, sviluppo”. In poche parole, la creazione di “zone economiche libere”, con salari bassi, diritti del lavoro inesistenti, distruzione della natura e profitti enormi per i capitalisti ed i loro rappresentanti politici.

Lì accanto ci sono anche diverse aziende di sicurezza/eserciti privati, composti di proletari/schiavi sottomessi testa e corpo. “Arriveranno degli investitori e noi avremo pane da mangiare”, pigolano molte persone da poco, che strisciano come vermi per ottenere un tozzo di pane dai padroni. Nel quadro delle “grandi riforme”, le prime e le più importanti di queste sono le privatizzazioni. La svendita di tutte le strutture pubbliche e sociali.
Il padrone é impazzito… Dopo che sono stati abbandonati alla propria sorte, dopo che l’offerta di servizi é diminuita e dopo che si sono trovati indebitati a causa della corruzione di ogni sorta di persone schifose. Per portare a termine, comunque, le privatizzazioni, c’é bisogno di consulenti legali e tecnici. Uno di questi é Dimitris Tzouganatos, professore di diritto.
Proprio questo sorcio ha prestato la sua consulenza per la privatizzazione del Casinó di Parnitha, per la modesta somma di 60.000 euro. Alle 19.45 di mercoledì 13 giugno, abbiamo incendiato l’ufficio di avvocato di Tzouganatos, al terzo piano di via Sina 32, in pieno centro di Atene, con un potente ordigno incendiario.
La nostra azione, completamente riuscita, é stata passata sotto silenzio dai media, dietro ordine degli sbirri. Ció non ci impedisce di cercare continuamente nuovi obiettivi e colpirli senza pietà.
Solidarietà ai combattenti sociali dell’Organizzazione Rivoluzionaria 17 Novembre e quelli accusati di partecipare alle organizzazioni rivoluzionarie Lotta Rivoluzionaria e Cospirazione delle Cellule di Fuoco, così come alle dozzine di combattenti che sono imprigionati nelle celle della democrazia.

Partecipando alle elezioni, voi non vi scaricate della vostra responsabilità individuale di cambiare la vostra vita di ogni giorno – e la vita in generale. Creiamo ovunque dei consigli rivoluzionari.

Nessuna pietà per i nazionalisti, che finiscano sottoterra o in rianimazione.

Organizzazione “Tolleranza zero”


fonte: ContraInfo

Rivendicazione del sabotaggio di telecamere di sorveglianza nella città di Volos.

Durante il mese appena trascorso [maggio, NdT], abbiamo distrutto 14 telecamere di sorveglianza private nella zona di Volos.

Le telecamere di sorveglianza sono il supporto tecnico del dogma securitario. Sono l’attuazione pratica dell’orwelliana società del Grande Fratello. Esse devono imporre, in maniera insidiosa e sottile oppure aperta ed ostentata, l’accettazione del controllo e della sorveglianza, della legge e dell’ordine. Se le telecamere pubbliche/statali sono un dispiegamento del potere dello Stato, di un sistema che vuole ardentemente espandersi come un cancro ad ogni sfera e campo della vita, le telecamere private (di case e negozi) sono la prova che lo Stato/il sistema ci é riuscito, almeno in una certa misura. In altre parole, se é odioso, ma ce lo si puó aspettare, che le telecamere di sorveglianza siano l’ennesimo strumento di dominazione, é disgustoso e servile che esse siano usate anche dai suoi sudditi. La tolleranza e l’indulgenza [nei loro confronti, NdT] – specie in tempi come quelli che stiamo vivendo – danno una boccata d’ossigeno alla dominazione e rubano la vita a quelli che lottano contro il Potere.

Né la società né il Popolo sono immagini sacre davanti alle quali ci inginocchiamo accendendo candele votive. Quando essi, coscientemente o meno, giocano il ruolo dello Stato, completando il suo lavoro, devono essere trattati nella maniera adeguata. L’iniziativa individuale o collettiva, gli sforzi di azioni di attacco per la distruzione del Nulla che predomina continueranno ad emergere e diffondersi.

E se, a causa di questi atti, qualcuno ha paura di perdere le sue  comode – per lui – catene di schiavo, bisogna dire che la riproduzione della violenta normalità autoritaria terrorizza ogni giorno più persone – o almeno ci prova.

Il rafforzamento dell’oppressione é, secondo noi, una relazione reciproca riprodotta fra il dominio e la società nel suo complesso, che é impregnata di comportamenti autoritari. La viltà e l’inerzia della massa sono necessarie al dominio per mantenere lo sfruttamento. I padroni hanno ottenuto schiavi e persone sottomesse che baciano la mano con la quele essi li picchiano.

Quello che proponiamo é l’attacco totale contro l’esistente. Riconosciamo il nostro nemico non solo nell’apparato dello stato, ma anche nella società esistente. I limiti fra i due sono abbastanza indistinti. Il Potere ha pervaso ogni parte della società. Il Dominio si é installato nelle coscienze. Noi ci opponiamo a tutto il complesso di relazioni, attitudini ed istituzioni formali od informali, espresse in ogni campo della vita quotidiana, che in maniera attiva o passiva perpetuano l’esistente. La nostra offensiva ha come obiettivo la normalità, la servitù volontaria, l’infamia e le coscienze in divisa; i padroni ma anche i loro leccapiedi, l’egoismo e l’arrivismo all’interno del capitalismo, l’inerzia e l’indifferenza come posizioni di vita, le mentalità ed i comportamenti razzisti e sessisti.

Nulla di più disgustoso ed insidioso di un onesto cittadino che corre dietro un rapinatore di banca, nulla di più odioso della spia volontaria che fa il numero di telefono della polizia antiterrorismo dopo essere stato “testimone oculare” di un attacco armato od un’esplosione messi in atto da un’organizzazione rivoluzionaria, o addirittura ha notato un comportamento sospetto. Siamo pieni di rabbia nei confronti dei padroncini che sembrano tutti dei monsignori e dimostrano il proprio potere sui loro salariati nel modo più arrogante; rabbia e disgusto verso “l’onorevole eroe della classe lavoratrice”, che torna a casa dal lavoro e sfoga la sua frustrazione su moglie e figli; contro ogni tipo di patriota greco-nel-cuore che darà la caccia agli ambulanti immigrati clandestini; contro ogni immigrato “legale” che cerca di farsi un posto fra la piccola borghesia greca, riproducendo comportamenti che anch’egli ha subito in passato, ma ora scatenati contro immigrati “clandestini”.

Siamo pieni di rabbia e disgusto nei confronti delle armate di servi volontari…

Noi, per quanto ci riguarda, abbiamo scelto di stare dalla parte della Rivoluzione; dalla stessa parte dei nostri compagni imprigionati, membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco. É passato quasi un anno dagli ultimi arresti di membri dell’organizzazione in Nea Ionia, a Volos, quando abbiamo fatto l’esperienza di un’operazione dell’antiterrorismo, con l’assistenza dei porci subordinati locali, e già procuratori ed investigatori montano una serie di processi contro di loro. La democrazia si vendica, sfoderando contro di loro giudici, sbirri, procuratori, secondini, giornalisti. Di fronte a quest’orda, i membri delle CCF mantengono una posizione dignitosa, integerrima e fiera.

Questa loro posizione ci riempie di coraggio ed inesauribile volontà di continuare la lotta. Con scioperi della fame, un tentativo di evasione, il costante rifiuto di umilianti perquisizioni, portando avanti dialetticamente l’internazionalizzazione della guerriglia e della solidarietà attraverso il progetto della Federazione Anarchica Informale / Fronte Rivoluzionario Internazionale, essi dicono che niente é finito, tutto continua, senza arretrare di un millimetro.

Compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, vi mandiamo un cordiale saluto e la nostra solidarietà pratica. La nostra solidarietà va anche agli altri indagati nella stessa inchiesta, all’anarchico rivoluzionario Theophilus Mavropoulos e a tutti coloro che sono inquisiti per la loro attività sovversiva.

P.S. Mentre scriviamo queste righe, la compagna, membro delle CCF, Olga Oikonomidou é rinchiusa in una cella d’isolamento munita di una telecamera di sorveglianza, nella prigione di Diavata, in conseguenza di un trasferimento disciplinare dovuto al suo rifiuto di sottomettersi all’umiliazione della perquisizione a nudo.

Demoliamo tutte le prigioni ed il regime d’isolamento imposto ai nostri compagni!

Collaborazione per il sabotaggio ed il vandalismo

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