Venerdì 20 luglio
I compagni non si sono presentati a quest’udienza che era dedicata completamente al discorso pubblico del PM. In questa maniera hanno dimostrato il loro disprezzo verso il procedimento e verso lo stesso PM.
Al principio del loro disertamento il pm ha commentato l’assenza dei compagni dicendo: “non mi hanno onorato con la loro presenza”.
Ha continuato con un sermone/delirio in favore della democrazia e del fatto che “tutti devono sottomettersi alle sue leggi”. Ha terminato proponendo di dichiarare i compagni colpevoli dei fatti dei quali sono accusati.
Mercoledì 25 e giovedì 26 luglio
Sono incominciati i discorsi degli avvocati della difesa.
Come ha segnalato uno degli avvocati, i quattro compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco avevano differenziato la loro posizione dal discorso “di difesa” degli avvocati, poiché non riconoscono l’autorità del tribunale e non porgono scuse.
Ha spiegato che in questo modo i discorsi pubblici pronunciati dagli avvocati andranno ad esprimere solo questi stessi e non la posizione anarchica della CCF. Naturalmente, tutti gli avvocati hanno rispettato le scelte e la posizione dei quattro compagni, inoltre hanno rispedito le accuse dichiarando che “il terrorista è lo Stato”. Si sono anche riferiti particolarmente al fatto di assumere la responsabilità politica. Gli avvocati hanno ricalcato che il fatto di assumere la responsabilità politica è diverso dall’assumere la responsabilità penale.
Qui dobbiamo sottolineare che nelle loro dichiarazioni i membri della CCF hanno lasciato chiaro che per loro l’assumere la responsabilità politica significa anche difendere attivamente tutti gli attacchi della CCF. Al di là di questo, considerano che la teoria e la pratica non possono essere separate e per questo non hanno mai affermato di essere “perseguitati per le loro idee” ma per le loro decisioni di prendere le armi ed attaccare le strutture del Potere e della sua società con tutti i mezzi: con testi, con i fuochi, con le molotov, con le bombe, con le armi… E’ la scelta che hanno fatto, quella di prendere parte all’insurrezione permanente anarchica. Una scelta per la quale continuano senza pentirsi. Una scelta che conservano viva anche dal carcere con i loro testi, libri, con la loro posizione di fronte al sistema penitenziario, il loro tentativo di fuga, il loro rifiuto alle scuse nel processo…
Inoltre, come avevano dichiarato i/la compagni/a della CCF: “Siamo anarchici di prassi. Le idee e le teorie che non osano diventare pratiche, continuano ad essere chiacchiere codarde alimentate da scuse e coscienze inattive. Non ci stanno perseguendo penalmente semplicemente per alcune pulite teorie anarchiche impresse in un pezzo di carta, ma per la nostra SCELTA di cui parlano le nostre idee anche per mezzo della fiamma che incendia la miccia dello stoppino che abbraccia la molotov, della canna di un’arma ancora calda…”
Questo giudizio rimarrà sospeso fino a mercoledì 5 settembre.
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Trasferimenti
Come ci si aspettava, lunedì 30 luglio i 4 compagni processati nel secondo giudizio del “caso Halandri” (Christos Tsakalos, Damiano Bolano ed i fratelli Mihalis e Giorgos Nikolopoulos) sono stati portati dal carcere ateniese di Koridallos alle prigioni che “corrispondono” loro. Qui potete trovare la lista delle carceri in cui si trovano attualmente i 9 membri della CCF ed il compagno Theofilos Mavropoulos, anche se chi vuole scrivere loro può utilizzare l’indirizzo del gruppo di appoggio (www.saspf.squat.gr):
Post Box 51076
T.K. 14510 Nea Kifisia
Athens
Greece
sinomosiapf[chiocciola]yahoo.gr