Distruzione

«Abbattere tutti gli edifici che, da un qualsiasi punto di vista, rappresentano un simbolo d’oppressione. Nessuna vestigia del passato dovrà essere rispettata; bisogna una volta per tutte fare tabula rasa di tutte le istituzioni, governative, giuridiche, religiose, amministrative, etc. Che tutti i monumenti, che potrebbero fungere da punto di raccolta a un’autorità qualsiasi, vengano abbattuti, senza pietà né rimorso. Compagni, indurite i vostri cuori perché ci vorrà molto odio per compiere questa pulizia… Fate saltare le chiese…le caserme, le prigioni…i municipi. Bruciate tutte le scartoffie amministrative ovunque si trovino. Al fuoco i titoli di proprietà, di rendita, d’azioni, d’obbligazioni! Al fuoco le ipoteche, gli atti notarili, gli atti di società! Al fuoco il libro del debito pubblico, quello dei prestiti comunali e dipartimentali! Al fuoco i libri delle banche e delle camere di commercio, i “pagherò”, gli assegni, le cambiali! Al fuoco le carte dell’anagrafe, di reclutamento, dell’intendenza militare, dei contributi diretti o indiretti! Al fuoco tutte queste cartaccce malsane, titoli di schiavitù dell’umanità, difese da milioni di dati, di sbirri, di magistrati d’ogni genere!»

(da “L’indicatore anarchico”)

Aggiungo io, fuoco su tutto, che non resti pietra di questo mondo, che non rimanga traccia di ciò che è stato, memoria, frammento e possibilità di ricostruzione. Solo macerie a perdita d’occhio per un’umanità che è stata sempre schiava ed ha gioito e si compiaciuta della sua schiavitù. Rimanga solo il monito della corda e del guinzaglio, dello steccato de gregge in cui foste imprigionati a belare, perché certamente liberi ormai da ogni padrone state piangendo disperati,nessuno più vi indica la via verso il macello sicuro. Cosa ve ne farete di tanto spazio? Invocherete ancora il lavoro salariato e sicuro, le catene che vi legano perpetuamente alla morte “tranquilla”… Mi pare di udire alzarsi un belato uniforme “lavoro e dignità”! Il mio grido si alza più in alto del vostro “Distruzione,Distruzione!”, per il mio Piacere voglio vedere questo mondo distrutto e la vostra certezza crollare! Fino a che non rimanga neanche la più minima traccia dell’umanità stessa. Estinzione! La meta ultima della stirpe umana! la sua inevitabile destinazione, il punto di arrivo, di conclusione. Che questa marmaglia continui a sguazzare nel proprio sterco, loro non riescono a vedere le stelle né vengono irradiati della luce del sole, o pervasi dall’oscurità strisciante del disordine. Non ci sarà più tempo per invocare la propria miseria, per rimpiangerla: la morte avrà prevalso su tutto, la feccia umana scomparirà ed allora non ci saranno più masse e sbirri, dirigenti e schiavi! L’odiosa umanità, una volta scomparsa, non avrà più modo di lamentarsi di nulla. …io devo stringere nelle mie mani il caos.

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