ICONOCLASTIA

[..]L’amore senza l’istinto dell’odio che sappia vincere

quello che tra le morse di una pietà o di una morale lo

masturba, non è bello.[…]

Armando Diluvi

 

L’iconoclastia è stata per lungo tempo un’azione, una tensione proiettata verso l’esterno del mondo anarchico come se esso ne dovesse rimanere fuori o, comunque l’unico detentore e promotore.

Nel tempo si è accumulata, all’interno dello stesso, una serie di Dogmi Moral-Ecclesiastici che sono divenuti intoccabili: buon parte dell’anarchismo si è creato i propri “santi indiscutibili” ed  i propri “comandamenti da seguire” , pena la scomunica, divenendo in un battito d’ali come i farisei pronti a colare il moscerino e ingoiare il cammello e pure il cammelliere.

La sana distruzione dov’è? Desidero portarla all’interno del tanto celebrato “movimento anarchico”(?), far cadere un po’ di certezze, rompere un po’ di vecchie statue e incendiare chiese e pulpiti dell’anarchia di Stato!

Basta con la finta solidarietà formalmente espressa sotto carceri e e benefit, o attraverso slogan triti e ritriti come “LA SOLIDARIETA’ Anarchica NON è PAROLA SCRITTA!!”. No, non lo è, è parola orale, volatile tutt’al più, parola appunto!

Ti puoi dichiarare come vuoi aggiungere qualsiasi aggettivo ti piaccia vicino al termine anarchico, ma se la repressione colpisce e non sei AFFINE (non dico più compagno), rimarrai solo un un mero compagno buono per passarci qualche ora a berci una birra e a zappare un orto! L’Affinità va oltre la solidarietà, è la mano tesa, è certezza di presenza. E’ la telefonata che riceve risposta, è la  vicinanza nel silenzio.

Basta con la solidarietà, non ne voglio più sentire, puzza di incenso e pietà cristiana, pronta a mostrarsi davanti a tutti per poi scomparire dietro il buio delle colonne di una chiesa.

Chi vuole e chi può  si inginocchi. Io ho solo voglia di distruggere ogni certezza e devo rimanere eretta.

Sara PA

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5 risposte a ICONOCLASTIA

  1. ParoleArmate scrive:

    Parole,Parole purtroppo PaQuito anche le tue appaiono come parole buttate al vento che certo non fermeranno il mio modo di esprimermi e la mia critica verso un mondo che sa di morte, non accetto consigli da te e da nessun altro, se mi va di criticare lo faccio. Trovo la mia soddisfazione Egoistica in questo, mi appari come un avvocato difensore dei tuoi compagni E non sei capace di portare avanti un dibattito se non attraverso un’inutile e trita invettiva già sentita. Proponi del nuovo. Sara

  2. el loco scrive:

    La tensione iconoclasta riaccende le sollecitazioni necessarie a superare la situazione di stallo ove essa si verifica seppur potrebbe sembrare il tentativo di animar cadaveri, mentre risulta essere molto più interessante dove la sua irruenta proiezione mina alle fondamenta le torri del prestabilito, delle certezze, del compromesso, dell’assioma.
    La consolidata classe degli anarco-radical-chic, ha confezionato il pacchetto regalo sostituendone il contenuto dinamitardo con la confettura biologica e relativo scontrino; appunto. Cadaveri.
    Nella tensione iconoclasta non è la differenza che provoca lo scontro, la varietà è mutamento, è ricerca di continuo miglioramento, è possibilità di nuova sperimentazione; immediata, pura, chiara.
    “Prima abbiamo chiesto che la parola solidarietà non fosse solo parole o scritte. Ma fosse Azione, fosse dinamite, costumi, elicotteri, gallerie, ammutinamento, infiltrazione, muretti e tutto il possibile per aiutare la fuga di un corpo prigioniero.” Questo si è sempre inteso per solidarietà tra anarchici; l’avvilimento di questo significato è proprio dovuto alla ricerca di posizioni atte al mantenimento di privilegi. Qualsiasi solidarietà espressa in forme in cui primo accorgimento adottato sia il mantenimento di tali posizioni, non solo non ha motivo d’essere espressa ma risulta atta a generare confusione sui termini.

  3. Fede "Compulsivo" scrive:

    Ma te sei un prete travestito da anarco?

    Ti ricordo che per una affermazione c’è una risposta-e un affiliato Nichilista Egotista non si ferma davanti a nulla!

    Allora l’hai avuto oggi il sacramento della tua deceduta chiesa redentrice?

    Io mi firmo con il mio nome e se devo criticare-critico.

    Il limite lo dai te e la tua chiesa dell’anarchia redentrice-con i precetti-per ogni cosa che deve passare attraverso il filtro morale del “non dire” e del “non fare”.

  4. Paquito Rodriguez scrive:

    Tu e la vostra cricca di egoisti-nichilisti puzzate di repressi e frustrati… siete stufi delle “parole” ma non fate altro che sprecarne al vento. Vi dichiarate egoisti e individualisti ma non fate altro che giudicare e criticare chi vi sta intorno, il “movimento” e quello che fanno altri compagni. Perchè non proseguite per il VOSTRO percorso individuale anzichè interessarvi così tanto di quello che fanno GLI ALTRI intorno a voi, di come gli altri portano avanti il LORO percorso, le LORO lotte e le LORO scelte? Se davvero trovaste soddisfazioni in voi stessi e in quello che fate, non sareste così incarogniti con “il movimento” o chicchessia… più azione, meno parole!

  5. el loco scrive:

    La leggenda vuole che nel 18 marzo 1831, durante l’evasione di Criminal Punta Carretas (dove otto anarchici e tre “prigionieri comuni” sono fuggiti attraverso un tunnel), uno dei fuggitivi ha scritto sul muro del tunnel, ”la Solidarietà anarchica non è solo una parola scritta”.
    l’episodio dell’evasione dal carcere di Punta Carretas, Uruguay avvenne il 18 marzo 1931. Evasero attraverso un tunnel scavato da una casa posta di fronte al carcere, azione pianificata soprattuto dal celebre anarchico espropriatore Miguel Arcángel Roscigna.
    Ma questa è un’altra storia!

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