A metà Marzo ci è stato comunicato una nuova convocazione da parte degli accusatori Baltas e Mokkas, per “scusarci”* (termine che in greco significa anche testimoniare) in merito ad una serie di attacchi incendiari ed esplosivi, rivendicati dalla O.R. CCF. Dal primo momento abbiamo negato la nostra partecipazione all’organizzazione specifica, cosi come ogni altra. Sebbene in questo momento l’accusa miri a noi, riteniamo che ciò che viene colpito è la parola e l’azione sovversiva.
Attraverso le particolarmente tese condizioni sociali del periodo che stiamo vivendo, l’organizzazione e la resistenza radicale sono ciò che terrorizza sempre di più lo stato, che aggiorna i suoi piani oppressivi.
Contando solo dall’inizio dell’anno, crediamo che le accuse ai compagni per l’occupazione di una stazione radio in solidarietà alla O.R. L.R., la pubblicazione delle foto dei compagni arrestati e imprigionati in merito agli scontri del 12 Febbraio, mentre nel contesto del rafforzamento della democrazia anche contro ciò che potrebbe potenzialmente disturbare l’attuale fragile equilibrio, abbiamo avuto la pubblicazione delle foto dei partecipanti agli scontri con i poliziotti nell’O.A.K.A. e le recenti “epurazioni” dei migranti ad opera della ELAS (polizia greca) che ora vengono mostrare nei telegiornali come ovvio espediente pre elettorale.
E’ chiaro quindi che la guerra si sta intensificando. Nel campo legale ciò viene espresso con l’applicazione della legge antiterrorista che è di proposito generica e poco chiara. Sebbene in questo specifico caso non ci sia l’ombra di una prova o di una relazione che colleghi noi con queste azioni, il giudizio solamente soggettivo dei ben noti procuratori è sufficiente per farci imprigionare di nuovo.
Comunque, con prove costruite e false testimonianze, due di noi (Mitrousias e Karagiannidis) sono stati imprigionati anche per il caso dei “pacchi bomba”. E’ chiaro che le nuove accuse sono soprattutto mirate ad evitare il rilascio (a causa della scadenza dei 18 mesi) di K. Sakkas e Stella Antoniou.
Ciò è dimostrato dal fatto che le accuse per queste azioni specifiche non sono state attribuite a noi durante il nostro arresto 16 mesi fa ma oggi, nonostante non siano saltate fuori nuove prove. Comunichiamo inoltre che da oggi 6 Aprile iniziano uno sciopero della fame chiedendo: L’interruzione della nostra arbitraria e vendicativa prigionia. L’immediato rilascio della nostra co-imputata S. Antoniou per motivi di salute.
Prigione di Koridallos, 6/4/2012. S. Antoniou, G. Karagiannidis, A. Mitrousias, K. Sakkas
Nota. Stella Antoniou inizierà lo sciopero della fame una settimana dopo nonostante le sue pessime condizioni di salute.