Sebbene l’azione portata a compimento dai Comportamenti Devianti per la Diffusione del Terrorismo Rivoluzionario/FRI sia stata indubbiamente distruttiva per coloro che vorrebbero governare le vite altrui ed efficace contro questi, provocando un danno ingente alla sede Microsoft colpita e lasciando un segno indelebile della lotta anarchica e del combattimento contro le proprie paure (ricordo infatti che gli attentatori hanno fatto irruzione nell’edificio facendo detonare un furgoncino carico con 150 litri di benzina e 14 bombole), bisogna fare alcune considerazioni, che saranno affrontate più ampiamente più avanti con un testo riguardante proprio alcuni punti di questa rivendicazione.
Innanzi tutto, si muove una critica contro l’egoismo.
“Non sono forse manette gli egoismi particolari di ognuno, il narcisismo e l’egocentrismo?”
Io dico no, non lo sono. In un mondo che schiaccia e sacrifica l’individuo per alimentarsi e drogare il popolo cieco e sordo, così tanto osannato da alcuni, che non esita a colpire i coraggiosi anarchici d’azione o chi agisce per la propagazione del dibattito insurrezionale-rivoluzionario anarchico, l’ego(t)ismo è una delle fiamme nere che fonde e spezza le catene ostracizzanti dell’attacco contro l’Io, perpetrato dalla società e dalla sua etica, e quelle di un attendismo esasperato ed esasperante per “tempi più maturi”, in cui la gente dovrebbe ipoteticamente cominciare a muoversi in maniera radicale contro il potere. Perché io dovrei morire per qualcosa o qualcuno all’infuori di me? Dovrei forse io sacrificarmi per il popolo, che non esita a sputarmi addosso, chiamando più sicurezza, più controlli, più polizia? E’ infatti sotto gli occhi di tutti la considerazione che ha di chi agisce in prima persona e senza deleghe.
Dovrei forse io morire combattendo per un futuro mondo migliore, che non vivrò? Perché dovrei lottare per qualcosa di cui non potrò usufruire?
Io lotto solo per me stesso, e chi sentirà la mia lotta affine alla propria potrà unirsi a me, ma non annienterò mai il mio essere “Io” per una causa “superiore” o esterna a me stesso.
Infine, credo che la critica al sistema tecno-industriale sia una critica parziale e limitata. Non intacca, infatti, ogni aspetto dell’esistente, ma solo una sua parte. Sono dell’idea che la critica distruttiva debba essere ampliata al “tutto”, e non che venga limitata ad un suo apparato.
Tomo
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Español (fonte)
Ελληνικά
Nelle prime ore della mattina di mercoledì 27 giugno, abbiamo attaccato con un’auto-bomba la sede Microsoft. Ci siamo messi all’entrata principale ed abbiamo fatto detonare il furgoncino-bomba all’interno dell’edificio, regalando 150 litri di benzina. Mentre ci assicuravamo che nessuno avrebbe corso rischi, al contrario di ciò di cui ci accusa la stampa, non abbiamo usato armi da fuoco per immobilizzare gli impiegati. E’ stato un atto di guerra contro il silenzio insidioso e la prigionia estesa, che genera questo mondo moderno.
“Catturati nella società-prigione…”
Crescendo e sprecando il tempo ed ogni minuto della nostra vita nella grande prigione, nella cittànella quale annegano milioni di persone, incastrate tra l’ansia e lo stress. E’ folle e contraddittorio che tante persone si siano riunite come zombi nelle enormi città; nelle fabbriche, i loro posti di lavoro, i parchi artificiali, di fronte ai televisori, nelle code degli uffici di disoccupazione; nella necessità e l’estorsione.
I ritmi qui sono depredatori, i dilemmi più asfissianti che mai, droghe psico-attive ed antidepressivi sui ripiani per ogni tipo di paziente di questo moderno stile di vita.
Istituzioni mentali, psichiatri e psicologi, prigioni; così non sono anche i disgustosi uffici -gabbie negli edifici- cannibali, che nella loro maniera incarcerano l’emozione umana, la vitalità ed il vigore?
Non sono forse le rumorose vie, il costante ronzio delle trombe di quelli che corrono per guadagnare un minuto in più ed arrivare più in fretta a lavoro, a scuola, o alle loro importanti riunioni? Continua a leggere→