2 attacchi a Seattle contro banche e Starbucks

Ricevo e diffondo la traduzione

da: Actforfreedomnow!

Banca danneggiata in Solidarietà con Doug Wright & Gabriel Pomba Da Silva

18 luglio 2012
Alcuni vetri della Wells Fargo di Seattle sono stati rotti la scorsa notte come piccolo gesto di solidarietà nei confronti di Gabriel Pomba da Silva, che è attualmente detenuto in Germania e sta affrontando la nuova repressione per l’Operazione Ardire, e nei confronti di Doug Wright, uno dei Cleveland 5, che recentemente ha iniziato uno sciopero della fame nella Trumbull Country Jail in Ohio. Non dimentichiamo i compagni dietro le sbarre!

Nota: Doung Wright è in isolamento e ha cessato lo sciopero della fame.

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da: War On Society

Due banche ed uno Starbucks distrutti

La notte passata a Seattle abbiamo distrutto le finestre di due banche e di uno Starbucks. Rattrista il fatto che così tante persone sperimentino le banche come istituzioni di sfruttamento ma rifiutino di decidersi ad attaccarle, così come per distruggere uno Starbucks, può essere l’unica tradizione di Seattle degna di continuare dal WTO. Continua a leggere

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Comunicato di rivendicazione dell’attacco a due banche a Frascati

da: Anarchaos

A chi è detenuto nelle carceri, a chi è ricercato, condannato o perquisito… agli anarchici colpiti dalle forze repressive dello Stato/Capitale…
FRASCATI (ROMA)
Nella notte di mercoledì 18 luglio 2012 attaccate due banche a Frascati. Lanciate due bottiglie molotov e un ordigno incendiario contro la banca di Roma Unicredit e Banca Nazionale del lavoro. Distrutto completamente quello Unicredit.
Lasciata scritta “LA TERRA VALE PIU’ DEL VOSTRO DENARO” ed una (A) cerchiata.

http://www.anarchaos.org/wp-content/uploads/2012/07/banc.jpg

DISTURBO DELLA QUIETE PUBBLICA:

“Uscire dalla sofisticazione della mente, dai freni sociali e morali è il modo di affrontare questa guerra.
Distruggere la normalità dell’ordine, dell’autorità, l’incarico e il mestiere, la normalità della sperimentazione e creazione scientifico-tecnologica, il loro diritto giuridico sui corpi nei tribunali-processi, di accusa ma anche difesa. I punti di vista sono per chi decide altrui volontà, sono per chi ha delega e ruolo nella società, dei cittadini, la pulsione selvaggia non deve spiegazioni politiche/culturali. Continua a leggere

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Lettera di Doug Wright in sciopero della fame

Introduco brevemente il seguente articolo, rimarcando il fatto che, per quanto certe situazioni possano sembrare più assurde di altre, non ci si dovrebbe mai stupire del livello di repressione al quale possono arrivare gli sbirri e soprattutto non si dovrebbe mai lottare per un miglioramento della propria situazione carceraria, bensì alla distruzione della stessa. I libri sui diritti dei detenuti lasciamoli a loro, visto che è da loro che provengono.
Volevo spendere queste poche parole per invitare ad una riflessione sull’espansione dell’antigiuridismo anche oltreoceano.

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fonte: War On Society

traduzione Vesuvio Libertario

Premessa del traduttore: Douglas Wright è uno dei “Cleveland 5”, compagni arrestati e accusati di aver pianificato un attacco esplosivo contro un ponte e altre azioni contro la NATO e la Convention Repubblicana Nazionale (qui trovate un resoconto dei più recenti attacchi repressivi contro gli/le anarchici/che american@).

Aggiornamento: lo sciopero della fame di Doug si è concluso vittoriosamente.

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L’11 luglio il gruppo di supporto ha ricevuto un messaggio da Doug, nel quale dichiara di aver cominciato uno sciopero della fame il 7 luglio 2012. Qui la trascrizione.

CONDIVIDI QUESTA LETTERA CON TUTT@!!
Gli sbirri fascisti qui alla Trumbull County Jail mi hanno messo in isolamento per delle stronzissime “accuse”, come “l’avere 2 o più libri”. Mai sentita questa regola, e ho chiesto più volte un manuale del detenuto. Poi, “ammassamento di materiali per l’igiene personale”. Non sapevo si potesse avere troppo sapone, troppo ovvero più di una sola saponetta. Che cazzo??! Ho spedito una lettera al mio avvocato per riferirgli queste cose e voglio che la gente lo chiami finchéquesta ingiustizia non sarà risolta! Gli ho anche fatto sapere che intendo rifiutare il cibo finché non si risolve il fatto! Quando rifiuterò di mangiare mi toglieranno le telefonate e la possibilità di scrivere lettere, me lo ha detto prima uno che è già stato qui per un po’. Quindi questa potrebbe essere la mia ultima lettera per un po’ di tempo, finché non si aggiustano le cose.

SCIOPERO DELLA FAME PER LA GIUSTIZIA

Libertà o morte.
Abbasso gli sbirri fascisti.

Doug Wright

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Maurizio De mone – Le Due Facce del Silenzio

Un contributo ulteriore dato in merito alle Celle della Redenzione e la sua natura spersonificante.
Dedicato a me stesso e all’affine Federico Buono

Maurizio De mone

LE DUE FACCE DEL SILENZIO

il Nulla come Esperienza di se – il Nulla come Fuga da se

“L’io, quindi, esiste. Ma esiste come appare a me?
No, perché mi appare nel modo che comporta la conformazione dei miei sensi e del mio intelletto, ossia in unmodo che non rispecchia la realtà in sé. La mia apparenza non è che un segno, non una copia della realtà.
La coscienza del mio io è formata dalla mia apparenza. Essa mi rende consapevole di un io che non è il mio vero io.
Pure questo vero io si rivela, raramente e incompletamente, a sprazzi, prorompendo dai sotterranei e tenebrosi abissi del subcosciente e dandomi l’impressione, vaga e confusa, che non sono quello che a me sembra, mabensì qualche cosa di misterioso e diverso. L’io vero, l’io reale, non si trova che nell’inconscio. Ed è lì che è necessario cercarlo e comprenderlo, per quanto è possibile.”
Enzo Martucci –
EMO ME IMPUNE LACESSIT

La Cella come luogo- che evolverei ampiamente in tutte le Celle redentive “e non” che ingombrano rumorosamente le morali prossime e i comportamenti etici tutti – dove si svolge l’atto di spersonalizzazione (anche qui sarebbe da intraprendere un dibattito corposo sulla possibilità dell’Individuo ,quindi Integro nella sua frammentarietà ,di poter essere appunto un suo controsenso e personale contraddizione). Continua a leggere

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Frascati, 2 molotov lanciate contro due banche

da: stampa di regime

Due bottiglie incendiarie sono state lanciate la scorsa notte a Frascati, in via Cesare Battisti, contro i bancomat di una filiale Unicredit Banco di Roma e Bnl. Il primo è stato distrutto mentre l’altro lievemente danneggiato.

Sul muro i responsabili hanno disegnato con la vernice la “A” anarchica e hanno scritto la frase “La terra vale più del vostro denaro”. Sulla vicenda indagano i carabinieri di Frascati.

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Comunicato dell’Attacco Esplosivo al tribunale di Puente Alto

Ricevo e diffondo la traduzione:

Qual è l’obiettivo?

L’obiettivo è dimostrare che il pendolo della violenza si rivolta in qualche momento contro coloro che per primi la perpetuano nel mondo.
Semplicemente lasciamo che il flusso della violenza sia bidirezionale e che accettino le conseguenze di aver appoggiato gli sfruttatori.

E per quanto si facciano scortare e proteggere, anche se ad un certo punto ed in qualche modo si vedranno esposti/e e sperimenteranno sulla loro pelle l’onda espansiva di questa guerra e che presto i nostri proiettili cercheranno i loro corpi per mettere in chiaro che diversi settori degli oppressi non useranno solo parole di protesta o stupide manifestazioni pacifiste, ma che attueremo in accordo alle nostre capacità, avendo come fine risvegliare ed affilare l’insurrezione contro lo stato e la società dello spettacolo, che permettono e avallano politiche molto lontane dal benessere di ogni individuo. Continua a leggere

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2 Lettere di Mario Lopez – “Tripa” + 2 disegni

Ricevo e diffondo la traduzione

da: Liberación Total

Una irriducibilità permanente senza avanguardie né dirigenti.

Per gli anarchici non c’è un metodo superiore di lotta, nella strategia dell’irruzione sociale ognuno trova i mezzi più adeguati, questo in base al suo criterio e in conseguenza alle sue idee. Ogni individuo, in base al suo livello di impegno nella lotta, porta le sue idee nella pratica con tutti i mezzi a sua disposizione per arrivare al suo obiettivo.

Quello che deve essere chiaro che come anarchici non vogliamo militarizzare e creare avanguardia ad una lotta il cui scopo massimo sia la liberazione totale, è per questo che rifiutiamo qualsiasi struttura che imprigioni l’autonomia comunitaria individuale. Continua a leggere

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(it-es-en) Lettera della compagna Felicity Ryder da qualche luogo fuori dalle celle

da: Liberación Total

Compagni, amici,

Mi sarebbe piaciuto scrivere prima, ma per varie circostanze non ne ho avuto la possibilità fino ad ora. Voglio mandare calorosi saluti e ringraziare a tutti coloro che erano preoccupati per me e la mia situazione, a quelli che hanno dimostrato solidarietà con Mario e me. In questi difficili momenti significa molto avere persone solidali vicine o lontane, anche senza che mi abbiano mai incontrata. Mando a tutti voi un abbraccio anarchico.
Voglio chiarire che nonostante tutte le bugie delle forze poliziesche di Città del Messico e dei mass media, non sono mai stata arrestata e non mi hanno mai rinchiusa in alcuna delle loro prigioni. Ho provato a capire perché avrebbero dovuto dire e diffondere tale falsa informazione attraverso il Messico così come in Australia, ma come persona libera non riuscirò a capirlo, poiché non penso come un agente. Se era per provare in vano a rompere o manipolare Mario, manipolare la mia famiglia o per cercare di apparire un minimo competenti nel loro lavoro, non lo so.
Ciò che so è che sono orgogliosa di essere un’Anarchica, ed orgogliosa di essere una nemica dell’autorità e dello Stato. Continua a leggere

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Rivendicazione dell’attacco all’edificio Microsoft dei Comportamenti Devianti per la Propagazione del Terrorismo Rivoluzionario/FRI

Sebbene l’azione portata a compimento dai Comportamenti Devianti per la Diffusione del Terrorismo Rivoluzionario/FRI sia stata indubbiamente distruttiva per coloro che vorrebbero governare le vite altrui ed efficace contro questi, provocando un danno ingente alla sede Microsoft colpita e lasciando un segno indelebile della lotta anarchica e del combattimento contro le proprie paure (ricordo infatti che gli attentatori hanno fatto irruzione nell’edificio facendo detonare un furgoncino carico con 150 litri di benzina e 14 bombole), bisogna fare alcune considerazioni, che saranno affrontate più ampiamente più avanti con un testo riguardante proprio alcuni punti di questa rivendicazione.

Innanzi tutto, si muove una critica contro l’egoismo.
“Non sono forse manette gli egoismi particolari di ognuno, il narcisismo e l’egocentrismo?”
Io dico no, non lo sono. In un mondo che schiaccia e sacrifica l’individuo per alimentarsi e drogare il popolo cieco e sordo, così tanto osannato da alcuni, che non esita a colpire i coraggiosi anarchici d’azione o chi agisce per la propagazione del dibattito insurrezionale-rivoluzionario anarchico, l’ego(t)ismo è una delle fiamme nere che fonde e spezza le catene ostracizzanti dell’attacco contro l’Io, perpetrato dalla società e dalla sua etica, e quelle di un attendismo esasperato ed esasperante per “tempi più maturi”, in cui la gente dovrebbe ipoteticamente cominciare a muoversi in maniera radicale contro il potere. Perché io dovrei morire per qualcosa o qualcuno all’infuori di me? Dovrei forse io sacrificarmi per il popolo, che non esita a sputarmi addosso, chiamando più sicurezza, più controlli, più polizia? E’ infatti sotto gli occhi di tutti la considerazione che ha di chi agisce in prima persona e senza deleghe.
Dovrei forse io morire combattendo per un futuro mondo migliore, che non vivrò? Perché dovrei lottare per qualcosa di cui non potrò usufruire?
Io lotto solo per me stesso, e chi sentirà la mia lotta affine alla propria potrà unirsi a me, ma non annienterò mai il mio essere “Io” per una causa “superiore” o esterna a me stesso.

Infine, credo che la critica al sistema tecno-industriale sia una critica parziale e limitata. Non intacca, infatti, ogni aspetto dell’esistente, ma solo una sua parte. Sono dell’idea che la critica distruttiva debba essere ampliata al “tutto”, e non che venga limitata ad un suo apparato.

Tomo

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Español (fonte)
Ελληνικά

Nelle prime ore della mattina di mercoledì 27 giugno, abbiamo attaccato con un’auto-bomba la sede Microsoft. Ci siamo messi all’entrata principale ed abbiamo fatto detonare il furgoncino-bomba all’interno dell’edificio, regalando 150 litri di benzina. Mentre ci assicuravamo che nessuno avrebbe corso rischi, al contrario di ciò di cui ci accusa la stampa, non abbiamo usato armi da fuoco per immobilizzare gli impiegati. E’ stato un atto di guerra contro il silenzio insidioso e la prigionia estesa, che genera questo mondo moderno.

“Catturati nella società-prigione…”
Crescendo e sprecando il tempo ed ogni minuto della nostra vita nella grande prigione, nella cittànella quale annegano milioni di persone, incastrate tra l’ansia e lo stress. E’ folle e contraddittorio che tante persone si siano riunite come zombi nelle enormi città; nelle fabbriche, i loro posti di lavoro, i parchi artificiali, di fronte ai televisori, nelle code degli uffici di disoccupazione; nella necessità e l’estorsione.

I ritmi qui sono depredatori, i dilemmi più asfissianti che mai, droghe psico-attive ed antidepressivi sui ripiani per ogni tipo di paziente di questo moderno stile di vita.

Istituzioni mentali, psichiatri e psicologi, prigioni; così non sono anche i disgustosi uffici -gabbie negli edifici- cannibali, che nella loro maniera incarcerano l’emozione umana, la vitalità ed il vigore?

Non sono forse le rumorose vie, il costante ronzio delle trombe di quelli che corrono per guadagnare un minuto in più ed arrivare più in fretta a lavoro, a scuola, o alle loro importanti riunioni? Continua a leggere

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(it-en-es) Lettera di Elisa dal carcere di Pisa

A tutti i compagni e le compagne

Non mi dilungherò nel riepilogare le tappe obbligate che i servi del potere devono rispettare quando un P.M. qualsiasi ordina loro di trarre in arresto un@ ribelle. Il loro dovere lo espletano egregiamente con ogni mezzo ma divenendo oramai prevedibili, banali e tutt’altro che originali, in una puntuale ciclicità della repressione dalla quale un@ anarchic@ non si fa certo intimorire.
Così, da mercoledì 13 giugno 2012, sono rinchiusa nel carcere “Don Bosco” di Pisa insieme al mio compagno Stefano: ci separa qualche manciata di ferro e cemento.
L’“isolamento giudiziario”, come viene elegantemente definito da codici e leggi da me ripudiati, si spezza ogni volta che, nonostante la censura della corrispondenza, ricevo parole infuocate d’affetto e solidarietà delle quali ringrazio gli autori e le autrici. Parole ricevute dopo dieci giorni di totale silenzio pianificato da chi vede in esse il proprio potere vacillare: sono la conferma che nessun@ degn@ prigionier@ è sol@! Continua a leggere

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