(it-es) Mario Lopez “Tripa” – Sulla nuova montatura

Leggendo il bollettino della stampa emesso il passato 11 luglio 2012, sono arrivato a percepire la preoccupazione del “movimento” anarchico davanti ad una probabile ondata repressiva tipo “montatura poliziesca”. Questo tipo di colpi offensivi sono già “popolarmente” conosciuti e quotidiani nei tre paesi del Mediterraneo con maggior presenza anarchica e nel sud del continente americano dove si evidenzia il risveglio dell’azione anarchica, particolarmente in Cile.

Nell’anno 1996, un’operazione repressiva antianarchica ha avuto luogo simultaneamente in diverse regioni d’Italia, con 50 anarchici detenuti; alla fine sono stati condannati 8 compagni, ricevendo sentenze tra i 6 ed i 50 anni di carcere. In ogni momento i/le compagn* imputat* -con le convinzioni chiare- hanno segnalato che il “processo giudiziario” messo in moto contro gli anarchici era una montatura, poiché s’accusava questi compagn* di appartenenza ad una fantasmagorica “organizzazione criminale” (ORAI “Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica Insurrezionalista) che, per una questione di principi etici e per i metodi d’organizzazione ed azione che postulano, non si sono mai integrati. Tra i compagni detenuti più conosciuti c’erano Alfredo Bonanno, Pipo Stasi, Massimo Passamani ed il compagno Costantino. Per illustrarsi su questo fatto particolare, raccomando ampiamente un testo di Bonanno intitolato “Montatura” e che, daun pnto di vista anarchico, senza mediazione edulcorante né dialogo, analizza questo tipo di strategie repressive implementate dal sistema di dominio. Tutta questa particolare montatura delle forze repressive dello Stato italiano si conobbe dai nostri mezzi come “processo Marini”, con chiara allusione al PM (Antonio Marini) che ha tirato fuori dal manga un’intricaa finzione cospirativa, degna di un copione cinematografico di Hollywood.

Il 28 luglio 2004, sarà ri-editata un’altra manovra di questo tipo in Italia, conosciuta come “operazione Cervantes”, dove hanno realizzato una “montatura” tanto grossolana che è finita per crollare sotto il proprio peso. In quest’occasione hanno sequestrato dietro le sbarre i/le compagn* Simone del Moro, Davide Santini, Marco Ferruzi e Sergio Maria Stefani. Recentemente, i/le compagn* italian* sono stati colpit* nuovamente dalle autorità repressive con la cosiddetta “operazione Ardire”, che, sicuramente, finirà per essere conosciuta come un’altra montatura dello Stato Italiano contro l’agitazione anarchica.

In Cile, dopo la triste morte del compagno Mauricio Morales, lo Stato cileno ha realizzato un gigantesco esercizio repressivo, conosciuto come il “Caso Bombas”, nel quale sono stati implicati 14 compagn* anarchici ed affini, in una chiara e ben armata montatura che nell’attualità è andata svanendo. Il segno distintivo del comune denominatore di questi paesi è l’attività dei gruppi anarchici e l’agire individuale di anarchici d’azione.

Lo stesso succede nel caso del Messico, dove lo svegliarsi dell’Anarchia è sempre più evidente, in modo che le organizzazione e collettivi libertari, che sempre hanno lavorato apertamente, stanno venendo “criminalizzati”, inventando complicità, alleanze e  lacci criminali che -per noi- in realtà si traducono in relazioni di amicizia e compagnerismo basate sull’affinità di idee. Tutto questo “thriller” in versione messicana, sta venendo messo in pratica a partire dalla mia detenzione, col presunto desiderio di “smantellare” un’organizzazione “criminale-radicale” chiaramente inesistente.

Del fatto che mi stiano usando come punto di partenza per lasciar andare una caccia agli anarchici, non ho il minimo dubbio. In base alle mie relazioni affettuose, ai miei lacci di compagnerismo ed amicizie, stanno cercando di montare tutto un circo mediatico molto simile a quello che hanno alzato a seguto del tragico incidente del compagno Mauri e del Tortuga, una volgare montatura costruita a partire dalle mie relazioni di amicizia, affinità e solidarietà. Nella mia ocncezione dell’ideale anarchico e nella mia pratica anarchica insurrezionale, non esiste nulla di più lontano dall’idea anarchica che la conformazione di un’organizzazione formale ben strutturata, che costringe la libetà e l’autonomia individuale e riduce la capacità  di apporto ad altre lotte particlari ed alla stessa lotta anarchica. Mai ho avuto un leader e non posso immaginare neanche remotamente di accettare i dettami ed i mandati di qualcuno; meno ancora ho preteso di esserlo, di fatto, come anarchici detestiamo ciò. Noi anarchici/he pensiamo per noi stessi ed agiamo di conseguenza. Solidarizzare coi/colle mie(i) compagn* prigionier* in Messico e nel mondo, corrisponde solo alla mia etica anarchica, condizione necessaria ed imprescindibile nella lotta, non ad una connessione organico-strutturale che denota la mia essenza della loro pretesa “organizzazione criminale”.

Tutto ciò che sta succedendo è prevedibile perché già l’abbiamo vissuto nel passato e sappiamo a cosa si dedicano negli oscuri corridoi del potere. Nuovamente ci incontriamo faccia a faccia col nemico. Una montatura o un operativo repressivo è un colpo calcolato e ben pianificato dalle viscere del dominio, destinato ad ostruire e sradicare l’attività anarchica ed a demoralizzare le individualità anarchiche. Davanti a questo nuovo attacco, la lotta deve continuare poiché la solidarietà è molto più che una parola scritta, è la nostra migliore arma per affrontarli ed estendere l’insurrezione anarchica.

Compagn*, appoggiandosi alla mia posizione irriducibile, alla mia intransigente azione anarchica, ai “delitti” di cui sono accusato ed in base alle mie dichiarazioni, prentendono di sradicare l’agire anarchico e fratturare ancor di più il diviso “movimento” anarchico, aggravando le differenze ed approfondendo le divisioni tra “buoni” e “cattivi”; “adatti” ed “inadatti”; “violenti” e “non violenti”, “legalisti” ed “illegalisti” e quante dicotomie possano stabilirsi prendendo il mio agire come punto di partenza.

Fermo e coerente.
Faccia a faccia col nemico!
Solidarietà con i/le prigionier* anarchici in Messico e nel mondo
Solidarietà con Billy, Eat, Gabriel, Marco, Stella Antoniou, con gli/le anarchici/he bolivian* incarcerat*: la mia mente ed il mio cuore stanno con voi.
L’insurrezione anarchica è inevitabile
Guerra sociale su tutti i fronti
Salute ed Anarchia!

Mario López “Tripa”
Reclusorio Sur, Messico D.F.
6 luglio 2012

* * * * *

Mario Lopez “Tripa” – Sobre el nuevo montaje

Leyendo el boletín de prensa emitido el pasado 11 de julio del 2012, llegué a percibir la preocupación del “movimiento” anarquista ante una probable oleada represiva tipo “montaje policial”. Este tipo de golpes ofensivos ya son “popularmente” conocidos y cotidianos en los tres países del Mediterráneo con mayor presencia anarquista y en el sur del continente americano donde destaca el despertar  de la acción ácrata, particularmente
en Chile.

En el año 1996, un operativo represivo antianarquista tuvo lugar simultáneamente en diversas regiones de Italia, siendo detenid@s 50 anarquistas; finalmente fueron condenados 8 compañeros, recibiendo sentencias de entre 6 y 50 años de cárcel. En todo momento l@s compañer@s imputad@s –con las convicciones claras– señalaron que el “proceso judicial” puesto en marcha contra l@s anarquistas era un montaje, ya que se acusaba a estos compañer@s de pertenencia a una fantasmagórica “organización criminal” (O.R.A.I. “Organización Revolucionaria Anarquista Insurreccionalista”) que, por una cuestión de principios éticos y por los métodos de organización y acción que postulan, nunca integrarían. Entre los compañeros detenidos más conocidos, estaban Alfredo Bonanno, Pipo
Stasi, Maximo Passamani y el compañero Constantino. Para ilustrarse sobre este hecho particular, recomiendo ampliamente un texto de Bonanno titulado «Montaje» y que, desde un punto de vista anarquista, sin mediación edulcorante ni dialogo, analiza este tipo de estrategias represivas implementadas por el sistema de dominación. A todo este particular montaje de las fuerzas represivas del Estado italiano se le conoció en nuestros medios como “proceso Marini”, en clara alusión al fiscal (Antonio Marini) que se sacara de la manga una enmarañada ficción conspirativa, digna de un guión cinematográfico de Hollywood.

El 28 de julio de 2004, sería reeditada otra maniobra de este tipo en Italia, conocida como “operación Cervantes”, donde también implementaron un “montaje” tan burdo que terminó cayendo por su propio peso. En esa ocasión secuestrarían tras las rejas a l@s compañer@s Simone del Moro, Davide Santini, Marco Ferruzi y Sergio María Stefani. Recientemente, l@s compañer@s Italian@s han sido golpead@s nuevamente por las autoridades represivas  con la llamada “operación Osadía”, lo que, seguramente, terminará siendo conocida como otro montaje del Estado Italiano contra la agitación anárquica.

En Chile, tras la lamentable muerte del compañero Mauricio Morales, el Estado chileno realizó un gigantesco operativo represivo, conocido como el “Caso Bombas”, en el cual se implicó a 14 compañer@s anarquistas y afines, en un claro y bien armado montaje que en la actualidad se ha venido desvaneciendo. El signo distintivo del común denominador  de estos países es la actividad de los grupos anarquistas y el accionar individual de anarquistas de praxis.

Lo mismo sucede en el caso de México, donde el despertar de la Anarquía es cada vez más evidente, por lo que organizaciones y colectivos libertarios, que siempre han trabajado abiertamente, están siendo “criminalizados”, inventando complicidades, alianzas y lazos criminales qué –para nosotr@s– en realidad se traducen en relaciones de amistad y compañerismo basadas en la afinidad de las ideas. Todo este “thriller” versión mexicana, está siendo puesto en práctica a partir de mi detención, con el pretendido afán de “desmantelar” una organización “criminal-radical” a todas luces inexistente.

De que me están usando como punto de partida para echar andar una cacería de anarquistas, no me cabe la menor duda. En base a mis relaciones afectuosas, a mis lazos de compañerismo  y amistad, están intentando montar todo un circo mediático muy similar al que levantaron acto seguido del trágico accidente del compañero Mauri y del Tortuga, un vulgar montaje construido a partir de mis relaciones de amistad, afinidad y solidaridad.
En mi concepción del ideal anárquico y en mi práctica anarquista insurreccional, no existe nada más alejado de la idea ácrata que la conformación de una organización formal bien estructurada, que coaccione la libertad y la autonomía individual y reduzca la capacidad de aportación a otras luchas particulares y a la misma lucha anárquica. Nunca he tenido un líder y no puedo imaginar remotamente aceptar los dictados y mandatos de uno; menos aún he pretendido serlo, de hecho, como anarquistas los detestamos. L@s ácratas pensamos por nosotr@s mism@s y actuamos en consecuencia. Solidarizarme con mis compañer@s pres@s en México y el mundo, sólo responde a  mi ética anárquica, condición necesaria e imprescindible en la lucha, más no una conexión orgánico-estructural que denote la existencia de su pretendida “organización criminal”.

Todo lo que esta sucediendo es predecible porque ya lo hemos vivido en el pasado y sabemos cómo se las gastan en los obscuros vericuetos del poder. Una vez más nos encontramos cara a cara con el enemigo. Un montaje o un operativo represivo es un golpe calculado y bien planificado desde las entrañas de la dominación, destinado a obstruir y erradicar  la actividad anarquista y a desmoralizar a las individualidades anárquicas. Ante este nuevo ataque, la lucha debe continuar ya que la solidaridad es mucho más que palabra escrita, es nuestra mejor arma para enfrentarlos y extender la insurrección ácrata.

Compañer@s, apoyándose en mi posición irreductiblemente, en mi intransigente praxis anarquista, en los “delitos” de que se me acusa y en base a mis declaraciones, pretenden erradicar el accionar anárquico y fracturar aún más el escindido “movimiento” anarquista, agravando  las diferencias y profundizando las divisiones entre “buenos” y “malos”; “adaptados” e “inadaptados”; “violentos” y  “no violentos”, “legalistas” e “ilegalistas” y cuantas dicotomías puedan establecerse tomando mi accionar como punto de partida.

Firme y consecuente.
¡Cara a cara con el enemigo!
Solidaridad con l@spres@s anarquistas en México y el mundo
Solidaridad con Bill, Eat, Gabriel, Marcos, Stella Antoniu, con l@s
ácratas bolivian@s encarcelad@s: mi mente y mi corazón está con ustedes.
La insurrección anárquica es inevitable
Guerra social en todos los frentes
¡Salud y Anarquía!

Mario López “Tripa”
Reclusorio Sur, México D.F.
A 6 de julio de 2012

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