Maurizio De mone – “Ecce Ego!”-La morte delle Ore in tre morsi – I° Morso

Maurizio De mone

“Ecce Ego!”
La morte delle Ore in tre morsi

Ho colpito e colpirò come un Erinne il grave delitto perpetuato in nome della sacralità delle cose sul mio Io,il portatore di un’eredità che ride,un’eredità egoista che ha urlato contro il vostro delitto e che ora ride e sorge! Vi ho osservato e ora vi osservo remare nel fiume Stige nel vostro ultimo tragitto funereo,e ancora noto in voi la stessa accozzaglia di carne anonima che in vita,sacrificando la vita stessa, benedicevate nelle vostre ultime ore come Umanità devota a Themis.
Ebbene non vi siete accorti che le lacrime della privazione e della rinuncia sgorgate in nome del sacro hanno fatto sì che il fiume che state or ora attraversando a tutta fretta sia così rigonfio da permettervi la tragica e solenne navigazione?Il Cerbero in fondo allo Stige ha già spalancato le sue tre fauci e voi ancora non pensate che a piangere.

La mia bestemmia e il mio delitto hanno oscurato i cieli ma ho saputo accarezzare e tendere l’arco di Apollo,l’arco dell’eterno ritorno di me stesso,il nulla che crea e distrugge a suo piacimento. Ho attentato a tutto e ho posseduto solo quello che potevo nella mia potenza e volontà,e sono caduto vertiginosamente quando quest’ultime non me lo hanno permesso.Questo è il diritto egoistico.Il cane tricefalo divoratore delle epoche si è lasciato possedere,è in mio possesso,lui che tutto distrugge,ha smesso di ringhiare contro di me all’apparire delle gravide e nere nubi che oscurano il mondo dei vivi,lui l’eterno guardiano nel buio ha esitato a divorarmi,ed ora ha fame…e nel vedere quell’ammasso di carne opulenta e accatastata incline alla decadenza remare verso di lui,già comincia a sbavare…

I° Morso

Cerbero decapita Eunomia
– Legalità e Disciplina –

Riconobbi fra i lamenti il rumore sgradevole della sferza sulla schiena di quel corpo prossimo alla gola insaziabile.
A tendere l’ulteriore supplizio erano le Figlie di Themis,le esecutrici dell’Ordine irremovibile,le nemiche inesorabili di ogni Egoista.
Le condanne si mischiano in un solo ghigno astioso.
La moltitudine sfiancata fisicamente dai remi infranti sulle onde si offre volontariamente ai loro colpi implacabili e ne chiede a gran voce sempre di più per la gloria della loro procreatrice,la matriarca Themis.

Seduti e chi in piedi i demoni Egoisti tutt’intorno proronpono in risa violentissime.
Stizzite,le tre sorelle esecutrici,rivolsero il loro sguardo su di me e una di loro Eunomia – la sorella più moralista – si ingannò nel parlarmi:

-“Guarda come ci venerano e invocano nostra madre!Ti obbligheremo a seguire le nostre leggi!L’uomo cade come foglia in autunno e c’è sempre posto per chi si abbandona e rinnega se stesso,abbiamo un remo già pronto per te!il barcone è grande e abbiamo tanta disciplina e legalità da importi…La nostra sferza è ansiosa di suonare sulla tua schiena…”-

Risposi sorridendo…

– “Solo chi vive ha ragione”[1],”…Io vivo,e voi siete più morte di un morto e con voi è defunto il diritto,o almeno il diritto che voi volete far intendere…”[2]

-”Screanzato!Nessuno osa contraddirmi e rivoltarsi contro di me!insultata in questi termini…e in questo tono oltretutto!Parli di diritto, tu! Egoista! Non vedi come anche i rivoluzionari di tutti i tempi e di tutte le epoche (che si ingannano ingannando il popolo,utili pedine dei nostri affari) si lasciano trascinare da me fino all’estremo sacrificio di se stessi per rovesciare troni e governi,tribuni e tribunali,tutto in nome di un diritto che si concede!Nessuno di loro si sogna di spodestare me,la figlia della giustizia,colei che della Legge ha fatto il suo nome e lo ha iscritto sulle tavole della storia,la sola e immutabile!
Guardali!
Non vedi come hanno paura,non leggi nella loro anima il terrore dell’arbitrio? In essi anche i più rivoluzionari – ti sfido a riconoscerli – non si sognerebbero mai di contraddire questo principio!La Legge è Sacra, l’idea di legge è Sacra…come lo so?perchè a me non sanno mentire!…”

Mentre I diavoli che baccheggiavano quasi non si tenevano per le risate,gli altri – nel barcone – fecero a gara denunciandosi fra loro per dimostrarsi a gli occhi del tribunale di Diche – colei che più mi odia – come gli esseri più giusti.Veri e propri appelli alla clemenza in alcuni casi.

Gli egoisti,i demoni,contorcevano la faccia gli uni e mimavano gesti gli altri.
La moralista non riuscì a concludere,quando – sommersa in un trepidio di sfottò e sputi provenienti da demoni alati e dalle manticore – mi rivolsi a questa megera attirando l’attenzione del cerbero affamato che balzo davanti al barcone gelando a morte i passeggeri a bordo:

– “Conosco questa perversione è tipica degli ossessi,ogni epoca ha bisogno dei suoi autodafè,i suoi martiri,le sue ghigliottine i suoi tribunali…tua sorella Diche ne sa qualcosa,il suo armadio è pieno di queste vesti – il suo guardaroba è più copioso e consistente di quello dell’intera corte del re sole -,ognuna in base alla moda del tempo,ognuna per ogni occasione…il problema è che ti vesti a seconda di chi ti guarda e oggi ai miei occhi sei più spoglia di un verme…”-

-“Insolente!Come ti permetti di parlare così!Non ne hai il diritto e la giustizia ti punirà!” – Replicò Diche che si sentì chiamata in causa –

“Io decido se io sono nel giusto;fuori di me non c’è alcun diritto o giustizia”[3].

Cerbero profittò del silenzio di morte che le mie parole avevano provocato e con esso afferrò con un morso la testa di Eunomia e la staccò di netto.

Fra le urla e il sangue che cadeva grondante dall’estremità recisa rivolsi ancora più sprezzante queste parole:

“…Ho abbattuto i rugginosi cancelli del bene e del male ove era scritto il destino,andando oltre, e ho posto ad essi a difesa dell’Io il cerbero che vi ha colpito…

– rimasi in un silenzio greve e fiero;ripresi poco dopo –

“Non c’è una Via ma vi sono tutte le Vie…
Non c’è una Verità ma vi sono tutte le Verità…
Non c’è il diritto ma la Forza…
Non c’è la legge ma il libero arbitrio…
Non esiste Giustizia ma l’Ingiustizia…
Non esiste ciò che si chiama Amore ma bensì l’Egoismo…”[4]

Lo Stige si tingeva di rosso e l’odore del sangue aveva già attirato a sé gli uccelli saprofagi e altri esseri che si nutrono di carcasse.

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[1]Max Stirner – L’unico e la sua Proprietà

[2]“Ciò che ho chiamato “il mio diritto” non è più,in realtà,un “diritto”,perchè il diritto può venir concesso solo da uno spirito,si tratti dello spirito della natura o di quello  della specie,dell’umanità,dello spirito di Dio o di Sua Santita o di Sua Altezza ,ecc.Ciò che io ho senza l’autorizzazione di uno spirito,lho  senza diritto,ma unicamente e solamente grazie alla mia potenza.

Io non esigo alcun diritto,perciò non devo neppure riconoscerne alcuno.Ciò che io riesco a conquistarmi con la forza,me lo conquisto;sul resto non ho alcun diritto e non mi consolo con i miei diritti imperscrittibili né mi vanto di essi.

Col Diritto assoluto dinisce il diritto stesso e viene anche cancellato il dominio del “concetto di diritto”.Infatti non bisogna dimenticare che da sempre siamo stati dominati da concetti,idee e principi e che fra questi dominatori il concetto di diritto o della giustizia ha avuto un ruolo dei più significativi.

Che io abbia o no un legittimo diritto,non m’interessa affatto;se sono potente,sono anche investito del potere,dell’autorità,e non ho bisogno di altra autorizzazione o lefittimazione.

Il diritto – è una fissazione,prodotta da uno spettro;la potenza – sono io stesso,io sono il potente e il possessore della potenza.Il diritto è al di sopra di me,èassoluto ed esiste solo in un essere superiore,dal quale mi viene concesso come una grazia:il diritto è un dono della grazia del giudice;la potenza,la forza,invece,esistono solo in me,il forte,il potente.” Cfr.Max Stirner – L’unico e la sua proprietà

[3]Max Stirner – L’unico e la sua Proprietà

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Una risposta a Maurizio De mone – “Ecce Ego!”-La morte delle Ore in tre morsi – I° Morso

  1. anarquista loco scrive:

    è sempre un piacere leggere gli scritti di De Mone

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