(it-en)Atene – Rivendicazione dell’aggressione ad un poliziotto dell’Antiterrorismo

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RIVENDICAZIONE DELL’AGGRESSIONE AD UN POLIZIOTTO DELL’UNITA’ ANTITERRORISMO – 25 MARZO 2012, IN PIAZZA DAVAKI A KALLITHEA, DOVE ERA IN ATTO UN CONCERTO ANTIRAZZISTA.

Mentre il concerto  era in corso, abbiamo visto a margine della strada uno dei testimoni dell’accusa/sotto copertura dell’Unità Antiterrorismo (DAEEB), G. Mourdoukoutas, che ha testimoniato al processo del caso Halandri. Oltre al fatto che questo schiavo del moderno regime totalitario sia stato arrestato in passato per un tentativo di rapina ad un centro scommesso e ora gira libero, al momento migliaia di persone sono imprigionate per le più lievi violazioni o anche incastrata con accuse fabbricate, ha anche messo mano al procedimento repressivo dell’azione rivoluzionaria anche tramite l’arresto dei nostri compagni. “Infatti ha usato le mani e si è cavato gli occhi!” Ovviamente non ci aspettiamo che i media parlino di questo specifico evento. Ma, in relazione a quanto possiamo fare, abbiamo voluto rendere chiaro in ogni modo che fino a quando i meccanismi repressivi e giudiziari dello stato si vendicheranno dei rivoluzionari, gli individui che operano per questi meccanismi saranno nostri obiettivi. Sia nelle loro case, che nelle strade e nelle piazze delle metropoli noi li annienteremo con ogni possibilità che abbiamo.

SOLIDARIETA’ ALLA CELLULA DEI PRIGIONIERI MEMBRI DELLA COSPIRAZIONE DELLE CELLULE DI FUOCO

SOLIDARIETA’ AGLI ACCUSATI PER LO STESSO CASO

FORZA A TUTTI QUELLI CHE LOTTANO DENTRO E FUORI LE PRIGIONI

NOI NON DIMENTICHIAMO, LIBERTA’ PER I GUERRIGLIERI CORAGGIOSI

CELLULA ANARCHICA DI VENDETTA

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(it-en-es) Perù – Azione solidale con Tortuga e i prigionieri del caso Security

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ESPANOL

31 Marzo

Se l’obiettivo è distruggere il dominio, il silenzio e la dimenticanza, ogni azione solidale che non scende a compromessi con il potere è valida e necessaria.”

Lo scorso giovedi. Usando un pneumatico e una delle postazioni di guardia della zona, abbiamo deciso di usarla per bloccare la strada e inzupparla di benzina, appiccando il fuoco e spargendo volantini solidali con il compagno insorto Tortuga, imprigionato per aver attaccato direttamente i simboli del capitale, rischiando la vita.

Anche se il suo processo è stato rinviato, le cellule insorgenti non rimarranno a braccia conserte e continueranno a diffondere azioni solidali tramite gli attacchi contro il potere fino a quando tu sarai libero e selvaggio.

FORZA, COMPAGNO TORTUGA!

LIBERTA’ PER I PRIGIONIERI DEL CASO SECURITY!

FINE ALLA MONTATURA DEL CASO BOMBAS!

* Vogliamo fare una chiarificazione in merito a Walter Bond (ora Abdul Haqq), in merito a quanto detto da alcuni blog (come Culmine), che le nostre azioni abbiano motivi religioni e che esse ci hanno forse fatto apparire come radicali religiosi.

Noi non abbiamo una posizione parziale verso alcuna setta religiosa, perché come antiautoritari, noi rifiutiamo la religione. L’azione solidale nella quale era menzionato Walter Bond era per qualcuno che in quel momento era per noi un guerriero solitario dell’ALF, che aveva realizzato idee e azioni con una visione insorgente e non quella religiosa che ha ora. Dall’altro lato, la solidarietà espressa è di un’altra data, nella quale ancora lui non aveva comunicato il cambio di attitudine.

Con i nostri saluti.

Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale
Gruppo di Cellule Rivoluzionarie di Organizzazione Informale
Cellula di Azione Iconoclasta-Insurrezionale 

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(it-en) Comunicato di S. Antoniou, G. Karagiannidis, K. Sakkas e A. Mitrousias

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A metà Marzo ci è stato comunicato una nuova convocazione da parte degli accusatori Baltas e Mokkas, per “scusarci”* (termine che in greco significa anche testimoniare) in merito ad una serie di attacchi incendiari ed esplosivi, rivendicati dalla O.R. CCF. Dal primo momento abbiamo negato la nostra partecipazione all’organizzazione specifica, cosi come ogni altra. Sebbene in questo momento l’accusa miri a noi, riteniamo che ciò che viene colpito è la parola e l’azione sovversiva.

Attraverso le particolarmente tese condizioni sociali del periodo che stiamo vivendo, l’organizzazione e la resistenza radicale sono ciò che terrorizza sempre di più lo stato, che aggiorna i suoi piani oppressivi.

Contando solo dall’inizio dell’anno, crediamo che le accuse ai compagni per l’occupazione di una stazione radio in solidarietà alla O.R. L.R., la pubblicazione delle foto dei compagni arrestati e imprigionati in merito agli scontri del 12 Febbraio, mentre nel contesto del rafforzamento della democrazia anche contro ciò che potrebbe potenzialmente disturbare l’attuale fragile equilibrio, abbiamo avuto la pubblicazione delle foto dei partecipanti agli scontri con i poliziotti nell’O.A.K.A. e le recenti “epurazioni” dei migranti ad opera della ELAS (polizia greca) che ora vengono mostrare nei telegiornali come ovvio espediente pre elettorale.  Continua a leggere

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(it-en-es-gr) Lettera di Theofilos Mavropoulos in merito alle nuove 250 accuse

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GREEK

ESPANOL

Recentemente nuove accuse sono state lanciate dagli esperti di accuse Mokkas e Baltas riguardo a 250 attacchi della CCF, per i quali fino ad oggi non c’erano accuse.

Queste azioni sono senza dubbio una larga parte della storia della nuova guerriglia urbana. Tra il 2008 e il 2011 l’organizzazione rivoluzionaria Cospirazione delle Cellule di Fuoco ha posto e vinto la scommessa della rottura rivoluzionaria con l’esistente, colpendo con crescente intensità, ritmo e radicalità. La CCF ha dimostrato che possono essere realizzati potenti attacchi al campo del nemico tramite l’azione politica di pochi ma determinati individui. Danni materiali, uniti ad attacchi alla percezione dominante della necessità dell’esistenza dell’autorità, hanno decostruito la società depotere e il suo placido operare.

Ogni esplosione insieme alla sua rivendicazione ha fatto avanzare la frammentazione dell’ordinarietà sociale e ha fatto accelerare i processi di costruzione di nuove relazioni anarchiche.

Compagni, che hanno visto la propria autorealizzazione costante, uniti dalla creazione ed evoluzione continua di infrastrutture illegali, spingendo senza sosta verso l’idea della guerra, invitando nuovi compagni al coinvolgimento. Continua a leggere

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(it-en-es-gr-pt) Comunicato della Cospirazione delle Cellule di Fuoco circa le nuove accuse

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ESPANOL

PORTUGUES

I) La scelta di rivendicare la responsabilità e di non capitolare

Noi, come Cospirazione delle Cellule di Fuoco, abbiamo scelto di rivendicare all’interno della prigione la nostra responsabilità in merito alla partecipazione al nostro progetto. La rivendicazione è il minimo per difendere e onorare le azioni più belle che abbiamo condiviso. Non come memoria che svanisce dopo i nostri arresti ma come realtà e prospettiva attuale di realizzazione delle nostre azioni nel presente, qui e ora.

Crediamo che la rivendicazione e le parole che esprimiamo tramite questo testo siano siano decisive per l’intensificazione dell’azione anarchica. Esso è un attacco aperto alla posizione apologetica che l’accusa vuole farci tirare fuori. Questo comportamento rivela l’esistenza di due mondi diversi. Un mondo di potere da una parte e dall’altro quello dell’anarchia, essi sono in perpetua guerra tra di loro.

La rivendicazione in nessun modo costituisce una scelta autoreferenziale, ma è un’estensione consapevole del modo di vivere come guerriglieri anarchici urbani. Essa è anche un segnale, una connessione con i compagni dall’esterno. Una risposta alla domanda mai posta. Che alcune scelte di lotta meritano di essere combattute nonostante il loro prezzo. E’ un modo di difendere pubblicamente l’azione, il percorso e la nostra esperienza in modo diretto e aperto. E’ un ammutinamento individuale ed esistenziale nella prigionia che inevitabilmente si incontra con il processo collettivo della tentata distruzione della civilizzazione moderna. Non crediamo che la rivendicazione sia un sacrificio in nome di un’idea; al contrario, è l’idea che viene sacrificata fuori dal campo del simbolismo inoffensivo alla sua trasformazione in prassi. Dall’inizio delle nostre azioni abbiamo abbandonato la sindrome della paura dell’arresto e della prigione. Sappiamo che la prigionia è spesso una situazione temporanea nel cammino di un guerriglieri anarchico urbano. Quindi abbiamo abbandonato tutte le inibizioni legali e le esitazioni, restando decisi nella nostra scelta. La scelta dell’azione guerrigliera e della diffusione dell’anarchia. Al contrario arrenderci e dichiararci sconfitti non ci ha riguardato neanche per un momento. Non ci siamo mai piegati e mai lo faremo nei confronti di giudici e interroganti. Ecco perché il rifiuto di apparire sia negli interrogatori che nelle aule, con il nostro rifiuto di presentarci o con la nostra presenza totalmente offensiva, aboliamo il linguaggio delle leggi, del compromesso e della sconfitta. Inoltre, è contraddittorio quantomeno dire di rispettare le leggi dopo che si è dichiarata con passione guerra assoluta al potere e alla sua cultura della legge. Continua a leggere

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(it-en-es) Ritorna il boato delle parole armate

Ritorna il boato delle parole armate

In queste ultime settimane siamo stati impegnati, questo è fuor di dubbio. Impegnati a rimettere in ordine lo scompiglio che la repressione ha cercato di lasciarsi alle spalle uscendo dalle nostre case, dalle nostre vite e da quelle di chi ci sta vicino.

Nulla di tutto ciò ci stupisce né ci lascia sorpresi, sono proprio questi, infatti, gli inconvenienti che possono accadere a chi, in prima persona, dichiara il proprio odio nei confronti dell’esistente e si fa carico di amplificare le tante altre grida di disprezzo, urlate in lingue diverse, che risuonano furiosamente nei quattro angoli del mondo.

Ciò che continua a darci forza è l’ascoltare, giorno dopo giorno, la prolungata frantumazione dello status quo, minacciato costantemente da crescenti atti di rivolta individuali e collettivi. Non possiamo negarlo, le nostre bocche sono rimaste chiuse per diversi giorni, di certo non per mancanza di parole, ma per necessità di organizzazione.

Questo non vuol dire che ciò che portiamo dentro di noi, e che siamo fieri di rivendicare, si sia interrotto, anche se temporaneamente. Da soli ci sentivamo già forti e, sentendo tante urla a noi rivolte, alcune lanciate persino dai compagni prigionieri nelle segrete del potere, non abbiamo potuto far altro che sentirci più forti ancora.

Il nostro urlo, che è boato ai danni del silenzio nel quale troppe vite affondano troppo spesso, ritorna a farsi sentire, ritrovando il proprio posto, lasciato vacante per un po’, nel coro eretico di cui è fiero di far parte.

Affinché le parole continuino a restare armate.

NIENTE E’ FINITO! TUTTO CONTINUA!
NIENTE MENO CHE IL TUTTO!

al Culmine del nostro Nulla,

ParoleArmate – Aprile 2012

[La mail per ora resta la stessa, nei limiti del possibile cercheremo di renderla il più sicura possibile.  Ovviamente, è utile ricordare che è sempre bene tenere le dovute precauzioni.]

***

The roar of armed words is back

In these last weeks we have been a little busy, this is unquestionable. Committed to reorder the mess that the repression has sought to leave behind leaving our homes, our lives and those of people around us.

None of this amazes us or leave us surprised, these are, in fact, the inconveniences that may happen to those who, in first person, declares one’s hatred against what exists and takes care of amplifying many other cries of scorn, shouted in different languages, that resonate furiously in the four corners of the world.

What continues to give us strength is listening, day after day, the continued fragmentation of the status quo, constantly threatened by increasing individual and collective acts of revolt. We can’t deny it, our mouths were closed for several days, certainly not for lack of words, but by necessity of organization.

This doesn’t mean that what we carry within us, and we are proud to claim, has been interrupted, even temporarily. We feel ourselves strong even alone, and hearing many cries addressed to us, some even shouted from comrades kidnapped in the secrets of power, give to us even more strength.

Our scream, which is a roar against the silence in which many lives lie too often, returns to be heard, recovering its position, lefted vacant for a while, in the heretic choir of which it is proud to be part.

May the words will continue to remain armed.

NOTHING IS OVER. EVERYTHING CONTINUES!
NOTHING LESS THAN EVERYTHING!

at the Culmination of our Nothing,

ParoleArmate – April 2012

[The email address for now remains the same, where possible we will try to make it as safe as possible. Obviously, it is useful to remember that it’s always good to take precautions.]

***

ESPANOL

EL RUGIDO DE LAS PALABRAS ARMADAS ESTÁ DE VUELTA

En estas últimas semanas hemos estado ocupados y esto es indiscutible. Ocupados en ordenar todo el revuelo que la fiscalía dejó en nuestras casas, intentamos dejar todo esto atrás, nuestras vidas y de las de quién nos está acechando.

Nada de esto nos sorprende y nos deja sorprendidos, estos son, de hecho, los inconvenientes que pueden suceder a los que, por sí mismo, declaran su odio a lo existente  y se encargan de amplificar muchos  otros gritos de desprecio, grito en diferentes idiomas , que resuenan con furia en los cuatro rincones del mundo.

Lo que sigue a darnos fuerza es el escuchar, día tras día, la continua fragmentación de la  situación actual, amenazada constantemente por el aumento de actos de la revuelta, individuales y colectivos. No podemos negarlo, nuestras bocas se cerraron durante varios días, no  por falta  de palabras, sino por necesidad de la organización.

Esto no quiere decir que lo que llevamos dentro de nosotros, y que estamos orgullosos de reivindicar, se haya interrumpido, ni siquiera temporalmente. Por sí solos nos sentíamos ya fuertes y, cuando se escucha tantos gritos a nosotros dirigidos, incluso de compañeros presos en las secretas del poder, no hemos podido hacer otra cosa que sentirnos con más fuertes.

Nuestro fin, que es un grito contra el silencio en el que muchas vidas se encuentran muy a menudo, vuelven  a hacerse sentir, retomando su puesto, que quedó vacante durante un tiempo, el coro de los que un hereje se enorgullece de ser parte.

Que las palabras seguirán siendo armada.

NADA HA TERMINADO. TODO  SIGUE! 
NADA MENOS QUE EL TODO!

En la culminación de nuestra nada,

ParoleArmate – abril 2012

 [La dirección de correo electrónico, por ahora sigue siendo el mismo, siempre que sea posible vamos a tratar de hacerlo lo más seguro posible. Por supuesto, es útil recordar que es siempre bien tener las debidas precauciones.]

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(it-en-es) Sulla Propaganda

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Sulla Propaganda

In solidarietà ai compagni di Culmine e agli spazi di propaganda attaccati dallo stato italiano

Un paio di settimane fa, un gruppo di compagni italiani è stato arrestato a Firenze per aver distribuito volantini sulla morte di un immigrato nelle mani della polizia. I guardiani dell’ordine hanno inserito questo arresto in una nuova operazione repressiva contro compagni anarchici. Tramite un’operazione, con perquisizioni e confische di oggetti personali, la polizia ha perquisito e controllato le email dei blog ParoleArmate, Culmine e Iconoclasta e accusato alcuni compas di crimini sovversivi.

Dalla nostra piccola postazione di propaganda mandiamo il nostro supporto ai compas sotto indagine e ai nostri fratelli di Culmine e al resto degli spazi virtuali inquisiti, grazie ai quali possiamo trovare ciò che stanno facendo nostri altri compas in posti distanti e condividere con loro le nostre riflessioni sul contesto della lotta nel nostro territorio. Sappiamo che prima o dopo, con lo stesso o un altro progetto, li riavremo indietro. Continua a leggere

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(it-en-es) Comunicato solidale con i compagni anarchici e Culmine dal Messico

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ESPANOL

È l’ora della tragedia sociale!

Noi distruggeremo ridendo.

Noi incendieremo ridendo.

Noi uccideremo ridendo.

Noi esproprieremo ridendo.

E la società cadrà. La patria cadrà. La famiglia cadrà.

Tutto cadrà, poiché l’Uomo libero è nato.

È nato colui che attraverso il pianto e il dolore ha imparato l’arte dionisiaca della gioia e

del riso.

È giunta l’ora di affogare il nemico nel sangue…

È giunta l’ora di lavare l’anima nostra nel sangue.

Basta, basta, basta!

Che il poeta tramuti in pugnale la sua lira!

Che il filosofo tramuti in bomba la sua sonda!

Che il pescatore tramuti il suo remo in formidabile scure.

Che il minatore esca armato del suo ferro lucente dagli antri micidiali delle oscure miniere.

Che il contadino tramuti in lancia guerriera la sua vanga feconda.

Che l’operaio tramuti il suo martello in falce e scure.

E avanti, avanti, avanti!

È tempo, è tempo — è tempo!

E la società cadrà.

La patria cadrà.

La famiglia cadrà.

Tutto cadrà, poiché l’Uomo Libero è nato.

Avanti, avanti, avanti, o giocondi distruttori.

Sotto il labaro nero della morte, noi conquisteremo la Vita!

Ridendo!

E la faremo nostra schiava.

Ridendo!

E l’ameremo ridendo!

Poiché gli uomini seri sono soltanto coloro che sanno operare ridendo.

E il nostro odio ride…

Ride rosso. Avanti!

Avanti, per la totale distruzione della menzogna e dei fantasmi!

Avanti, per l’integrale conquista dell’Individualità e della Vita!

Renzo Novatore – Verso il Nulla Creatore, 1922, Italia.

 

Qualche giorno fa, l’apparato di sicurezza dello stato italiano ha compiuto una perquisizione ai danni dei compagni anarchici del blog Culmine, altre perquisizioni sono state fatte in diverse città del paese, coinvolgendo quattro compagni per le accuse che in Italia sono più comuni e per le quali molti compagni sono stati arrestati e incarcerati nel passato, con simili manovre repressive. Accusati di terrorismo e associazione sovversiva, i nostri compagni si trovano nelle grinfie dello stato e necessitano di essere vendicati nello stesso modo in cui i compagni anarchici affini in Italia hanno mostrato la propria solidarietà alle lotte e ai prigionieri in altre parti del mondo. Continua a leggere

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(it-es-en-gr-de-pt) Comunicato di Tomo sulle perquisizioni del 29 marzo

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ESPAÑOL

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ΕΛΛΗΝΙΚΗ

DEUTSCHE

PORTUGUES

Giovedì 29 marzo, durante la notte, per ordine della procura di Perugia e della p.m. Manuela Comodi, sono state effettuate diverse perquisizioni nei confronti di 4 anarchici in varie città (Pisa, Ravenna, Genova, ecc.); sono stati mobilitati diversi reparti dei carabinieri, tra i quali la Sezione Anticrimine di Bologna e i reparti ROS Antieversione ed Indagini Tecniche di Roma.

Alle 4.05, mi sono visto piombare in casa 6 carabinieri (2 locali, 2 ROS e 2 della suddetta Sezione Anticrimine) in cerca di materiale documentale, materiale utile all’assemblaggio di plichi esplosivi e via dicendo. Tutto questo è avvenuto a causa dei miei rapporti di affinità con i compagni di Culmine e col mio compagno coinvolto con me nel progetto ParoleArmate.

Durante la perquisizione, gli sbirri commentavano in modo sarcastico ciò che trovavano, cosa che non faceva che aumentare il mio  senso di nausea, di odio e di disgusto nei loro confronti. Continua a leggere

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(it-en-es-gr-de) Lettera di solidarietà a Culmine e Parole Armate dai prigionieri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco

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ΕΛΛΗΝΙΚΗ

ESPAÑOL

DEUTSCHE

Grecia – Lettera di solidarietà a Culmine e a Parole Armate dai membri in carcere della Cospirazione delle Cellule di Fuoco

Da alcuni giorni è cominciata un’altra operazione repressiva nei confronti di compagni anarchici in Italia. Alcuni compagni sono stati arrestati, interrogati, e ad alcuni sono stati imposti termini restrittivi e di detenzione a domicilio. Gli sbirri hanno eseguito perquisizioni domiciliari a Pisa e provincia, in provincia di Chieti, a Brescia, a Genova, a Catania, a Ravenna ed in altre località. A questa operazione hanno partecipato carabinieri del ROS di Perugia, del reparto antieversione di Roma e del reparto indagini tecniche di Roma. Tra gli indagati, 4 compagni sono stati accusati di “associazione a delinquere di natura eversiva”. Dagli oggetti sequestrati durante la perquisizione nelle case dei compagni è stata posta una estrema attenzione a tutta la corrispondenza verso i compagni prigionieri, in particolare quella con Gabriel Pombo da Silva, con Marco Camenisch ed i membri prigionieri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco. All’interno delle indagini informatiche la casella di posta di Culmine – e forse anche di Parole Armate – è stata violata e copiata dalla polizia. Continua a leggere

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